Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centoventitreesima puntata di Bestiale, che comincia col leopardo nebuloso.
Domenica scorsa sono stato al parco faunistico La Torbiera (la foto qui sopra è presa infatti dal loro sito): ne avevo sentito parlare un gran bene, mi piacciono gli animali (si era capito?), ho controllato la mappa ed era abbastanza vicino (si trova in provincia di Novara), così ho deciso di andare. E non sono rimasto deluso. Il parco è immerso nel verde, ogni animale presente è calato nel suo habitat naturale e ha il modo per condurre un’esistenza serena. La Torbiera porta avanti progetti di conservazione ambientale e di sensibilizzazione. Visitarlo è stata una bella occasione per vedere da vicino specie altrimenti lontanissime e spesso “invisibili” e per supportare il parco nelle sue sfide quotidiane.
Con mia grande gioia, durante il percorso mi sono imbattuto in diverse puntate di Bestiale: c’era il nostro amico yaguarondi (nella sua versione rossastra), ma anche il crisocione (che emozione, scovarlo tra gli arbusti), il muntjak, il binturong. E ancora: panda rosso, ghepardo, emù, leopardo delle nevi… ecco l’elenco completo.
Tra gli animali che più mi hanno impressionato, c’è il leopardo nebuloso che citavo all’inizio: saranno stati i grandi occhi lucidi e “parlanti”, sarà stato il modo spettacolare in cui si è palesato a noi, spuntando da dietro i cespugli per… fare cacca; fatto sta che mi è rimasto impresso il suo passo discreto, il modo in cui il suo manto spariva tra gli arbusti, perfettamente confuso nella vegetazione, rendendolo l’animale elusivo che è.
Anche per questo, conosciamo molto poco dei suoi comportamenti in natura. È una cosa che mi ha fatto pensare: in un mondo iperconnesso, con informazioni accessibili in maniera immediata e totale, ci sono ancora un’infinità di cose che non sappiamo e che forse non sapremo mai. In fondo è bello e giusto così: è proprio il non sapere che ci spinge a curiosare, a studiare, ad approfondire. È la spinta fondamentale di ogni scienza e conoscenza. Gli animali, in questo, giocano un ruolo importantissimo.
Tornando al felino in esame, di lui sappiamo che vive soprattutto nel Sud-Est Asiatico, si stima ne siano rimasti in natura circa 10.000 esemplari (numero in diminuzione, ovviamente a causa della riduzione di habitat). Il nome “nebuloso” deriva proprio dal suo manto, cosparso di motivi che ricordano le nuvole. Un paio di curiosità: è un abile arrampicatore (pare si nutra per lo più di animali arboricoli) e riesce addirittura a camminare sugli alberi a testa in giù; inoltre i suoi canini superiori sono, in proporzione, i più lunghi tra tutti i felini (come si vede dall’immagine che segue, presa da Wiki).
L’esemplare presente a La Torbiera, dopo aver fatto i suoi bisogni, ha deciso di mostrarsi a noi comuni mortali con una sfilata meravigliosa, passandoci davanti e mostrando il suo manto maculato (che gli è costato storicamente molto, visto che ha attirato i bracconieri) in tutto il suo splendore. Emozione e pura bellezza.
Assistere a piccole scene come questa mi ricorda cosa vuol dire guardare la vita con gli occhi di chi è ancora in grado di meravigliarsi.
Quando vedo un animale, che sia un leopardo nebuloso o una volpe che attraversa la strada, mi sento un bambino in un corpo da adulto. Gli occhi si allargano, il sorriso si spalanca come le persiane la domenica mattina. Vorrei dire tante di quelle cose che provo, invece spesso resto solo a bocca aperta.
Perché il pavone “fa la ruota” con la coda? 🦚
E mentre noi cercavamo di vedere altri animali, qualcuno non era d’accordo e preferiva che guardassimo lui, in tutto il suo splendore: abbiamo trovato un pavone piazzato davanti alla zona dei gibboni, con la sua ruota variopinta spalancata di fronte a due ragazzi fermi, intenti ad osservarlo. Che il pavone fosse innamorato?
Proprio questo è il motivo principale per cui il pavone maschio fa la ruota: in primavera comincia la stagione degli amori e le femmine scelgono chi ha la ruota più grande e bella (ma non solo: qui un articolo approfondito sul tema), e che quindi ha i geni migliori. I maschi emettono anche delle impercettibili vibrazioni, sempre per attirare l’altro sesso. E per non farci vedere i gibboni.
Occhio, però: si pensa che la ruota, grande e piena di “occhi”, serva anche per spaventare altri maschi corteggiatori o eventuali predatori che possano metterlo in pericolo, o pensare di invadere il suo territorio. Meglio stargli alla larga, dunque. E infatti abbiamo proseguito il percorso senza disturbarlo…
Momento quiz 💡
La risposta nella puntata #86 di Bestiale.
Una semplice infografica che apre gli occhi
Siamo abituati a pensare il mondo come umanocentrico, mettendoci sempre sopra a tutto il resto. E invece il mondo non è neanche mammiferocentrico: al massimo è insettocentrico. Lo spiega bene questo pannello che ho trovato lungo il percorso: tra gli Animalia, la nostra classe (Mammalia) non è poi così numerosa.
Spiccano invece gli insetti: ne conosciamo circa un milione di specie, ma il loro numero potrebbe essere cinque volte maggiore. Di nuovo: quante cose che non sappiamo. E quanto è bello non sapere.
🧘🧘🧘
Questo, invece, è stato il momento più rilassante, riconciliante, riappacificante, calmo, quieto, serafico, tranquillo, sereno, placido, pacato. Un modo come un altro per riconnettersi col mondo, per fermarsi e dire: ok, forse una pausa è necessaria. Perché alla fine la vita è pure questa cosa qua: crogiolarsi al sole in un pomeriggio di domenica.
Me lo hanno ricordato due capibara.
La grande guerra degli emù
Prima di chiudere il nostro giro, abbiamo anche avuto modo di fare un piccolo salto in Australia. Oltre ai piccoli e pucciosi wallaby (che altro non è che un “macropode di dimensioni moderate”) nello stesso spazio erano presenti anche gli emù. Si tratta del secondo uccello più grande del mondo (dietro solo al suo gigante cugino struzzo). Gli emù sono conosciuti anche perché, nella prima metà del secolo scorso, sono riusciti a “vincere” una guerra contro gli esseri umani. Tutto vero: esiste pure una pagina di Wikipedia a riguardo. Lascio qui un video che spiega bene quanto accaduto.
Momento qualche link e poi chiudiamo a volo di gabbiano:
Ehi, zoo di Taizhou: era veramente necessario dipingere un cane in modo tale da farlo assomigliare ad un panda? 🤦
Ci risiamo: le orche hanno affondato un’altra imbarcazione a Gibilterra 🚤
L’orsa JJ4, che l’anno scorso aveva aggredito mortalmente Andrea Papi (ne avevo parlato anche qui su Bestiale), sarà trasferita in Germania: il prossimo autunno verrà portata in un’oasi della Foresta Nera 📰
Domanda: sarebbe forse meglio che i gatti indossassero dei campanelli per proteggere gli uccelli selvatici? 🔔
Il cane-attore Messi ancora protagonista: questa volta gli è toccato il red carpet del Festival di Cannes - che a questo punto potremmo chiamare Festival di Cane (era brutta, lo so) 🐶
Eccoci:
Per oggi è tutto, ci sentiamo giovedì, ciao!
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Pur col mio enorme e sfrenato amore per l'animalino ho sempre un sacco di remore nei confronti di posti simili perché ho paura di rendermi conto una volta lì che tra il modo in cui viene comunicato un parco e la realtà del luogo e del benessere degli animali che ci vivono non siano allineate. MA dato che sei una delle selezionatissime persone il cui seal of approval per un posto del genere mi convince che meriti di essere visto, credo che questa primavera una gita a La Torbiera non me la toglie nessuno!
Allora, è una vita che sento parlare di questo parco, ora sto organizzando una gita, sappilo.