Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centosettesima puntata di Bestiale, che comincia col babirussa.
Sembra un animale generato dall’intelligenza artificiale, che (come noto) certe volte aggiunge dita a caso: col babirussa, invece, l’AI di Madre Natura si è divertita a moltiplicare le zanne dopo l’input “disegnami un cugino del facocero”. Risultato: adesso esiste veramente un suide i cui denti spuntano fuori dal muso.
Il babirussa vive solo in una zona del mondo: sull’isola di Sulawesi, in Indonesia. Nel linguaggio locale, il suo nome vuol dire “cervo-maiale”: le zanne aggiuntive, infatti, ricordano quasi un palco di corna. Quelli che spuntano dalla pelle sono i canini della mascella superiore: non crescono verso dentro, ma vanno in alto trafiggendo la carne e curvandosi in direzione della testa. Quelli che spuntano dai lati, invece, sono i canini inferiori.
Che dire? Wow.
Cose da sapere:
alcune volte le zanne si spezzano in seguito ai combattimenti tra maschi;
può succedere che i canini inferiori crescano in avanti, diventando una sorta di pugnale;
le femmine hanno zanne più corte;
alcuni babirussa sono stati addomesticati dagli abitanti dell’isola di Sulawesi;
il babirussa è l’unico mammifero i cui denti trafiggono la carne: i fori di uscita non si infettano mai, gli studiosi stanno cercando di capire perché (comprendere il motivo potrebbe tornare utile anche per gli esseri umani).
Curiosità random che forse Wikipedia dovrebbe fixare: se clicchi sulla parola “babirussa” partendo da questa pagina, ti rimanda sul profilo di Carlo Calenda. Non so bene cos’altro aggiungere.
Ma ditemi, adesso che li conoscete entrambi, preferite il potamochero o il babirussa?
I cani e i ghepardi sono davvero amici?
Sui social capita spesso di imbattersi in video di ghepardi e labrador che giocano insieme. Veramente le due specie vanno d’accordo? Un po’ di ordine: succede solo negli zoo e, ovviamente, c’è lo zampino dell’uomo in questa “amicizia forzata”.
La pratica nasce per dare soluzioni, ma finisce anche per creare qualche problema. Alcune volte i baby ghepardi vengono abbandonati dalle madri, ma altre volte non è così. Se ne parla su La Zampa:
Spesso, inoltre, anche se i cuccioli di ghepardi non vengono abbandonati dalla madre, vengono comunque cresciuti dai keeper per poi essere affidati ad un cane, per placare lo stress.
In questo caso si tratta di cuccioli di cane che vivranno tutta la vita insieme al ghepardo, diventando effettivamente dei compagni di giochi. Il processo di “amicizia” avviene con l'abbinamento di un ghepardo di tre mesi e un cane di sei mesi. Gli zoologi cercano cani che abbiano una buona disposizione e un comportamento naturalmente calmo quando selezionano i compagni per i ghepardi.
Il problema, però, è che un ghepardo cresciuto come un cane non potrà mai essere reintrodotto in natura.
"Per i ghepardi non è un arricchimento ambientale avere il cane lì con loro; bensì un detrimento: stare in una nursery con giochi e cagnolini invece che in un recinto naturale coi propri simili e senza eccessiva antropizzazione, non è affatto naturale né sano per l’animale”
Marco Panello, curatore zoologico del del parco faunistico La Torbiera
Cosa facevano le cimici dei letti prima dell’invenzione dei letti?
Nulla, secondo questo meme che ho adorato:
Partendo da qui mi sono chiesto: ma poi, quella storia dell’invasione in Francia, come è andata a finire? Non se n’è parlato più sui media, quindi credo che l’emergenza sia rientrata, ma comunque ho trovato questa notizia interessante: nel frattempo è stato inventato una sorta di test antigienico (stile quello del Covid) per verificare la presenza di cimici dei letti.
Il pesce che “diventa nero dalla rabbia”
Nell’immagine (a) si vede chiaramente la sfumatura nera sulla parte posteriore, specialmente nella zona della coda; nella (b), invece, due esemplari molto tranquilli e sereni.
Un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto che i maschi di Oryzias celebensis cambiano rapidamente colore annerendosi quando sono arrabbiati e i picchi di aggressività raggiungono i livelli più alti. Dai risultati preliminari, pubblicati sulla piattaforma pre-print BioRxiv, emerge infatti che le macchie e i disegni neri compaiono rapidamente poco prima di un conflitto e sembrano servire come segnale di dominanza nei confronti degli altri maschi.
Quella volta in cui un pipistrello vinse il premio come “miglior uccello dell’anno in Nuova Zelanda” nonostante, appunto, non fosse un uccello.
Momento qualche link e poi visite dagli antenati:
Ai ratti piace davvero farsi i selfie? Forse sì, guardate qua 🐀
Puntata con diverse citazioni all’AI: come saranno cani e gatti del futuro? Forse così 🤖
Ormai Roma sembra diventata l’habitat perfetto per una nuova specie aliena: l’ibis sacro 🐦
Rivelato l’aspetto del megalodonte anche grazie ad un ricercatore italiano 🦈
“ZURIGO - Rapace in eccesso di velocità fotografato da un radar”: tutto vero 👮
Sei tu?
Ci sentiamo giovedì prossimo, ciao!
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