Bestiale #148 - L'uccisione di M91 è l'ennesimo esempio di malagestione degli orsi in Italia
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centoquarantottesima puntata di Bestiale, che parla dell’abbattimento dell’orso M91.
Proprio nell’ultima puntata di Bestiale citavo un esempio di convivenza virtuosa tra plantigradi ed esseri umani: a Churchill, in Canada, gli orsi polari non sono considerati un problema da eliminare, ma una risorsa da valorizzare, il tutto con la messa in atto di una gestione attenta, accurata e studiata.
E mentre dall’altra parte del mondo si costruisce, nl Italia si continua a demolire: in Trentino è stato abbattuto un altro orso ritenuto pericoloso in base al PACOBACE (il Piano interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi Centro – Orientali). Si tratta di M91, un maschio di due anni. La stessa sorte era toccata nei mesi precedenti a M90 e KJ1. Andiamo con ordine.
Dalla prima segnalazione di M91 all’abbattimento: i fatti
M91 era stato attenzionato nella primavera del 2024: sabato 27 aprile l’orso aveva seguito un escursionista lungo un sentiero della Valle delle Seghe, sopra Molveno. In questo articolo si parlava dell’incontro tra l’uomo e il plantigrado, che non aveva mostrato segni di aggressività.
Il tutto è stato confermato dalla scheda “Incontri uomo-orso" del servizio faunistico della provincia. Ne parla il sito della LAV:
L’incontro tra M91 e l’escursionista è stato caratterizzato da due elementi fondamentali: la curiosità dell’orso e le reiterate provocazioni messe in atto dall’uomo che, in una comprensibile situazione di stress, alla vista dell’orso a dieci metri di distanza “si dava alla fuga correndo verso valle”, per poi lanciargli contro delle pietre “provando anche a spaventare il plantigrado con grida ed imbracciando un ramo d’abete”, ovvero tutto il contrario di ciò che si dovrebbe fare in casi del genere.
L’articolo della LAV risale allo scorso 16 ottobre 2024, quando M91 era stato catturato e munito di radicollare per monitorarne gli spostamenti. Già allora la LAV esprimeva preoccupazioni circa la sorte dell’orso. Rivelatesi poi più che fondate.
Negli ultimi mesi, M91 si è avvicinato ai centri abitati e a fonti di cibo legate alla presenza umana; per questo motivo, nella serata di venerdì 29 novembre il presidente della provincia autonoma Maurizio Fugatti aveva firmato un ordine di abbattimento nei confronti dell’animale. Ordine eseguito poco più di 24 ore dopo, nella notte tra sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre.
Il comunicato della provincia e le reazioni
La provincia tramite il suo ufficio stampa ha fatto sapere che l’orso è stato abbattuto nel territorio del comune di Sporminore (Trento). L’animale, per via dei suoi comportamenti (dall’escursionista seguito all’avvicinamento a centri abitati), era stato classificato al grado 16 su 18 del PACOBACE. La decisione è stata pertanto presa per scongiurare “l'evenienza del verificarsi di un evento di ancora maggiore gravità rispetto a quelli già registrati”. Si legge ancora nel comunicato: “Sulla rimozione dell'esemplare - ancora in attività non avendo iniziato la fase dello svernamento - si é espresso positivamente anche l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA)”.
Le reazioni delle associazioni e dei partiti politici non si sono fatte attendere. Legambiente si è scagliata contro la decisione, che non ha tenuto conto delle “altre possibili misure previste dal PACOBACE e da adottare in caso di orsi problematici o troppo confidenti” (come ad esempio il trasferimento); discorso simile per il M5S, che ha addirittura ipotizzato che M91 sia stato ucciso mentre era in letargo; Michela Vittoria Brambilla, ex di FI e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, ha sottolineato come “il presidente Maurizio Fugatti e la sua giunta hanno agito d’imperio, abbattendo M91 poche ore dopo l’emissione del decreto che lo condannava a morte, per impedire alle associazioni animaliste di presentare ricorso”.
Le modalità fanno infatti discutere: il ristretto lasso di tempo intercorso tra l’ordinanza e l’abbattimento non ha infatti permesso alle associazioni di fare ricorso al TAR come accaduto in passato. Sembra di fatto una prova di forza della gestione Fugatti, che ha deciso di azzerare il dialogo.
A proposito di dialogo, Francesco Romito, rappresentate di WWF, ENPA, LIPU e altre associazioni in Trentino, ha scritto una lettera a Roberto Failoni, assessore provinciale alle foreste, manifestando il suo disappunto per la mancata convocazione del Tavolo grandi carnivori della Provincia di Trento, costituito ad agosto e non attivato per M91 quando invece sarebbe stato necessario e logico.
Una decisione sconcertante
M91 non era un orso aggressivo, non lo è mai stato. Sono d’accordo con LAV quando dice che l’orso in questione non andava condannato a morte, quanto piuttosto preso a esempio: nonostante fosse stato provocato da un essere umano, non aveva mostrato segni di aggressività, ma si era allontanato.
La provincia autonoma di Trento ha ancora una volta scelto la strada più semplice, quella dell’eliminazione dell’orso, visto sempre come pericolo e come problema da risolvere. Siamo ben lontani dalla concezione di orso come risorsa messa in atto da Churchill e citata all’inizio della puntata: in Italia non siamo in grado di avere una convivenza pacifica, figurarsi addirittura proficua per entrambe le parti.
“È il loro territorio tanto quanto il nostro. La chiave per convivere è il rispetto e la cooperazione.” cit. Mike Spence, sindaco di Churchill
Tornando al caso specifico di M91, la decisione appare sinceramente sconcertante: se negli altri casi c’erano stati palesi segni di aggressività (seppur da contestualizzare, ad esempio con la presenza di cuccioli nelle vicinanze), nel caso dell’ultimo orso abbattuto non c’era stato nulla di tutto ciò, anzi. Maurizio Fugatti ha evidentemente deciso di forzare la mano, sfruttando anche l’avvicinamento dell’orso ai centri abitati: il problema è che l’animale è stato attirato proprio dall’altra faccia della malagestione, quella preventiva. Mancano i cassonetti anti-orso, mancano le barriere per non farli avvicinare, le campagne di sensibilizzazione, le azioni di dissuasione verso gli animali più confidenti.
Anzi: per i cassonetti sono stati stanziati 1,5 milioni, è vero. Il problema: si prevede la loro installazione entro il 2028, ossia tra quattro anni. Ma gli orsi ci sono oggi, non tra quattro anni. Le tempistiche, che avevano già suscitato polemiche, apparivano sin da subito insensate e ingiustificate. Le prime installazioni sono cominciate nel 2021, con l’ISPRA (stesso ente chiamato in causa dalla provincia nel comunicato stampa per giustificare l’abbattimento di M91) che sollecitava una loro completa sostituzione entro il 2023. Siamo al 2024 e gli orsi vengono abbattuti perché si avvicinano ai centri abitati in cerca di cibo.
Di nuovo: sconcertante.
E qui non è questione di animalismo o di estremismi vari: è proprio palese la mancanza di visione, l’approccio semplicistico a problemi complessi, l’incapacità di gestire - anzi, di valorizzare i grandi carnivori presenti sul territoio. Che tra l’altro sono stati re-introdotti proprio dall’uomo in quelle zone, come spiegavo in relazione al caso di JJ4.
Orsi e lupi: continua il problematico rapporto dell’Italia con i grandi carnivori
Ciclicamente torniamo a parlare di orsi in Italia: in Trentino, con gli abbattimenti sistematici di una provincia che sembra voler adottare la soluzione più semplice; in Abruzzo, dove la confidenza è tale che diventa un problema a sé stante (Juan Carrito, Amarena), meno violento in apparenza, ma non per questo meno grave e meno meritevole di attenzione, anzi. Popolazioni di orsi diverse che nel nostro territorio, ancora oggi, cercano una loro dignità come animali selvatici e nulla più.
Ma non si parla solo di orsi. Di recente, su Bestiale ho affrontato il tema lupi, anzi: lo avevano affrontato Le Iene non facendo giornalismo ma sensazionalismo. Anche i lupi venivano analizzati in relazione al rapporto con l’essere umano e non con l’ambiente che li circonda, che dovrebbe essere occupato da noi quanto da loro. I grandi carnivori, di nuovo, come problemi da risolvere, da eliminare.
Provando a capire le esigenze e le istanze di tutti, dagli allevatori agli abitanti dei luoghi dove questi fatti sono all’ordine del giorno, resto convinto che la soluzione sia solo una: un dialogo costruttivo guidato da esperti e basato su pareri scientifici, che porti ad azioni mirate e tempestive (che non vuol dire affrettate, ma puntuali e dotate del giusto grado di urgenza). Perché solo la conoscenza, la condivisione e la programmazione possono portarci a convivere in maniera pacifica e rispettosa con le specie che vivono insieme a noi. A partire da oggi.
Se avete domande o se volete fare segnalazioni, potete scrivermi all’indirizzo leonardomazzeo1@gmail.com, oppure sui social: @leon_mazz su Twitter e @leonardomazzeo su Instagram, dove trovate anche @bestiaaale.
Se vi è piaciuta la puntata potete lasciare un ❤️ qui sotto, mi fate felice.
Se poi volete condividerla:
Infine, se non vi siete ancora iscrittə e volete farlo ora:
E grazie, come sempre.
Ciao. Condivido pienamente e sono totalmente d'accordo quanto tu esprimi con dolore la cattiveria degli uomini. Io amo tutti gli animali perché ho sempre ritenuto che sono un dono del cielo e una risorsa per tutti noi , dobbiamo solamente amarli . Per questa vicenda ne ho ho sofferto anche io.
È la stessa cosa di uccidere un bambino perché loro sono innocenti e i colpevoli sono gli uomini cattivi. A presto a risentirci per belle notizie.
Cooperazione e prevenzione sono le parole che servono, come dice bene anche il sindaco di Churchill.
Espando la tua bella puntata con l'ultimo episodio del podcast DiscoScienza in cui Andrea Bellati intervista Filippo Zibordi proprio sulla convivenza umana con orsi e lupi.