Bestiale #142 - L'uccello giardiniere, topi maschi che si nascondono dietro alle femmine e altri animali
Contiene immagini di: uccelli, orsi, animale che non posso dire sennò svelo il quiz, cani.
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centoquarantaduesima puntata di Bestiale, che comincia con l’uccello giardiniere.
Nel mondo animale, spesso il maschio si esibisce e compete, mentre alla femmina spetta la scelta del migliore con il quale accoppiarsi. Alcuni combattono, altri danno sfoggio delle loro abilità. Di questa seconda categoria fa parte l’uccello giardiniere, una sorta di tuttologo dell’arte: starebbe benissimo in un programma tipo Bird’s Got Talent. Lui, infatti, di talenti ne ha diversi.
Il nome dice parecchio: l’uccello giardiniere maggiore (Chlamydera nuchalis) è un maestro nell’arte di intrecciare ramoscelli. Lo fa con uno scopo in particolare, ossia quello di attrarre l’altro sesso: solo l’architetto migliore riuscirà ad ottenere il favore della damigella. La struttura che costruisce può raggiungere i 45 cm dal suolo e l’area circostante viene decorata con cianfrusaglie colorate, petali sgargianti, cosettine carine. Occhio, però: i pergolati non sono solo ormanentali…
La costruzione fatta di ramoscelli, infatti, torna utile anche per l’acustica: come dicevamo, l’uccello giardiniere maggiore (così come suo cugino, il giardiniere satinato) ha anche altri talenti, tra i quali c’è quello del canto. Un recente studio ha dimostrato che, per far arrivare meglio la sua voce alla femmina, l’ingegnoso pennuto si piazza in un punto esatto del pergolato che, per via della sua particolare forma, esalta il canto. E poi c’è la danza, un balletto curioso e ritmato, magari con qualche oggetto colorato in bocca. Un grande classico da Bird’s Got Talent.
I topi maschi che usano le femmine come scudo 🐁🛡️
Ebbene: uno studio che ha riguardato il topo comune (Mus musculus) ha dimostrato che i maschi, quando si sentono minacciati da altri esemplari dello stesso sesso, si nascondono dietro le femmine per distrarre l’aggressore. Anche i topi come tutti gli animali hanno i loro caratteri, e quelli più remissivi adottano questa tattica per scappare dal conflitto: l’esemplare aggressivo si trova di fronte alla femmina e dirotta le sue attenzioni su di lei, dimenticando il fuggitivo.
In Trentino un orso che ha attaccato un fungaiolo sarà abbattuto. L’uomo: “Non fatelo: io ero a casa sua, non il contrario”
«L’orso non mi ha aggredito, non mi ha graffiato. I segni che ho sulla schiena sono quelli provocati dalle unghie mentre mi schiacciava a terra con le zampe, ripetutamente, come a dirmi “stai giù”. Le sue unghie infatti non sono retrattili e quindi mi ha per forza segnato la pelle. Mi ha sorpreso alle spalle, mi ha spinto e mi ha buttato a terra, io voltandomi ho visto il suo muso. Allora d’istinto ho portato le mani sulla testa per proteggermi. Il tutto è durato circa una decina di secondi».
Queste le dichiarazioni rilasciate a La Stampa da Andrea, 33 anni, che sabato 19 ottobre è stato ferito da un orso in Trentino mentre era in cerca di funghi.
«Probabilmente quella sua reazione era solo per difendersi: del resto ero io a casa sua e non il contrario».
Dopo il veloce attacco, l’orso si è allontanato e l’uomo, essendosi assicurato che non fosse più nei paraggi, si è alzato ed è andato via. Ancora Andrea:
«Hanno annunciato che verrà ucciso solo poche ore dopo che lo avevo incontrato nel bosco, per quanto ne avessi parlato solo con dei forestali. Hanno detto subito che lo abbatteranno e questo mi ha dato alquanto fastidio. Io non mi sento di dire che gli orsi vanno ammazzati, sterminati. No: a mio parere sarebbe meglio controllarli di più, monitorare i loro spostamenti e comportamenti. E fare in modo che la gente sappia da fonti certe quali sono le zone più a rischio, dove è più probabile incontrare l’orso. Insomma, adottare un sistema per avvertire le persone delle aree più pericolose».
Se anche un ragazzo che è stato appena aggredito riesce a restare lucido e invita a riflessioni più profonde della semplice “caccia agli orsi”, forse c’è speranza. Speriamo che il messaggio arrivi anche alle istituzioni.
Momento Bufalina 🍕
Inauguriamo una nuova rubrica: il debunking di fake news bestiali, piccole o grandi che siano. Cominciamo con questo video, stando al quale uno squalo avrebbe salvato una balena in difficoltà “guidando” la barca verso il mammifero rimasto impigliato nelle reti di plastica.
Ecco: montaggio a parte, è evidentemente una bufala perché si può star certi del fatto che, se uno squalo vedesse una balena ferita e inerte, piuttosto che aiutarla la trasformerebbe in fretta nel suo prossimo pasto. Come sempre: natura ≠ film Disney.
Cheers! 🍻
Un report disastroso che racconta la crisi biologica 📉🐢
I dati riportati nel Living Planet Report 2024 del WWF sono allarmanti: in cinquant’anni, dal 1970 al 2020, c’è stato un calo del 73% della dimensione media delle popolazioni di animali selvatici sul nostro pianeta.
Il calo più forte si registra negli ecosistemi di acqua dolce (-85%), seguiti da quelli terrestri (-69%) e poi marini (-56%). La perdita e il degrado degli habitat, causati principalmente dai nostri sistemi alimentari, rappresentano la minaccia più frequente per le popolazioni di specie selvatiche di tutto il mondo, seguita dallo sfruttamento eccessivo, dalla diffusione delle specie invasive e di patologie.
Momento quiz 💡
Questo qui è un esemplare leucistico, ossia con una mancanza parziale del pigmento, il che rende il suo manto praticamente bianco. Ok, ma di che specie si tratta?
La risposta nella puntata #99 di Bestiale.
Di lupi, di uomini e di greggi
L’uomo, migliaia di anni fa, ha addomesticato il lupo per renderlo un animale domestico, facendolo diventare “il suo migliore amico”. Tra i vantaggi di questa cooperazione c’era e c’è ancora oggi la protezione dalle minacce esterne: i cani fungono da deterrente per i malintenzionati, come si legge sui cartelli appesi fuori dai cancelli; oppure da protezione dai predatori esterni, come evidenzia questo straordinario video che mostra in che modo un cane difende il gregge dai lupi. Anche quello che alle nostre orecchie suona come un semplice abbaio può essere decisivo.
Momento qualche link e poi difendiamo queste cavolo di foreste:
A Cambridge l’intelligenza artificiale restituisce “la voce” agli animali estinti 🗣️
Una strana storia di koala abbracciati ai pali della luce: le foto a me hanno messo tristezza 🐨
Eccoci qui: sono state trovate delle microplastiche anche nel respiro dei delfini 🐬
Ti svegli una mattina e trovi 100 procioni affamati davanti casa tua: che fai? 🦝
Un articolo del Post sull’uomo e su altri animali “bugiardi”, che parla anche delle nostre amiche cornacchie 🐦
Dunque, combattiamo:
A giovedì prossimo, ciao!
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Il fumetto finale mi fa piangere. Peró é cosí. Ripartiamo e ci riproviamo, anche se ormai é troppo tardi.
Quella dei topi è una vera chicca :D