Bestiale #164 - Questo non è un metalupo, ma il protagonista di un'operazione di marketing
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centosessantaquattresima puntata di Bestiale, che parla inevitabilmente di de-estinzione.
Stavo scrivendo la newsletter su un altro argomento, poi qualche giorno fa mi è piombata addosso una notizia: “Colossal Biosciences ha de-estinto il metalupo”. Ho iniziato ad approfondire, a fare ricerche, a cercare di capire. Ho rimesso a posto tutto quello che è successo e ho provato a fare chiarezza qui. Perché, in breve, non è vero: il “lupo terribile” non è tornato in vita. Andiamo con ordine.
Chi è e cosa fa Colossal Biosciences
Si tratta di una startup statunitense di biotecnologia nata nel 2021 e fondata dal genetista George Church e dall’imprenditore miliardario Ben Lamm. Sin da subito le intenzioni dell’azienda sono state chiare: vogliono riportare in vita animali estinti come il mammut lanoso o il tilacino. Colossal Biosciences oggi ha a sua disposizione 170 scienziati, che da anni lavorano, tra le altre cose, a progetti di de-estinzione.
Di recente l’azienda ha fatto parlare di sé per la creazione del “topo lanoso”, un animale geneticamente modificato e visto come il primo step per la “resurrezione” del mammut lanoso. In realtà da quell’obiettivo sono e siamo molto distanti. Pochi giorni fa, Colossal Biosciences ha alzato il tiro, annunciando in pompa magna di aver riportato in vita una specie estinta: il metalupo.
Il nome scientifico è Aenocyon dirus: si tratta di un grosso canide lupino risalente al Pleistocene ed estintosi circa 10.000 anni fa. Conosciuto come enocione, ha ispirato i “metalupi” di Game of Thrones e per questo viene chiamato anche così. In inglese è “dire wolf”, ossia “lupo terribile”, ma in realtà appartiene ad un genere diverso, che si è separato da quello dei canidi milioni di anni fa. Ok, ma come è stato possibile de-estinguerlo? Ecco, semplicemente non è successo.
La sbandierata de-estinzione del metalupo tra genetica e marketing
Nella giornata di martedì, tramite una massiccia campagna di comunicazione tra social e pubblicazioni su grandi testate internazionali, Colossal Biosciences ha annunciato in maniera perentoria di aver riportato in vita il metalupo. Questa la copertina del Time (qui trovate l’articolo).
Quello nella foto, però, non è un metalupo: si tratta di un lupo grigio geneticamente modificato con tecniche CRISPR. Ma che vuol dire? Procediamo per step:
🦷 Gli scienziati sono partiti da materiale genetico preso da un dente e da un teschio vecchi migliaia di anni ma ben conservati;
🔬 Hanno quindi studiato i geni del metalupo per capire meglio le differenze e il grado di parentela con i lupi grigi attuali;
🧬 In questo modo hanno identificato 20 caratteristiche genetiche appartenenti ai metalupi e non più presenti nei lupi odierni;
🐺 Le mutazioni sono poi state applicate a 14 dei geni che compongono la cellula del lupo grigio, in modo tale da modificare alcune caratteristiche fenotipiche, ossia relative all’aspetto dell’animale (come la grandezza o il colore del pelo);
🥚 La cellula così modificata è stata inserita in decine di cellule uovo, successivamente impiantate in femmine di cane che hanno svolto il ruolo di madri surrogate.
Ecco: quattro di questi tentativi sono andati a buon fine. Un cucciolo è morto dopo pochi giorni per un problema allo stomaco (non dipendente dalle mutazioni, a quanto dichiarato), altri tre sono sopravvissuti: due maschi, Romolo e Remo (figli della lupa, non a caso) che oggi hanno sei mesi; e Khaalesi, una femmina, che invece di mesi ne ha due.
Più che aver de-estinto dei metalupi, dunque, Colossal Biosciences ha modificato geneticamente dei lupi grigi per farli assomigliare ad un animale estinto. Questo è successo, niente meno e niente più. Che poi possa essere comunque considerato un gran risultato è un altro discorso. Ma, fino ad oggi, come evidenziato giustamente da qualcuno, non è stato pubblicato neanche uno studio scientifico sul tema.
In sostanza si tratta di una gigantesca operazione di marketing: se l’obiettivo era uscire con un messaggio forte, “Abbiamo de-estinto il metalupo” oggettivamente lo è. Pazienza, poi, se tecnicamente non è vero. Intanto Colossal Biosciences ha ottenuto una marea di pubblicazioni sui giornali e ha fatto parlare di sé sui social di tutto il mondo, indirizzando il dibattito sul tema a lei più caro, vale a dire la de-estinzione. Ha dettato l’agenda, si è posizionata come “l’azienda che vuole riportare in vita gli animali estinti”. Un colpo grosso, senza dubbio.
Ma, in tutto ciò, che ne sarà dei metalupi? C’è un piano per loro? Sul sito dell’azienda si legge che, “dopo 10.000 anni di assenza, il team è orgoglioso di restituire al metalupo il posto che merita nell’ecosistema”.
Quindi vogliono reintrodurlo in natura? Una domanda simile è stata posta da un utente sulla loro pagina Facebook, l’azienda ha risposto così:
Insomma, ad oggi non sono previsti piani di reintroduzione. I metalupi creati da Colossal Biosciences adesso si trovano in una riserva di 8 chilometri quadrati in Nord America (la località esatta è tenuta segreta) e stanno crescendo insieme. Fino a questo momento non hanno predato nessuno dei piccoli animali che incontrano nella riserva. Dopotutto, non hanno nessun adulto né un branco che gli insegni a cacciare. Ai metalupi, inoltre, non vengono date prede vive: gli esemplari sono nutriti, curati e studiati dal personale della Biosciences. La riserva è recintata per scongiurare il rischio di ibridazioni.
Nessuna pubblicazione ufficiale, tante domande
Nel riportare la storia, tra i grandi giornali c’è chi è stato più cauto, come ad esempio il New York Times che ha titolato: Degli scienziati hanno riportato in vita il metalupo, o qualcosa di simile. In tutto ciò, nella comunità scientifica c’è diffidenza (qui il commento di Science) - anche perché, lo ripeto, al momento non c’è nessuno studio pubblicato su riviste accreditate, ma solo una notizia diffusa dall’azienda.
Queste, ad esempio, sono le parole di Jeremy Austin, dell'Australian Centre for Ancient DNA, intervistato da ScienceAlert:
La ricerca è preziosa, ha applicazioni reali in tema di conservazione, genetica e sviluppo evolutivo degli organismi. Ma uno scienziato non può dire “so che abbiamo creato un metalupo perché è bianco”. Questa è una semplificazione.
Riguardo alla possibilità di restituirgli “il posto che meritano nell’ecosistema” ha detto:
Esiste un posto per i metalupi nel mondo moderno? Oppure sono solo animali da zoo, che la gente pagherà per vedere? Con la differenza che non vedranno un metalupo, ma un lupo bianco. È un po' come il tizio dello zoo cinese che ha dipinto i cani come panda.
In sostanza, c’è stato tanto clamore da parte dei media, ma anche una buona dose di scetticismo da parte della comunità scientifica. Colossal Biosciences nel frattempo tira dritto e continua con la sua comunicazione pop sui social. Sostenendo, tra le altre cose, che questi sviluppi possono servire per aiutare la protezione di animali attualmente in pericolo di estinzione.
In generale, comunque, per quanto riguarda il riportare invita specie ormai scomparse, io mi pongo sempre le stesse domande: qual è lo scopo di tutto ciò? Il tempo, il personale e le risorse non potrebbero essere invece impiegati nel salvaguardare le specie esistenti? E che posto occuperebbero gli animali de-estinti (o considerati tali) nell’ecosistema attuale, totalmente modificato rispetto a quando loro erano in vita? E ancora: se invece non si pensa di reintrodurli, a che scopo vengono messi al mondo?
E poi, la domanda delle domande: anche se fosse possibile, sarebbe davvero giusto riportarli in vita? Chi siamo noi per decidere liberamente chi deve vivere, chi deve morire e poi addirittura chi deve rivivere? Alla fine, comunque, Colossal Biosciences resta un’azienda privata gestita con soldi privati che vuole farsi conoscere, crescere e ad aumentare i ricavi. In questo, a quanto pare, sembra stia riuscendo bene.
Clonare animali per salvarli dall’estinzione: giusto o sbagliato?
E arriviamo così ad un argomento strettamente collegato al precedente: la de-estinzione è un conto, ma come la mettiamo invece con la clonazione di animali ancora in vita sulla Terra, ma a forte rischio di sparire a breve? Bel tema. Dove sta il confine tra giusto e sbagliato, in questo caso? Stiamo facendo del bene oppure stiamo solo “giocando a fare Dio”?
Ne parla Kodami, lascio qui un estratto dell’articolo:
A queste domande non esistono risposte facili o univoche. Per alcuni è giusto però considerare la clonazione come una risorsa estrema, da affiancare – e mai sostituire – agli strumenti e alle misure di conservazione più tradizionali, come la tutela degli habitat, la lotta al bracconaggio e la riproduzione in cattività finalizzata a rinforzare le popolazioni in natura. Clonare una specie senza preservarne l'ambiente e il contesto ecologico in cui vive, non avrebbe alcun senso e sarebbe come salvare una pagina da un libro che sta andando a fuoco.
Il contenuto di Kodami si basa su uno studio interessante pubblicato su Animals che riguarda i pregiudizi sulla clonazione animale. Io, personalmente, a prescindere dagli avanzamenti del settore, come per la de-estinzione resto scettico anche in questo caso, proprio a livello di approccio: al “mettere una pezza” sdoppiando gli animali preferisco le risposte di sistema che vadano a impattare sulla preservazione dell’habitat, non sul singolo esemplare. Forse la potrei accettare solo in casi estremi… ma non so. Sotto la foto di questo simpatico furetto trovate un sondaggio per dire la vostra.
Momento qualche link bello pieno sul tema metalupi e de-estinzione e poi meme di spade:
📚 Parlavamo della grande campagna di comunicazione, ecco: hanno coinvolto anche R.R. Martin facendogli prendere in braccio uno dei metalupi, gli stessi che lui ha descritto su Game of Thrones. Con tanto di “Winter has come”.
💸 Focus sull’aspetto economico: chi sono gli investitori di Colossal Biosciences? Qui un articolo di Forbes (in inglese), comunque tra di loro pare ci sia Peter Jackson, ma anche Tiger Woods e Tom Brady.
🗞️ Il solito articolo puntuale e chiaro del Post, da cui ho ricavato diverse informazioni che ho riportato in questa puntata e che contiene altri dettagli sulla vicenda.
🗣️ Un’interessante ed esaustiva intervista a Massimo Sandal, scrittore e giornalista scientifico, che risponde alle domande sulla de-estinzione dei metalupi e non solo.
🦖 Che differenze ci sono tra questa storia e quella di Jurassic Park? Beh, innanzitutto speriamo non finisca nello stesso modo. E poi l’approccio degli scienziati della InGen era stato diverso, come veniva raccontato nello stesso film.
🗣️ Jurassic Park è citato anche in questo video di Barbascura X: parte dai topi lanosi e affronta bene tutto il tema, parlando in generale dell’attività di Colossal Biosciences.
🦣 Sempre da YouTube potete recuperare il documentario di Vice sul Pleistocene Park: quasi due ore e mezza di racconto per seguire il visionario tentativo di rimettere in piedi la steppa dei mammut.
Eccoci:
A giovedì prossimo, ciao!
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Gesù…quanto prima del Jurassik Park? 🙄