Bestiale #75 - Un cervo spaziale, coccodrilli che si riproducono da soli e altri animali
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la settantacinquesima puntata di Bestiale, che comincia con il muntjak.
All’apparenza sembra un cervide qualunque: vedendolo in foto, non si nota quasi nulla. Agli occhi più attenti però non saranno sfuggiti alcuni particolari, su tutti quelle specie di fossette che si intravedono al centro della testa. Di che si tratta?
Nel video che segue si vedono meglio:
Non a caso, qui viene chiamato “cervo alieno”: in effetti sembra un incontro ravvicinato con un animale di un altro pianeta, incontrato appena dopo l’atterraggio, quando ancora bisogna capire se l’aria è respirabile oppure no.
Quelle che vedete muoversi sono le due coppie di ghiandole di cui dispone il muntjak: due preorbitali (quelle che si trovano subito sotto agli occhi) e due frontali. Hanno diversi scopi: servono per odorare, certo, ma anche per marcare il territorio.
Altra particolarità: il verso. Viene chiamato anche “cervo che abbaia” perché emette latrati simili a quelli di un cane.
Il coccodrillo come fa - anzi, come ha fatto? 🐊
E mentre noi siamo qui che guardiamo cervi spaziali, c’è una femmina di coccodrillo che è riuscita a deporre delle uova senza che queste fossero state fecondate, dando alla luce dei piccoli. Si tratta del primo caso registrato di partenogenesi nei coccodrilli. Da Kodami:
Questi animali di norma si accoppiano per riprodursi, quindi danno vita alla loro prole in seguito alla fecondazione, come accade nella maggior parte dei rettili. A quanto pare, però, sono capaci di fare a meno di un partner qualora si presentino condizioni che rendono complicato o impossibile l'accoppiamento. Questa tipologia di riproduzione, infatti, consente di riprodursi e di trasmettere i propri geni senza investire energie nella ricerca di un compagno, ed è quindi di supporto a tutte quelle specie che vivono in con condizioni difficili. Per esempio, se una femmina di drago di Komodo arriva su un’isola disabitata, grazie alla partenogenesi può creare da sola una popolazione della propria specie.
Nel frattempo, un altro coccodrillo ha fatto parlare di sé, in settimana: si tratta di Cassius, il più grande coccodrillo del mondo in cattività, che ha compito 120 anni e misura 5,5 metri (diciamo quindi come tre esseri umani di statura media sdraiati di fila). Studiare il suo DNA può servire per avere nuove conoscenze sulla longevità.
Non uccidete i ragni in casa!
Il motivo, in breve: di base sono nostri alleati, non nostri nemici, per questo andrebbero lasciati lì dove sono. La spiegazione, dal Post:
Anche se si cibano di tutto ciò che riescono a catturare grazie alle ragnatele, spesso i ragni si nutrono anche di parassiti o di insetti che potrebbero portare con sé malattie, come le zanzare. Per questo, uccidere un ragno in casa può significare uccidere un importante predatore che, mangiando questi insetti e parassiti, limita fastidi e disturbi di salute a chi ci vive. È stato stimato che a livello globale gli aracnidi uccidano fino a 800 milioni di tonnellate di prede ogni anno, compresi certi insetti che possono trasmettere malattie agli esseri umani.
Vignetta per riassumere il concetto:
Momento cetacei 🌊
Lungo lo stretto di Gibilterra, le orche stanno attaccando intenzionalmente le imbarcazioni. Non solo: pare che i genitori stiano insegnando ai figli a portare avanti questo comportamento ostile. Da qui:
Non ci hanno messo molto a distruggere entrambi i timoni... Sembrava che sapessero esattamente cosa fare. Non hanno toccato nient'altro.
E poi un paio di segnalazioni per gli appassionati di whale watching: se vi trovate a Sanremo e vi fate un giro al largo, in questo periodo potreste avvistare dei capodogli; se invece fate un giro in Svezia e guardate verso l’acqua, potreste individuare Hvladimir, il beluga che si pensa possa essere una spia russa.
“Life imitates art” 📸
Con un occhio e una posa quasi umani, una testa addobbata a festa e un mantello di piume che ne maschera il volto, questo ritratto rimane enigmatico anche quando gli si dà un nome. Senza avere cognizione del becco - tra i più grandi del mondo - è difficile immaginarlo come un pellicano crespo, anche se le piume bianche e argento ondeggianti sulla fronte e i pennacchi sgargianti sulla testa non potrebbero appartenere a nessun'altra specie. Fotografato all'alba, su un'isola del Delta del Danubio in Romania, il volatile è ancora in posizione di riposo, con la testa ruotata di 180 gradi e il becco appoggiato sul dorso, sepolto dalle piume.
(Via)
Momento qualche link e poi statue di gatti:
Per gli amanti della matematica: le api comprendono il concetto di zero? 🐝
Notizia che forse può riassumere la puntata di oggi: un’orca e un cervo nuotano l’una accanto all’altro 🏊♂️
Berlusconi, Dudù e non solo: tutti i cani del Presidente 🐕
Il caso Jj4 va ancora avanti: il Consiglio di Stato ha sospeso l’abbattimento fino al 13 luglio 📰
Scoiattoli volanti che si reinventano falegnami e usano tecniche smart per non perdere le noci 🐿️
E allora:
A giovedì prossimo, ciao!
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