Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centoquarantaseiesima puntata di Bestiale, che parla del servizio de Le Iene sui lupi in Italia.
Il servizio potete trovarlo qui: io l’ho visto integralmente. A mio avviso non è stato un grande spettacolo. Anzi: a tratti è stata solo spettacolarizzazione. Brutto e mal fatto, ne esce fuori un quadro grottesco e parziale della situazione lupi in Italia.
Mi restano tante domande, ad esempio: dove sono i numeri? I dati, le statistiche, le analisi? Dove sono i pareri degli esperti che parlano di quanto il lupo sia importante per la biodiversità? Il lupo nel servizio è dipinto di base come un nemico degli allevatori che va allontanato, scacciato, scoraggiato, messo al margine. Eliminato. Pensare di mandare in onda un video sui lupi dando solo voce e sfogo a chi ha subito perdite è limitante e fuorviante: questa tv del dolore, che parla alla pancia e che getta benzina sul fuoco di una rabbia anche comprensibile, non è necessaria. Non fa bene al dibattito, non dà soluzioni.
Il sottinteso di tutto il servizio è: il lupo è una minaccia. Non un essere vivente importante per l’ambiente, con una sua dignità, un suo ruolo nel mondo, no: il lupo viene valutato solo in relazione agli episodi di interazione con l’essere umano. C’è giusto qualche sparuto esempio virtuoso nel mezzo di un servizio realizzato ad hoc per spaventare, già a partire dal titolo: ALLARME LUPI: SIAMO AL SICURO? Senza mezzi termini, alla fine dei tredici minuti si ipotizza che, una volta messo al sicuro il bestiame, i lupi inizieranno ad attaccare l’uomo per cibarsi. Basi scientifiche? Nessuna. Era l’opinione di un allevatore, buttata lì e dettata sicuramente dalla rabbia. Ma perché mandarla in onda, se non per seminare paura?
Iene vs Lupi: il precedente
Già nel 2016 Le Iene avevano realizzato un servizio sui lupi nel parmense, che scatenò polemiche anche da parte degli stessi intervistati, che addirittura ad un certo punto si trovarono a leggere un copione. Trovate il video qui. Inizia con una persona che dice: “I lupi si devono abbattere”. Il servizio contiene immagini di animali sbranati.
Su NextQuotidiano se ne parlava così:
Un servizio come sempre approssimativo dal quale non era possibile capire davvero cosa stesse succedendo tra persone pronte a prendere i fucili per difendersi dalle “migliaia di lupi” che li circondano, quelli spaventati dai cani da pastore […] e l’immancabile intervista all’uomo senza volto: il bracconiere che si vantava di aver ucciso – non si sa dove – quindici lupi.
Il servizio del 2016 riuscì ad attirare critiche da ogni parte: dall’ENPA (secondo la quale quel video si inseriva nel “clima di allarme perenne che non ha alcun fondamento scientifico”) fino ai siti che parlano di caccia, passando per altri opinionisti che all’epoca si scagliarono contro quello che avevano visto in tv. Il titolo scelto allora da Le Iene fu: QUANDO IL LUPO DIVENTA UNA MINACCIA.
Le stesse Iene, tra l’altro, nel 2018 giustamente si scandalizzavano per il lupo impiccato a un cartello stradale, scrivendo che “la possibilità di fermare i lupi in totale legalità rende ancora più insensato il gesto di chi ha scelto invece di appenderlo per il collo e impiccarlo crudelmente”. Parole loro.
Giornalismo? No, sensazionalismo
Il problema è che il gesto di impiccare un animale ad un cartello nasce proprio dalla paura del lupo inteso come nemico, come mostro da distruggere, che viene alimentata da servizi come quello uscito di recente. Lo ammetto: non sono un fan de Le Iene (forse si era capito), del loro format che piazza il microfono sotto il naso all’improvviso, con quel clima di sospetto sempre presente, i toni allarmistici e la totale mancanza di contraddittorio. Negli anni mi è capitato di apprezzare alcuni dei loro servizi o gli speech di qualche ospite, va detto, ma di base sembra più una gogna mediatica che un programma d’inchiesta. Come in questo caso. Di sicuro non è giornalismo. O almeno non come lo intendo io: pulito, imparziale, fondato su dati, statistiche, ricerche. Che parli alla testa, non alla pancia. Altrimenti è puro sensazionalismo.
Ciò detto, per rispondere al servizio in questione non mi sento di aggiungere altro rispetto al comunicato dell’Associazione Io non ho paura del lupo. Lo riporto integralmente, e per oggi mi fermo qui:
Il recente servizio de Le Iene dal titolo “Allarme lupi: siamo al sicuro?” rappresenta un esempio preoccupante di narrazione allarmistica su un tema delicato e complesso come la convivenza tra esseri umani e grandi carnivori. La scelta di concentrarsi su casi limite, senza offrire un quadro completo e bilanciato della situazione, dipinge una visione estrema e distorta del lupo, alimentando paure infondate tra i cittadini e utilizzando esclusivamente toni emotivi, che nulla hanno a che fare con la scienza.
E’ innegabile che la presenza del lupo, in alcune circostanze, possa rappresentare una sfida per il mondo rurale, specialmente per gli allevatori, e che spesso, a seconda del contesto regionale, gli indennizzi per i capi predati possono arrivare in ritardo o possono essere inadeguati. Tuttavia, il servizio ignora completamente il fatto che oggi esistono strumenti gratuiti e supporti istituzionali dedicati proprio a prevenire questi problemi. Gli allevatori, spesso, possono usufruire di diverse misure di prevenzione messe loro a disposizione dalle Istituzioni per proteggere il bestiame, come per esempio recinzioni di svariate tipologie e cani da guardiania, soluzioni che, quando messe in opera correttamente, sono altamente efficaci, come testimoniano i moltissimi allevatori che, tramite l’utilizzo di questi strumenti, hanno minimizzato e talvolta azzerato le perdite.
Purtroppo, il servizio de Le Iene ha scelto di dare voce esclusivamente a posizioni estremiste, amplificando episodi rari e isolati come quelli degli attacchi all’uomo e ignorando le esperienze positive di convivenza che, da tanti decenni, si registrano in tutta Italia. La realtà è che, in molte regioni, comunità rurali, allevatori e istituzioni lavorano insieme da anni per garantire la protezione degli animali da allevamento, tutelando al contempo il lupo, una specie protetta e fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi.
Il servizio inoltre omette di affrontare il più grande problema che questa specie deve affrontare oggi in Italia: le uccisioni illegali ad opera dei bracconieri. Questi atti di violenza contro una specie protetta sono sempre più diffusi nel nostro Paese e non solo sono un crimine, ma compromettono anche l’equilibrio degli ecosistemi. Purtroppo, servizi con tono sensazionalistico e allarmistico, rischiano di legittimare questi gesti, incoraggiando una percezione del lupo come “nemico” da eliminare, anziché come parte fondamentale del patrimonio naturale italiano.
Una comunicazione responsabile dovrebbe quindi offrire una panoramica completa, includendo anche le testimonianze di chi vive la coesistenza come una realtà possibile, grazie all’utilizzo di strumenti adeguati e al supporto degli enti preposti, e trattare gli episodi di aggressioni nei confronti dell’uomo avvenuti in Italia, per quello che sono: rari ed isolati casi che nella loro eccezionalità non rappresentano quella che è la normale etologia del lupo nel nostro Paese.
Come Associazione, fondata da abitanti di montagna, di città, ma anche da allevatori e lavoratori dell’ambiente rurale, chiediamo pertanto che il tema venga affrontato con maggiore serietà ed equilibrio, valorizzando le soluzioni già disponibili e promuovendo una cultura della coesistenza, essenziale per il futuro delle nostre comunità e della nostra biodiversità, soprattutto dinanzi alle emergenze climatiche e naturali che minacciano oggi le nostre società e il futuro della nostra specie, quella umana.
A giovedì prossimo.
Se avete domande o se volete fare segnalazioni, potete scrivermi all’indirizzo leonardomazzeo1@gmail.com, oppure sui social: @leon_mazz su Twitter e @leonardomazzeo su Instagram, dove trovate anche @bestiaaale.
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Non ho visto questo servizio ma non potrei essere più d'accordo. Soprattutto con questo passaggio: "Non un essere vivente importante per l’ambiente, con una sua dignità, un suo ruolo nel mondo, no: il lupo viene valutato solo in relazione agli episodi di interazione con l’essere umano. " Questa é una cosa che noi esseri umani facciamo spesso, purtroppo: assegniamo un valore agli animali solo in base all'utilità (o minaccia) per noi. Mentre in realtà, gli animali hanno un diritto alla vita solo in quanto esseri viventi e senzienti. Proprio come noi.
le trasmissioni come queste sono deleterie, ma ormai purtroppo è la norma. Vale anche per altre, tipo Report tanto per citarne una, dove le uniche regole sono aumentare lo share e far riprendere la puntata sui social e sui giornali. Nulla a che vedere con l'informazione, ahimè. Il guaio è che la gente le usa come riferimento. L'unica salvezza è seguire ricercatori, scienziati, divulgatori e giornalisti "certificati" e preparati. Ce ne sono, per fortuna.
Buonissimo lavoro a te