Bestiale #165 - Un canguro arboricolo, il viaggio degli agnelli e altre storie animali
Contiene foto di: canguri, agnelli, salmoni.
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centosessantacinquesima puntata di Bestiale, che comincia con un canguro sugli alberi.
Quando qualcuno ci parla di canguri, ci viene subito in mente l’animale gigante coi piedoni e il grosso marsupio sul ventre, che salta qua e là oscillando la grossa coda. Il Canguro Ebbasta, però, non esiste. O meglio: con questo nome vengono chiamati gli appartenenti alla famgilia dei macropodidi, della quale fanno parte ben 60 specie. Nella nostra testa, sentendo il nome canguro spunta senza dubbio l’immagine di quello rosso (il più grande di tutti) oppure di quello grigio: non c’è da stupirsi, sono i più comuni. Ma, tra gli altri 58, c’è davvero di tutto. Compreso un animale che si credeva estinto, fino a pochi anni fa.
Parentesi stranezza: siamo abituati a vederli a terra, sì, ma i canguri possono anche vivere sugli alberi. Ben 16 delle summenzionate 60 specie preferiscono infatti vivere tra le fronde, i rami e le foglie, piuttosto che a terra. Sono gli appartenenti al genere Dendrolagus, di cui fa parte appunto anche il dendrolago di Wondiwoi (Dendrolagus mayri). Di lui si erano perse le tracce dal 1928, quindi si credeva fosse ormai estinto. Poi nel 2018 è successo l’impensabile.
Quel giorno il botanico amatoriale Michael Smith si aggirava tra i cespugli delle nelle isolate foreste montuose della Papua Occidentale. Mai avrebbe pensato di scrivere la storia: cercava orchidee, rododendri e tulipani, e per caso si è trovato a fotografare un marsupiale tra i rami di un albero. Il tutto non sapendo che si trattava proprio di un dendrolago di Wondiwoi, talmente raro da credersi estinto. Quelle scattate da Smith sono le uniche immagini di un esemplare vivo nel suo habitat naturale.
Un colpo di fortuna incredibile: immagino l’uomo mentre alza la fotocamera e scatta, incuriosito da quell’animale particolare con le orecchie a punta, che sbucava dai rami come affacciato dalla finestra di casa sua. Un piccolo triangolo di spazio che vale una svolta a livello scientifico: sì, il dendrolago di Wondiwoi è ancora vivo. Un effetto Lazzaro in piena regola: una specie che si riteneva estinta, e invece non lo è.
Oggi è considerato in pericolo critico, si stima ne siano rimasti pochissimi esemplari, rifugiatisi proprio sulle impervie montagne della Papua Occidentale per sfuggire alla perdita di habitat e trovare un ambiente più tranquillo dove vivere.
Mi ha colpito molto un commento che ho letto su Wikipedia, preso dal volume Tree Kangaroos: Science and Conservation:
Se da un lato ciò fa sperare che questa specie, in passato considerata molto probabilmente estinta, continui a sopravvivere in queste aree remote, dall'altro evidenzia la prospettiva che altre specie in aree altrettanto remote siano in attesa di essere riscoperte e protette.
Leggendo queste parole ho ripensato al tilacino e alla possibilità che si aggiri ancora in qualche remota area della Tasmania (qui avevo parlato di uno degli ultimi avvistamenti). Devo ammettere che è affascinante, e in un certo senso anche confortante, pensare che in qualche posto remoto del mondo possano ancora sopravvivere animali considerati estinti.
Nel frattempo, i progetti per la de-estinzione del tilacino proseguono, con tutti i dubbi che nutro a riguardo e che ho già avuto modo di esprimere nella puntata precedente di Bestiale, dove parlavo del presunto ritorno dei metalupi.
Ho ricevuto una mail su una storia che merita una riflessione
Qualche giorno fa mi è arrivata una mail da parte dell’ufficio stampa di Essere Animali, organizzazione che lavora per riconoscere tutele adeguate agli animali allevati a scopo alimentare. Mi hanno girato la storia di Nino, un agnello che hanno salvato di recente. In realtà la sua vicenda è la stessa di tanti altri agnelli e in generale di animali da macello: un discorso che merita una riflessione.
Comunque la si pensi in materia di consumo di carne animale (non è questa la sede per parlarne, e io non sono certo un esperto in tema), c’è da evidenziare come gli animali da macello vengano troppo spesso trasportati in condizioni tremende - oserei dire disumane, ma forse sarebbe riduttivo e fuorviante. Perché, anche se gli agnelli non sono esseri umani, e anche se sono destinati al macello, meritano comunque rispetto.
Adesso che arriva Pasqua, il tema è ancora più centrale. Nel comunicato stampa che mi ha condiviso Essere Animali ci sono parecchi dati a riguardo:
A marzo 2024 secondo la Banca Dati Nazionale dell'Anagrafe Zootecnica sono stati macellati in Italia oltre 328 mila agnelli, per un totale di 1,5 milioni in tutto il 2024. Di questi, 470 mila provengono da Ungheria e Romania, i principali paesi di provenienza, mentre 191 mila vengono invece trasportati da Spagna e Francia. Si tratta di viaggi su lunga distanza, che durano anche 24-30 ore e che purtroppo provocano agli animali un’ulteriore lunga sofferenza prima di arrivare al macello.
Ma soprattutto, nel comunicato vengono evidenziate le orribili condizioni in cui sono trasportati gli agnelli.
Ogni anno Essere Animali conduce un controllo dei trasporti a Pasqua e a Natale. Le problematiche di questi viaggi sono ricorrenti e mai affrontate adeguatamente dalle autorità: sovraffollamento, animali incastrati nelle partizioni e schiacciati gli uni sugli altri, agnellini così in sofferenza da dover essere abbattuti sul posto, com’è accaduto nel 2023. Spesso animali non svezzati e già cresciuti vengono costretti a viaggiare assieme, su camion non adeguati e non forniti di beverini specifici per gli ovini, costringendoli così a viaggi di oltre 30 ore senza cibo né acqua, esposti alle intemperie.
Di nuovo: non è questione di regime alimentare, ma di rispetto della vita in ogni sua forma. Perché ogni animale, per qualunque scopo sia allevato, merita dignità.
👉 qui la petizione di Essere Animali per una revisione della normativa dell’Unione Europea che tuteli gli animali e che vieti i trasporti su lunghe distanze.
“Se lo trovate, tagliategli la testa”
Qui su Bestiale avevo già parlato del pesce testa di serpente e di quanto fosse invasivo. Ecco: negli Stati Uniti stanno prendendo misure drastiche per contrastarlo. Il Dipartimento per la Conservazione del Missouri ha rilasciato un annuncio rivolto ai pescatori. Il contenuto:
Innanzitutto, assicurati che si tratti di un testa di serpente settentrionale, perché può essere confuso con l’amia calva, che invece è nativa. È riconoscibile per il suo aspetto serpentiforme e per la pinna anale notevolmente più lunga rispetto a quella dell’amia calva.
Non rilasciare mai il pesce e non lasciarlo sulla riva. Questa specie può sopravvivere fuori dall'acqua e potrebbe strisciare per tornare indietro o persino raggiungere un altro specchio d'acqua.
Scatta una foto nitida e registra il punto esatto in cui è stato catturato il pesce.
Uccidi il pesce tagliandogli la testa, eviscerandolo o sigillandolo in un sacchetto di plastica.
Segnala eventuali catture e avvistamenti di pesci qui.
Salmoni che hanno assunto ansiolitici
Tanti dei rifiuti che produciamo vanno a finire in fiumi e mari, inquinandoli e impattando sulla salute di chi vive in acqua. Un esempio su tutti: è stato dimostrato che gli ansiolitici (come ad esempio il clobazam) stanno alterando i comportamenti dei salmoni. In base a uno studio pubblicato su Science, anche solo livelli di concentrazione bassa di queste sostanze possono influire sul salmone dell’Atlantico, rendendolo più coraggioso e sfrontato nell’affrontare il suo viaggio. Pagando però un prezzo caro. Ne parla Kodami:
L'ansiolitico accumulato nel cervello dei salmoni riduce il comportamento di aggregazione in gruppo – noto come shoaling – proprio quello che normalmente aiuta i pesci a fare squadra e a proteggersi meglio dai predatori. In laboratorio, infatti, i pesci studiati tendevano a disperdersi di più, invece che "fare squadra", soprattutto in presenza di minacce. Una scelta individualista che può essere molto pericolosa in natura, dove restare uniti è spesso questione di vita o di morte.
Momento qualche link e poi chiudiamo con un meme canguroso old but gold:
🐜 Pensate che il contrabbando riguardi solo specie esotiche mega appariscenti come felidi e lucertoloni? Beh, allora preparatevi al contrabbando di formiche.
🗞️ Due notizie sugli orsi: un recap di quello che sta succedendo in Slovacchia, dove il governo ha ordinato l’abbattimento di 350 plantigradi; la vicenda dell’orso marsicano trovato morto in Abruzzo, con cause ancora da determinare (comunque sia è una notizia doppiamente triste, visto che la sottospecie conta circa 50 esemplari in totale).
🦑 Urca: per la prima volta abbiamo filmato un calamaro colossale nel suo habitat naturale. Si tratta di un esemplare giovane, il merito del video è di un robot sottomarino.
🐦⬛ Tesoro, mi si sono ristrette le rondini: a quanto pare gli uccellini che non fanno primavera stanno diventando sempre più piccoli. La colpa, diciamolo tutti insieme, è del… cambiamento climatico! Yeah!
🐶 Sono usciti po’ di dati sulla pet economy in Italia, quello più forte è sicuramente il seguente: “In dieci anni, le imprese legate alla cura degli animali sono quasi raddoppiate (+90,1%)”.
Dicevamo:
A giovedì prossimo, ciao!
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Ma quindi anche il bellissimo Dodo potrebbe non essere estinto?
Quanto rispetto per il fantastico lavoro di Essere Animali. Io lavoro nello stesso campo e ammiro davvero quello che fanno per portare alla luce le varie sofferenze delle orribili industrie che mercificano e uccidono animali per cibo. Il loro lavoro davvero merita rispetto.
...e per il resto, non sapevo che i canguri vivessero anche sugli alberi!