Recensioni - "Bestiario invisibile" di Marco Granata
Vivo in una grande città ormai da diversi anni, eppure da qualche tempo non la guardo più con gli stessi occhi. O meglio: lei è sempre la stessa, e non credo cambierà nel breve periodo (ci sarà un motivo se la chiamano la Città Eterna). È cambiata però la mia percezione della vita cittadina: non sto più attento solo alle persone e alle macchine e ai palazzi, ma anche alle piccole cose. Anzi: alle piccole cose che ci abitano, in città.
Il merito è del Bestiario invisibile di Marco Granata, edito dal Saggiatore: una guida agli animali che vivono nelle nostre città, a volte per strada, a volte nei parchi, a volte proprio accanto a noi, in cucina oppure in bagno. L’avventura parte proprio da dentro casa.
Si parte dagli scarafaggi 🪳
Oddio, una blatta. Il saggio comincia così, senza preavviso: io mi aspettavo di leggere un elenco di nomi e caratteristiche e cosa mangiano a colazione dolci animali cittadini, invece bam, blatta, subito. Uno degli animali che più ci fa impressione, soprattutto se trovato dentro casa.
Questo è quello che ha vissuto il biologo Marco, che ha un grande merito: il suo saggio è un viaggio e lui è Virgilio. Ci accompagna pagina dopo pagina facendoci rivivere la sua storia. Cresciuto in un paese di montagna, si è trasferito in città per motivi di lavoro e si è scontrato con una nuova realtà. A quel punto si è aggrappato a quello che più gli era familiare: gli animali. Da lì ha iniziato a raccontare.
Ho trascorso la mia infanzia a catturare insetti e non ho mai avuto paura a prenderli per mano […] Eppure, di fronte al cadavere della blatta, non riuscivo a non provare disgusto mentre con la mano avvolta in due strati di carta assorbente prelevavo le sue spoglie lucide e scricchiolanti. Mi sono chiesto: davvero è bastata una settimana in città a rendermi un pavido cittadino? Mentre con soddisfazione tiravo lo scarico e osservavo la massa bianca e nera roteare nel vortice, ho provato a rivestire i panni del biologo e a darne una spiegazione evolutiva.
Un viaggio luogo per luogo, alla scoperta dell’invisibile 🦊
Una passeggiata lunga, lunghissima. E molto attenta. Dalle case (balconi compresi) fino ad arrivare ai parchi, passando per le strade e per i fiumi che attraversano le città: il viaggio è bello, appassionante e ben organizzato. Marco Granata ci coinvolge in un’esperienza di vita insieme a lui e insieme ai turbamenti di un ragazzo che cerca di ritrovare la natura ovunque. E ci riesce.
Uccelli, rettili, mammiferi di ogni tipo. Pesci, invertebrati, anfibi. La divisione per aree cittadine aiuta e agevola la lettura, alleggerita ancora di più dal racconto della storia personale dell’autore. Insomma: non è un trattato di biologia, ma una storia di vita vissuta che viene presa come pretesto per descrivere in maniera dettagliata (ma semplice e accessibile) le varie specie di animali che vivono in città, anche se noi non ce ne accorgiamo.
Ah: dentro trovate anche illustrazioni bellissime, che aiutano a capire ancora meglio le caratteristiche degli animali descritti, a renderli più visibili. Perché questo fa il Bestiario: illumina l’invisibile e ci fa guardare la città con altri occhi.
Un esempio di cosa contiene il saggio
Il saggio spiega molte cose, tra cui anche il rapporto tra gli animali e le città: le volpi che vivono a ridosso dei centri cittadini ad esempio hanno caratteristiche diverse (“musi più corti e mascelle più forti”) rispetto a quelle che vivono in campagna, proprio perché devono affrontare uno stile di vita diverso (più sedentario, basato anche sul consumo di rifiuti).
Nel Bestiario sono presenti altre curiosità di questo tipo. Mi ha colpito molto un esperimento sulle gazze in città, che riporto qui:
Nel 1975 alcuni ricercatori hanno scoperto che le cornacchie attendevano il semaforo rosso, posavano le noci di fronte alle macchine, osservavano gli pneumatici schiacciarle quando il semaforo diventava verde, e poi tornavano a recuperare le noci aperte al rosso successivo.
Piaciuto questo metodo alternativo di schiacciare le noci? Bene: allora iscriviti a Bestiale, che è gratis ed esce ogni giovedì mattina. Non te ne pentirai!
Riflessioni, dati strumenti sparsi qua e là
Il Bestiario invisibile spesso si fa anche grido d’allarme: dalle specie invasive al riscaldamento climatico, l’essere umano nel corso del tempo ha influito moltissimo sulla fauna mondiale, e quasi sempre lo ha fatto in modo negativo. Nel saggio troverete molte riflessioni e dati sull’impatto dell’uomo sul pianeta e sulle creature che lo abitano.
La guida, poi, è anche una “guida” nel vero senso della parola: l’autore ci consegna degli strumenti utili per capire meglio i temi di cui parla, ad esempio quando (pag. 199) spiega la classificazione delle specie in via d’estinzione. Un metodo vincente per aiutare il lettore a comprendere meglio l’argomento.
Da quando ho letto il Bestiario di Marco Granata sono più attento, provo a capire, ad osservare di più; magari rischio di inciampare perché guardo il cielo provando a intuire quale specie di uccello stia volando sopra la mia testa (ce ne sono molte più di quante pensavo), ma di sicuro ogni passeggiata in città è diventata un’occasione di scoperta. E forse questo è il lascito più bello e importante di tutto il saggio.
Il saggio mi ha dato modo di riflettere su un tema futuristico: quale specie erediterà la terra dopo che l’umanità sarà scomparsa? L’essere umano esiste “solo” da 200.000 anni, la Terra di anni ne ha 4,5 miliardi. Per intenderci: facendo la proporzione e considerando 24 ore di vita del pianeta, noi saremmo nati più o meno alle 23:59:58, quindi da un paio di secondi. Insomma: è altamente probabile che il mondo sopravviverà senza di noi.
C’è un passaggio molto bello dove si dice che tra anni e anni potrebbero essere gli adattabilissimi topi a prendere il controllo del pianeta, magari cominciando ad alzarsi su due zampe, ad utilizzare qualche utensile, forse la ruota… ed è subito Biker Mice.
Chiudo la recensione con una riflessione che fa l’autore dopo aver visto un cucciolo di volpe in un parco cittadino:
Il senso di colpa per quello che la specie umana ha inflitto e sta tuttora infliggendo alla biodiversità aveva lasciato spazio a qualcos’altro, una sensazione di benessere che finalmente, con il muso del cucciolo ancora impresso nella mia retina, riuscivo a circoscrivere: si trattava della responsabilità, della consapevolezza che si può fare qualcosa per rimediare al dolore della biodiversità e salvare quelle specie che possono essere salvate. In fondo la Terra è ancora il migliore dei mondi possibili e mi sorprendeva che questa consapevolezza non fosse nata nelle mie lunghe passeggiate in montagna, in ambienti incontaminati dall’uomo, ma nell’esplorazione di una grande città, con i suoi animali odiati, dannosi, pericolosi, con tutte le possibili minacce alla biodiversità, con le specie, anche rare, che in un modo o nell’altro continuavano a sopravvivere, a testimonianza della smisurata bellezza che ancora resta.
Qui trovate i vari link per acquistare il Bestiario invisibile di Marco Granata: io, se ancora non fosse chiaro, ve lo consiglio vivamente.
Ciao, alla prossima!
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