Bestiale #34 - Speciale Sardegna 🦩
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la trentaquattresima puntata di Bestiale, che comincia con i fenicotteri in Sardegna.
Bentornati e bentornate! Come state? Vi è mancata la newsletter, giovedì scorso? Avete seguito Bestiale su Instagram e su Twitter? Qualunque sia la risposta a queste domande, cominciamo.
La scorsa settimana sono stato in Sardegna: dopo tanti anni ho fatto ritorno al Colostrai (comune di Muravera), che per me è un po’ un luogo dell’anima. L’ho ritrovato così come l’avevo lasciato ed è stato bello vedere che ci sono delle cose che non cambiano, nonostante il passare del tempo.
Ricordavo della presenza di fenicotteri rosa nello stagno del Colostrai più come un miraggio che come un fatto, invece sono stato subito smentito: non appena arrivato ho visto un gruppo di una trentina di esemplari.
(Giuro, quelli nell’immagine sono dei fenicotteri) (se ve lo state chiedendo, no: non avevo con me una fotocamera migliore)
Qualche giorno dopo sono stato sulla spiaggia di Porto Giunco, dietro alla quale c’è lo stagno di Notteri: anche lì altri fenicotteri, una cinquantina. L’area è protetta, un cartello invita a non oltrepassare i limiti, a guardare da lontano.
Li ho osservati un po’. I fenicotteri mi hanno sempre incuriosito: il loro aspetto dinoccolato, esile ma fiero al tempo stesso, la testa immersa sott’acqua, la posa su una zampa sola. Sono uccelli strani, sembrano essere usciti dalla penna di un disegnatore che ha provato a improvvisare animali di un altro pianeta.
La loro presenza in Sardegna è nota, ma per vederli è necessario recarsi in alcuni punti strategici (qui alcuni esempi). I fenicotteri prediligono zone umide e paludose come gli stagni, dove possono riposarsi e trovare grandi quantità di piccoli crostacei (Artemia Salina) dal pigmento rosso, dei quali vanno ghiotti e dai quali traggono il caratteristico colore rosa.
Di solito la più grande concentrazione di fenicotteri c’è a giugno, quando si fermano per nidificare. È possibile comunque trovarne piccoli gruppi anche in altri periodi dell’anno (come successo a me, ad esempio, che sono andato nella seconda metà di agosto).
Birdwatcher, siete avvisati!
Ok, ora uno scatto del sottoscritto un po’ più definito: asinelli sardi!
Gli asini come sapete non volano, i falchi pellegrini invece sì (che grande aggancio per cambiare discorso, mi complimento con me stesso): ne ho avvistato uno mentre ero in auto, non stava molto in alto, forse era in procinto di fiondarsi su una preda come fa di solito.
Cercando informazioni sui falchi in Sardegna, su questo sito ho trovato i vari nomi con i quali i sardi chiamano questo volatile:
Astòre
Istòre
Astorèddhu
Stori
Perdighìnu
Pedrixàiu
Il mio preferito, senza ombra di dubbio, è astorèddhu. Da oggi in poi credo che li chiamerò sempre così.
Restiamo in tema pennuti 🪶🪶🪶
Racconto che arriva direttamente da miocuggino (per davvero, eh, non come nella canzone di Elio e le storie tese): a inizio giugno stava facendo jogging sulla spiaggia del Colostrai e ha visto un tratto vicino alle dune che era stato transennato. Incuriosito, si è avvicinato per capire di cosa si trattasse e ha scoperto che in quel punto aveva nidificato un fratino, l’uccello di cui ultimamente si è parlato molto in relazione al Jova Beach Party.
L’attenzione su questa specie si dimostra alta: lascio qui un recente video di Kodami sul tema, contiene anche un piccolo vademecum su come vivere la spiaggia senza disturbare il fratino.
Ma ora basta strizzare gli occhi ai birdwatcher, tuffiamoci nel mare 🌊
Armato di maschera e boccaglio, ho esplorato un po’ i fondali delle spiagge che ho visitato.
Disclaimer: vale la pena ricordare che questo è l’unico modo per interagire con la fauna ittica. Esempio: non bisogna catturare granchi o altri animali marini e infilarli nei secchielli, causandogli inutili sofferenze. Il discorso vale soprattutto per i bambini, che ovviamente non possono ancora avere questa sensibilità: tocca a noi insegnargliela. Regola aurea da trasmettere alle generazioni future: guardare a debita distanza e non toccare.
Insomma, dopo aver visto pesci e pescetti di forme e colori vari (soprattutto mormore e occhiate, che sono quelle che ogni tanto mordicchiano), ho notato qualcosa di strano sul fondale a circa quattro metri di profondità.
Inizialmente pensavo fossi di fronte a una razza: vedevo spuntare solo un paio d’occhi, il resto del corpo era tutta sabbia. Poi però ho visto la bocca e ho capito che si trattava di un pesce nascosto nel fondale: una tracina ragno (Trachinus araneus).
Sono rimasto a guardarla per un po’, tenendomi a debita distanza. Anche lei mi teneva d’occhio, non sembrava particolarmente infastidita dalla mia presenza. Ho aspettato, sperando di cogliere un momento di caccia, ma dopo un paio di minuti ha deciso di togliere le tende: si è scossa, scrollandosi la sabbia di dosso e mostrando tutto il corpo (sarà stata grande circa 20/25 cm), poi è andata via senza troppa fretta, cercando forse un posto più discreto, sparendo lentamente dalla mia vista.
Qualche giorno dopo, un altro pesce più strano del solito ha attirato la mia attenzione: si muoveva a ridosso di una zona scogliosa, costeggiando le rocce, sfiorandole col corpo e infilandosi nelle fenditure; schivo e solitario, era scuro ma con delle macchie più chiare, tendenti al giallo.
Era una cernia bruna (Epinephelus marginatus), specie prossima alla minaccia che si trova nel Mar Mediterraneo, di solito tra i 10 e i 200 metri di profondità. Quello che ho visto io era un esemplare giovane: solo i più piccoli infatti si spingono a ridosso della costa, e anche le dimensioni (circa 20 cm) confermavano la giovane età di quella cernia bruna, che può crescere oltre il metro e mezzo.
Gechi, api legnaie, formiche, farfalle, libellule: anche nella casa vicino al mare dove ho passato la settimana ho avuto modo di incontrare diversi animaletti, sicuramente più comuni. Mentre li osservavo muoversi in quegli spazi più umani e urbanizzati, mi è tornato in mente il Bestiario invisibile di Marco Granata: pensare a tutta la vita che abbiamo intorno è pazzesco, gli esseri viventi sono ovunque, basta solamente farci caso. Intorno a noi c’è sempre un micromondo 🐜🌍
Momento qualche link Sardinia-free prima di salutarci:
Storia della settimana: un proprietario ha ritrovato il suo cane dopo averlo visto fare un’invasione di campo ⚽
Per la prima volta nelle acque italiane è stato avvistato un pesce scoiattolo 🐠🐿️
“Come gli animali percepiscono il mondo”: un illuminante pezzo del Post💡
I danni che facciamo: sulle Dolimiti, uno stambecco è morto dopo aver ingerito una scatoletta di tonno 😠
I primi passi di un elefantino appena nato 🐘
Ci salutiamo col meme che mi ha fatto più ridere in questa settimana, ciao, a giovedì prossimo!
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