Bestiale #152 - Il tapiro, gli aironi guardabuoi e altri animali
Contiene foto di: tapiri, aironi, gorilla, mammut e grandi felini.
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centocinquantaduesima puntata di Bestiale, che comincia con il tapiro.
Ma io mi chiedo: come è possibile? Come è possibile che io su Bestiale non abbia ancora parlato del tapiro? L’unico, il mitico, l’ineffabile, l’ineluttabile placido mammifero erbivoro proboscitato, che si muove nel fitto delle foreste, che ama l’acqua e che da piccolo è pucciosissimo neanche fosse Bambi?
E allora eccoci qui: nella foto vedete una versione baby dell’animale in questione, che da giovane, proprio come i cerbiatti, presenta delle macchioline bianche lungo tutto il corpo; e proprio come succede nel per il giovane cervo, anche il piccolo tapiro le usa per mimetizzarsi col terreno bucherellato dai raggi del sole che filtrano attraverso le piante.
Questa, invece, una versione maxi:
E sì, perché poi il tapiro cresce, diventa adulto e può arrivare a pesare fino a 300 kg. Una bestia non da poco, alta al garrese fino a 120 cm, lungo fino a due metri e mezzo. Ha diversi predatori naturali (puma, giaguari, leopardi, tigri, orsi, coccodrilli), ma per buttarne giù uno adulto e ben piazzato ce ne vuole. Del genere Tapirus oggi fanno parte quattro specie, tre di queste vivono in Sudamerica, una in Asia (quella bianca e nera, il cosiddetto tapiro della gualdrappa - ho scoperto solo dopo cosa fosse una gualdrappa). Come spesso accade, però, il rischio maggiore per i tapiri siamo noi.
In realtà l’animale esiste da ben 14 milioni di anni e ha delle caratteristiche tutte particolari. La principale e più strana è senza dubbio la piccola proboscide attaccata al labbro superiore, che gli serve per individuare e afferrare le piante morbide di cui si ciba regolarmente. Proprio la proboscide lo fa somigliare al “frutto di una notte di passione tra un maiale e un formichiere” (cit.), ma in realtà i parenti più stretti del tapiro sono altri: il rinoceronte e il cavallo. E come quest’ultimo sa esibirsi in dei Flehmen niente male:
Piccolo inciso: il Flehmen sarebbe questa smorfia strana che fanno anche i cavalli (ma pure i felidi) e che consiste nel mostrare l’arcata superiore dei denti e serve per identificare i feromoni lasciati da altri animali.
Solitario, territoriale e molto legato all’acqua, il tapiro è un animale strano e incredibile che ha anche ispirato un Pokémon: Drowzee! Il suo nome in giapponese, non a caso, significa “ladro di sogni”…
Aironi guardabuoi, aironi guardabuoi ovunque
![Aironi Guardabuoi a cavallo Aironi Guardabuoi a cavallo](https://substackcdn.com/image/fetch/w_1456,c_limit,f_auto,q_auto:good,fl_progressive:steep/https%3A%2F%2Fsubstack-post-media.s3.amazonaws.com%2Fpublic%2Fimages%2Fb4f148d3-9d7c-4045-8d8c-23f0203b0450_770x470.jpeg)
Non so da voi, ma nel mio comune d’origine sono ovunque, nei campi arati, in mezzo agli ulivi, tra le zone di campagna. Mai come quest’anno sto vedendo tanti aironi guardabuoi (Bubulcus ibis) ed è difficile non notarli: tanti pennuti bianchi tutti insieme in mezzo al verde, che appena qualcuno si avvicina troppo si librano in volo, svelti e coesi, per andare chissà dove.
La prima volta che ho visto un gruppo di aironi guardabuoi non capivo neanche cosa stessi vedendo: al massimo nelle mie zone si trovano piccioni e cornacchie. Non sapevo da chi o da cosa fossero composti quei gruppetti di volatili bianchi, poi dopo qualche ricerca l’ho capito. E adesso li vedo ovunque, anche quando attraverso l’Italia in treno loro sono lì, in mezzo ai campi, a nutrirsi di insetti e piccoli animali come le arvicole.
Il suo nome deriva proprio dal fatto che viene osservato in campagna dove va dietro al bestiame per cibarsi degli insetti sollevati dal passaggio di mucche&co. L’airone guardabuoi può essere avvistato in prossimità di terreni arati, mentre segue i trattori e l’avanzamento del lavoro nei campi, come fosse un umarell. Ma in realtà lui aspetta solo che si apra il buffet.
Gli incendi in California fanno strage di animali selvatici
I devastanti incendi che stanno martoriando Los Angeles colpiscono, ovviamente, anche gli animali. In quelle zone, tra l’altro, come spiega Kodami sono presenti specie già a rischio estinzione prima di questo evento catastrofico. Gli animali, in casi simili, per salvarsi fanno quello che possono. Un estratto:
Anfibi e pesci possono nuotare nelle acque profonde aspettando che il calore superficiale passi, così come piccoli mammiferi, rettili e invertebrati possono infilarsi in tunnel e tane sotterranee per sfuggire alle fiamme e proteggersi dal calore. Gli uccelli adulti volano via, mentre i grandi mammiferi – come i cervi – si spostano nei boschi cercando di evitare fumo e fuoco.
Questo accade in situazioni normali, ma la portata del disastro di Los Angeles è spaventosa. Immaginare il numero delle vittime selvatiche è difficile. Basti pensare che durante gli incendi in Australia si stima che morirono 1 milione di animali.
Intanto, Trump per trovare un colpevole al disastro ha addirittura additato un piccolo pesciolino definito da lui “inutile”. Qui la storia.
I gorilla, quando mangiano, canticchiano dalla felicità
Proviamo a risollevarci un po’ con una curiosità che fa sorridere. L’ho scoperto per la prima volta grazie a un post su Instagram di TheMuffa, mi ha colpito parecchio: secondo uno studio, i gorilla canticchiano canzoncine felici mentre mangiano, per esprimere soddisfazione. Il canto mangereccio sarebbe utilizzato dal capobranco per dire a tutto il resto del clan: ehi, è ora di cena!
Cito questo articolo di LifeGate sul tema:
La ricercatrice [Eva Luef] ha identificato due diversi tipi di suono emessi dai gorilla durante il pasto. Uno dei due è canticchiato, con un tono a bassa frequenza costante che suona un po’, secondo la Luef, come un sospiro di soddisfazione. “Non ripetono la stessa melodia più volte – ha spiegato la studiosa – sembra che compongano piccole canzoni per il cibo”.
“Ogni gorilla ha la propria voce, si può veramente dire che sappiano cantare – ha affermato Ali Vella-Irving che si occupa di gorilla allo zoo di Toronto, in Canada – quando mangiano il loro cibo preferito cantano più forte”.
Un parco Nazionale del Pleistocene, con animali estinti riportati in vita 🦣
Più volte su questa newsletter mi sono espresso sul tema della de-estinzione degli animali: nonostante sia un “fan” delle bestiole estinte, resto convinto che gli sforzi andrebbero concentrati sull’evitare che se ne estinguano altre, piuttosto che riportare in vita chi non c’è più.
E invece, adesso, si parla addirittura del popolamento del Parco del Pleistocene, che esiste già e si trova in Jacuzia. Venne costruito nel 1996 proprio per far rivivere l’ambiente delle steppe dei mammut e oggi è popolato da specie esistenti come alci, renne e yak. Nel prossimo futuro, invece dei dinosauri dovrebbe ospitare animali estinti più recenti (e di cui abbiamo ritrovato esemplari ben conservati) come mammut o leoni delle caverne. Il governo russo ha stanziato 6 milioni, l’obiettivo è introdurre i nuovi-vecchi animali entro il 2028.
Qui trovate un valido approfondimento sul tema.
Momento qualche link e meme amarognolo:
Sono state catturate le due linci illegalmente liberate nelle Highlands, in Gran Bretagna: ora sono al sicuro 🗞️
Addio alla “Regina dei lupi” di Yellowstone: aveva un occhio solo e tanti figli, è stata uccisa da un branco rivale 🐺
Ok, io ho parlato tanto di aironi guardabuoi, ma pure gli ibis sacri ormai sono dappertutto: ora è il Sud a farci i conti 🔍
Forse adesso ne sappiamo di più sull’olfatto dei ragni: secondo un nuovo studio, per sentire gli odori userebbero peli olfattivi situati sulle zampe 🕷️
Un reel che ho pubblicato su Instagram e che sta piacendo parecchio: una tartaruga assaggia un polichete, ma lo spuntino non va a buon fine… 🐢
Eccoci:
A giovedì prossimo, ciao!
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il baby tapiro mi ha donato della gioia ❤
Mi sento molto gorilla!