Bestiale #35
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la trentacinquesima puntata di Bestiale, che comincia con un pesce dagli occhi a botte.
Il nome scientifico è Macropinna microstoma, ma in gergo viene chiamato “barrelaye fish” (pesce dagli occhi a botte, appunto). Scoperto nel 1939 ma filmato solamente di recente, come si vede dall’immagine e come si evince dal nome ha degli occhi tubolari che ricordano vagamente una botte e che sono rivolti verso l’alto (sono quelli verdi), allo scopo di individuare le silhouette delle prede dal basso. Essendo telescopici possono però ruotare anche in avanti, concedendo a questa specie un vantaggio non da poco (di solito i pesci hanno gli occhi ai lati della testa). I due piccoli “bottoni” che vedete davanti, invece, corrispondo all’organo olfattivo.
Grazie alla testa trasparente, gli occhi riescono a raccogliere una maggiore quantità di luce: uno stratagemma utile, visto che il pesce dagli occhi a botte vive tra a più di 500 metri di profondità. Animale solitario e straordinario, si nutre di meduse, sifonofori e crostacei.
Ripeto: non capisco come tutti non stiano in fissa con gli animali.
Restiamo nelle profondità del mare: Ferdinando Cotugno con un mini-thread da brividi.
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Torniamo sulla terra e pure indietro nel tempo. Ho già scritto in qualche occasione di de-estinzione, torno a farlo oggi perché di recente si è tornato a parlare della possibilità di riportare in vita il tilacino, marsupiale estinto nel corso del secolo scorso a causa dell’attività umana. A parte le difficoltà di mettere in atto un processo del genere a livello pratico (le sequenze di DNA sono una roba molto complessa, e anche solo un pezzetto mancante può cambiare tutto), la de-estinzione solleva anche altri tipi di interrogativi. Cito Il Post:
Per quanto riguarda gli aspetti etici ed ecologici, le critiche principali sono due e riguardano tutti i progetti di de-estinzione: reintrodurre un animale in un ambiente che da tempo ne fa a meno potrebbe creare degli squilibri imprevedibili, e il denaro investito in progetti del genere potrebbe essere più sensatamente utilizzato per preservare le specie che esistono tuttora.
Pask però sostiene che grazie al progetto di de-estinzione e alla sua capacità di attirare l’attenzione ci siano molti più fondi per proteggere animali come i koala.
Restando in tema, se siete appassionati di criptozoologia o comunque di ricerche di animali misteriosi, vi consiglio questo articolo: racconta delle varie spedizioni effettuate nel corso degli anni per cercare di trovare un tilacino ancora in vita in natura.
🐢🐢🎂
Ma facciamo tanti auguri a Janus, la tartaruga con due teste che sabato scorso ha compiuto 25 anni! Si legge su Reuters:
Janus, che ha anche due cuori, due paia di polmoni e due personalità distinte, non sarebbe sopravvissuto a lungo in natura perché non può ritrarre la testa nel guscio per cercare riparo dai predatori.
Ma al Museo di Storia Naturale di Ginevra, dove è nata nel 1997, Bourgoin e il suo team di curatori - che ritengono sia la tartaruga bicefala più antica del mondo - possono soddisfare ogni sua esigenza.
![Twitter avatar for @Reuters](https://substackcdn.com/image/twitter_name/w_96/Reuters.jpg)
Flavia mi segnala un interessante articolo che comincia da una storia triste per dare il la a una riflessione profonda: come vivono il lutto gli animali? Lascio qui una citazione un po’ lunga, ma vale la pena leggere tutto:
Tahlequah aveva vent'anni quando ha dato alla luce sua figlia, il 24 luglio 2018. Sebbene la neonata fosse nata senza problemi, morì poco dopo. In circostanze normali, ci sarebbe stato un esperto a disposizione per determinare la causa del decesso. Ma quelle non erano circostanze normali.
Subito dopo la morte della figlia, Tahlequah fece qualcosa che presto l’avrebbe resa famosa in tutto il mondo: iniziò a portare con sé il cadavere ovunque andasse. Lo fece per settimane intere, in quello che i testimoni definirono "tour del dolore". Durante questo periodo mangiava raramente. Quando dormiva, gli altri componenti della sua famiglia portavano a turno il bambino. "Sappiamo che la sua famiglia sta condividendo la responsabilità: non è sempre lei a portarlo, sembra ci siano dei turni", disse Jenny Atkinson, che in quel periodo assisteva allo svolgersi dell'evento.
I notiziari internazionali recarono a Seattle (Washington) per testimoniare il dolore di Tahlequah. Le condoglianze arrivarono da tutto il mondo. La gente scrisse poesie su di lei. Su Twitter vennero postati disegni di lei con la sua bambina in braccio. Il New York Times pubblicò un articolo dell'autrice Susan Casey su come elaborare al meglio il dolore collettivo provato dal pubblico che assisteva al lutto di questa madre.
Il 12 agosto 2018, dopo diciassette giorni, Tahlequah finalmente lasciò andare il suo bambino. Il suo corpo si inabissò sul fondo dell'Oceano Pacifico. Pochi giorni dopo, gli scienziati del Centro per la ricerca sulle balene di Friday Harbor, Washington, confermarono che Tahlequah si era allontanata, andando a caccia di salmoni al largo della costa delle isole San Juan. Era tornata ad essere quella di sempre.
Se ancora non è chiaro, Tahlequah non è un essere umano. È un'orca, nota anche come orca assassina, la più grande specie di delfino esistente. Jenny Atkinson, invece, non è stata solo una testimone: è la direttrice del Whale Museum di Washington, che ha seguito da vicino questo evento senza precedenti.
(La storia prosegue qui, se dovesse servirvi la traduzione vi consiglio di usare Deepl)
Un’altra brutta storia di orsi e persone: F43 è morta durante le operazioni di sostituzione del suo radiocollare. L’orsa era stata catturata in una trappola a tubo ma qualcosa è andato storto, le dinamiche dell’incidente sono ancora da chiarire. Nel frattempo, prosegue il nostro rapporto complicato con i plantigradi.
Qui l’articolo di Kodami sulla vicenda, qui invece un pezzo di Rivista Studio che parla, tra le altre cose, di quanto siano importanti gli orsi (viene citata anche la storia di F43). Di seguito lascio ancora una volta l’ottimo podcast del Post.
(Nel frattempo, un altro orso italiano famoso, Juan Carrito, è tornato a farsi vedere)
The Lion King in real life: un branco di iene circonda un leone, che prova a difendersi come può. Il finale vale tutto il prezzo del biglietto 🦁🦁
Restiamo in tema felini con un’edizione speciale de I Gatti Vostri 🐈⬛ 🐈⬛
Il mio amico Fabio ha trovato due gattini per strada e ha deciso temporaneamente di portarli a casa. Adesso è indeciso se tenerli o meno: secondo voi cosa dovrebbe fare? Faccio partire un sondaggio all’insaputa di Fabio, sappiate che il vostro voto influenzerà senza dubbio la sua scelta.
Momento qualche link prima di salutarci:
Puoi crederti la persona più figa del mondo, ma non riuscirai mai a raggiungere la figaggine di questo uccello marino dai piedi azzurri 🐧
Come dici? Squali che camminano? 🦈
Domanda ancora irrisolta: come facevano sesso i dinosauri? 🦖
La storia del rocambolesco salvataggio di un lamantino in Brasile 🦭
“Se cerchi su Google la parola gatto e premi sulla zampina in alto a destra succede questo” 🙀
E per oggi è veramente tutto! Chiudiamo in dolcezza con questo scatto puccioso 💕 ciaoooo 🐨
Se avete domande o se volete fare segnalazioni, potete scrivermi all’indirizzo leonardomazzeo1@gmail.com, oppure sui social: @leon_mazz su Twitter e @leonardomazzeo su Instagram (su entrambi trovate anche @bestiaaale).
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