Bestiale #166 - L’uccello fetente, una tartaruga incredibilmente sopravvissuta e altre storie animali
Contiene: pennuti simili ai fagiani, tartarughe, upupe, topi, falchi.
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centosessantaseiesima puntata di Bestiale, che comincia con l’hoazin.
Quello che vedete in foto non è un piccolo dinosauro de-estinto, ma il pullo di una specie esistente. Sì: ha gli artigli. No: non è stato geneticamente modificato. Tutto nella norma, ora vi spiego.
Si tratta di un piccolo hoazin (Opisthocomus hoazin), unica specie del suo genere, ancora oggi al centro di un lungo dibattito tassonomico. Ma questo lo lasciamo ai professoroni, come direbbe quel tale. Noi ci concentriamo sulle incredibili caratteristiche del pennuto amazzonico che, appena nato, è dotato di un paio di artigli con dita mobili, che gli servono per arrampicarsi tra gli alberi, visto che non può volare non avendo ancora ali sviluppate. Insomma: ha una mano prensile, che gli consente di “camminare” come un quadrupede.
Una roba piuttosto inusuale per un uccello, addirittura c’è chi lo ha paragonato all’estinto Archaeopteryx, come se questa specie fosse un rimasuglio ancestrale dei dinosauri. Ecco: di base non è così, gli impallinati di paleontologia possono approfondire qui. Gli artigli, comunque, si rivelano molto utili quando arriva un predatore: i pulli possono lanciarsi in acqua abbandonando il nido (costruito in zone paludose), per poi arrampicarsi di nuovo a casa quando il pericolo è passato.
Ma poi l’hoazin cresce, diventa tipo un grosso fagiano colorato con un ciuffo in testa, perde gli artigli e… comincia a puzzare. Per questo, oltre che come “uccello rettile”, è conosciuto anche come uccello fetente o uccello puzzola. Ma da cosa deriva il cattivo odore? Non si lava? Non usa il deodorante? Niente affatto: tutta colpa del sistema digestivo. Lascio che a spiegare il tutto sia il solito, magnifico Libro dell’ignoranza sugli animali:
Il gozzo dell’hoazin è enorme, 50 volte più grosso del suo stomaco, e costituisce pressoché un terzo del suo peso corporeo totale. A differenza di quanto avviene in quasi tutti gli uccelli, che lo usano come magazzino, il gozzo dell’hoazin svolge la maggior parte del lavoro digestivo pesante. Come nella mucca, il primo tratto dell’apparato digerente è ricco di batteri ed enzimi che scompongono la cellulosa delle foglie.
[…] Il rovescio della medaglia di mangiare come una mucca è puzzare come una mucca, che poi è la ragione per cui l’hoazin è noto come l’«uccello fetente». A produrre quell’odoraccio di letame è la fermentazione degli acidi grassi nel gozzo; questo ha più o meno escluso l’hoazin dalla catena alimentare umana, sebbene ne vengano mangiate le uova.
L’hoazin da grande raggiunge i 65 cm di lunghezza e vive sugli alberi in gruppi numerosi, fino a 50 individui. Fa un gran baccano e, vista la sua mole, riesce a volare solo per brevi tratti.
Una tartaruga ritrovata dopo 30 anni… dentro casa
Ok, non so bene quale aggettivo usare per questa storia. Straordinaria? Folle? Pazzesca? Mi sembra tutto riduttivo, forse non esiste un termine in italiano per descriverla. Bisognerebbe usare il tartarughese. La racconto così com’è, perché non serve aggiungere altro.
La famiglia De Almeida aveva una tartaruga di nome Manuel: Nathalye, da bambina, era molto affezionata all’animale. Tanto che, quando la tartaruga è scomparsa, nel 1982, è stata cercata a lungo. Senza successo. All’epoca, Nathalye aveva solo 8 anni. Poi è cresciuta, ha cambiato casa, si è fatta una famiglia. Lasciandosi alle spalle la storia di Manuel.
Salto in avanti di trent’anni: è il 2013, il nonno di Nathalye viene a mancare. La donna, insieme agli altri familiari, si riunisce nella vecchia casa. Un giro in soffitta tra le cianfrusaglie lasciate dal nonno, ed ecco qua che spunta… Manuel.
Ancora vivo. In salute, miracolosamente sopravvissuto per tre decenni in soffitta, probabilmente nutrendosi di quello che trovava lì sopra, come ad esempio larve di termiti e altri piccoli insetti. Nathalye, ai media brasiliani, ha detto:
"Siamo rimasti sconvolti. Mia madre si è messa a piangere perché non ci credeva".
In effetti, a pensarci bene, un aggettivo c’è: incredibile.
Momento quiz 💡
A proposito di tartarughe, domanda mattacchiona: a quale genere musicale appartiene quella del fiume Mary?
La risposta nella puntata #45 di Bestiale.
Gatti domestici contro la fauna selvatica: l’ennesimo esempio
Sapete che ho sposato questa battaglia da tempo, ormai. Avevo intervistato lo zoologo Davide Rufino sul tema e lui era stato chiaro. Io condivido in toto le sue parole e cerco di ribadire il concetto ogni volta che posso: i gatti vanno tenuti in casa e non lasciati liberi di andare in giro. Ne va della loro salute (rischiano di essere investiti o di ferirsi in altri modi) e ne va anche della salute della fauna selvatica, che si trova ad essere predata da animali che, tra l’altro, non hanno neanche bisogno di cacciare per sopravvivere.
Ne parlo perché sui social mi sono imbattuto in questa povera upupa, vittima di un gatto che l’ha prima aggredita e poi lasciata agonizzante. Un’ingiustizia evitabile, con un po’ di buon senso.
Una scoperta importante per emanciparsi dalla sperimentazione animale
Una recente svolta potrebbe cambiare radicalmente il nostro approccio alla sperimentazione scientifica. Degli scienziati hanno creato in vitro un mini sistema nervoso umano per studiare il dolore, lo studio è stato pubblicato su Nature. Ne parla Kodami:
Ciò che rende questo studio ancora più importante è l'alternativa che rappresenta alla sperimentazione animale, tradizionalmente impiegata per studiare il dolore e testare nuovi farmaci. "Gli animali non sono modelli perfetti del dolore umano", ha spiegato in un comunicato Pașca. "Le loro vie neurali sono diverse dalle nostre e, soprattutto, provano dolore". Ecco perché l'assembloide – una versione semplificata di un piccolo sistema nervoso artificiale – potrebbe diventare uno strumento fondamentale per la ricerca etica, avanzata e completamente umana.
Momento qualche link e poi uccelli che riproducono meme:
❌ Divieto di detenzione di animali per chi in passato è stato denunciato per maltrattamenti: proposto anche a Torino il “daspo cinofilo”.
✝️ La morte di Papa Francesco è stata inevitabilmente il tema della settimana: il modo in cui ha parlato di animali domestici ha suscitato polemiche, ma l’enciclica Laudato si’ resta una pietra miliare dell’ecologia e dell’ambientalismo contemporaneo. Qui e qui due approfondimenti sul Papa e gli animali.
🐬 L’Intelligenza Artificiale ormai è ovunque, le big company ci puntano forte. Google ha la sua Gemini, ma non solo: adesso ne ha creata una per provare a parlare con i delfini.
🦜 Sono stato a Roma e ho visto i parrocchetti, sono tornato al mio paese fuori Roma e ho visto altri parrocchetti: sono ovunque, ormai, e allora spammo di nuovo un articolo che scrissi qualche anno fa sulle fantastiche teorie circa il loro arrivo nella Capitale.
🦎 In Italia le lucertole muraiole sono comuni, non lo erano invece in Ohio. Finché qualcuno non ne ha introdotte 10 portandole dentro un calzino: ora ce ne sono decine di migliaia.
Eccoci:
A giovedì prossimo, ciao!
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