Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centoventottesima puntata di Bestiale, che comincia con il casuario.
Forse ci troviamo di fronte ad uno degli animali più Jurassic Park esistenti: il Casuarius casuarius e i suoi fratelli (ne esistono altre due specie) è infatti una sorta di velociraptor con le piume, solo che per fortuna si nutre principalmente di frutta e altri vegetali. Vive in Australia, Indonesia e Nuova Guinea ed è gigantesco: fondamentalmente è alto come una persona di statura media, visto che può arrivare a toccare i 180 cm di altezza.
La sua velociraptosità è confermata da un artiglio che Alan Grant apprezzerebbe parecchio. Le zampe del casuario sono composte infatti da tre dita: una di queste è di fatto un arma letale (qui si vede bene), una sorta di pugnale di 12 centimetri che può rivelarsi mortale. Anche qui, poco da preoccuparsi: il casuario è un animale solitario che preferisce evitare le lotte ed è difficile che attacchi, a meno che non sia messo alle strette. Ecco: se aveste la malsana idea di mettere alle corde un pennuto di 180 cm con un pugnale, potreste passare un brutto quarto d’ora. Subireste infatti un attacco spettacolare, che consiste in un calcio in avanti unico nel suo genere.
Come spesso accade, però, siamo più noi a minacciare loro che il contrario. La vita del casuario è messa in pericolo dalla riduzione di habitat, dagli animali randagi (che se la prendono uova e pulcini), dalla caccia e dagli incidenti automobilistici. Proprio per risolvere questi ultimi, il Queensland ha speso molti milioni su un ponte sulla Bruce Highway per far attraversare al sicuro i casuari. Si stima che ogni esemplare, per via del turismo, faccia guadagnare 1 milione al Queensland. Da inizio anno sono stati investiti 10 casuari. Il ponte è un progetto funzionale e ambizioso, ma il risultato, proprio a livello concreto, per il momento non è dei migliori.
Di attraversamenti sicuri per animali parleremo anche più avanti, in questa puntata. Nel frattempo, se volete approfondire la conoscenza del casuario, vi consiglio questo articolo ben scritto, dove si parla anche della particolare cresta del nostro velociraptor odierno.
Vaquita vicinissima all’estinzione
Dall’altra parte del mondo, la vaquita (Phocoena sinus) è purtroppo prossima all’estinzione. Si tratta del più piccolo cetaceo al mondo, avevamo parlato di lei più di un anno fa, vi raccontavo come la specie fosse a rischio soprattutto a causa della pesca illegale (“indiretta”, tra l’altro, perché i pescatori catturano la vaquita solo incidentalmente).
Di recente un nuovo censimento ha dato una stima del numero di esemplari rimasti: sono tra i 6 e gli 8. L’anno scorso erano tra gli 8 e i 13. Numeri già drammatici, che adesso sono ulteriormente in calo e lasciano poco scampo a questa specie. Qui un approfondimento sul tema.
Uno studio sugli animali domestici
Cambiamo argomento: di recente Ipsos ha pubblicato una ricerca sugli animali domestici in Italia piena di dati interessanti, ne lascio qui qualcuno.
La spesa per mantenere un animale domestico si aggira sui 1000 euro all’anno;
Il 56% degli italiani possiede un animale domestico, un altro 20% vorrebbe averne uno;
Il 36% degli italiani ha un cane, il 33% un gatto;
L’85% dei Millennial considera l’animale come membro della famiglia; tra i Boomer la percentuale scende al 67%.
Vale la pena soffermarsi sul capitolo viaggi, ora che è arrivata la bella stagione:
Meno della metà dei proprietari (il 38%) viaggia di frequente con il proprio animale, ma nelle aree metropolitane questa abitudine è più diffusa, con una percentuale che sale al 46%. A spostarsi maggiormente con il proprio animale sono i Millennial (nel 46% dei casi), mentre soltanto il 34% dei Boomer lo fa. Tra i principali problemi che si riscontrano troviamo il trasporto dell’animale (nel 31% dei casi), la possibilità di trovare alloggi che accettano animali (28%) e la gestione delle esigenze dell’animale durante lo spostamento (28%).
Fauna selvatica e incidenti stradali
A proposito di viaggi e di strade: qualche giorno fa ero in macchina, stavo guidando e nel giro di neanche un km mi sono imbattuto in tre animali morti sulla strada: una volpe, un riccio e un altro piccolo mammifero non identificato, credo un topo di campagna. Spesso, quando mi metto alla guida, mi capita di vedere esemplari senza vita sul ciglio della strada. Animali di tutti i tipi, dai lagomorfi agli uccelli, passando per rettili e anfibi. E ogni volta mi intristisco.
Spesso basterebbe andare più piano e rallentare, per accorgersi in tempo dell’animale ed evitarlo. Alcune volte, però, mi rendo conto che gli impatti sono quasi inevitabili: purtroppo gli animali non capiscono i pericoli che corrono e non sempre si riesce a schivarli (ma andare più piano resta un comportamento sempre valido e utile).
Nel frattempo, in alcune zone d’Italia si testano nuove tecniche per evitare collisioni: in Alta Val di Susa, ad esempio, sono stati sperimentati diversi sistemi, tra cui dei catarifrangenti anti-attraversamento per dissuadere gli animali. Se ne parla qui:
La luce dei fari dei veicoli riflessa dai catarifrangenti crea una barriera ottica di protezione, che scoraggia gli animali dal tentare l'attraversamento, riducendo così il rischio di incidenti. Dopo un’applicazione per smartphone che avvisa quando si attraversa una zona a rischio, quella dei catarifrangenti blu è un’altra azione utile a prevenire gli incidenti stradali con la fauna selvatica in Alta Valle di Susa.
Oltre a questi sistemi, sono utilizzate anche reti che impediscono l’attraversamento degli animali in punti critici e che li indirizzano verso dei sottopassaggi sicuri, liberati da vegetazione e rifiuti. E poi ci sono le campagne di sensibilizzazione, incentrate sempre sul medesimo messaggio: “rallenta”.
Momento quiz 💡
Le zecche sono in aumento (e c’entra il cambiamento climatico)
Nella puntata precedente avevamo citato le zecche che corrono veloci (zecca marginata, Hyalomma marginatum), ma è il caso di parlare anche di quelle “classiche” che si trovano in Italia e in Europa. Il loro numero è aumentato, di conseguenza aumenta anche il rischio di essere morsi. Ne parla il Post:
In Europa i casi di contagio registrati sono in aumento da anni e si ritiene che c’entri il cambiamento climatico. Le temperature più alte allungano il periodo di attività annuale delle zecche e favoriscono la loro proliferazione e la loro diffusione territoriale: in alta montagna fa troppo freddo, ma si trovano anche tra i 1.200-1.400 metri di altitudine. Sono quindi cresciute le popolazioni di questi animali e con esse le probabilità di essere morsi da individui vettori dei batteri che causano la malattia di Lyme o del virus dell’encefalite. Ci sono comunque varie precauzioni per evitare di essere morsi, e nel caso dell’encefalite esiste anche un vaccino, che è consigliato a chi è più esposto al rischio di incontrare zecche ed è gratuito per i residenti in aree particolarmente interessate dalla loro presenza.
All’interno dell’articolo del Post trovate approfondimenti sulle malattie e sulle precauzioni.
Momento qualche link e poi meme che mi ha steso:
La foto di una vita? Scatto incredibile: un volatile che si fa dare un passaggio da un altro… su un ramoscello 📸
A Caldes, il comune dove viveva Andrea Papi, un orso ha fatto visita al seggio elettorale dopo le elezioni: lassù le interazioni continuano a far discutere 🗞️
Occhio al vermocane, sì, ma anche pesce prete: lo conosciamo da tempo, ecco quello che c’è da sapere, senza allarmismi 🐟
E poi ci sono gli abissi, dove ci si può imbattere in “cetrioli di mare trasparenti, spugne di vetro a forma di tazza e Amperine che assomigliano a Demogorgoni” 🤿
Nel frattempo, a Novara, una pecora ha bloccato la tangenziale e seminato il panico: tutto è andato a finire bene 🐑
E allora chiudiamo così:
A giovedì prossimo, ciao!
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La foto del merlo che si prende un passaggio dall'airone è straordinaria!