Bestiale #158 - Il caso delle pseudorche spiaggiate, uno studio sui topi rianimatori e altre storie animali
Contiene: cetacei spiaggiati, topi visti da vicinissimo, lupi, istrici e farfalle.
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centocinquatottesima puntata di Bestiale, che comincia con una notizia triste.
Tanti corpi, una distesa. Neri, lucidi, alcuni inermi. Tutti totalmente fuori contesto. La scorsa settimana, centocinquantasette pseudorche si sono spiaggiate in Tasmania, nella costa nord occidentale. Sono state trovate da un pescatore locale, la maggior parte erano ancora vive. Animali giganti, fino a 6 metri di lunghezza e 3 tonnellate di peso: le pseudorche (Pseudorca crassidens) sono tra i più grandi delfinidi al mondo. Predatori fenomenali in acqua, ma impotenti sulla sabbia. Non si spiaggiano di frequente, a quanto ne sappiamo. Ma è successo.
Alla fine sono tutte morte. Alcune per cause naturali, altre soppresse. Inevitabile: la zona era inaccessibile per i mezzi di soccorso. Sulla spiaggia si sono precipitati veterinari ed esperti, che hanno provato a rimettere in mare degli esemplari, ma senza successo: le onde alte e le correnti riportavano i cetacei sulla spiaggia. La soppressione è stata necessaria per evitare ai superstiti sofferenze inutili.
In tutto ciò c’è il tema: cosa fare dei corpi senza vita? Lasciarli lì o rimuoverli? Sono problemi concreti, a cui spesso non pensiamo, ma che ci fanno capire quanto siano complesse le gestioni di simili situazioni. Fino a dar vita a soluzioni pazze come far esplodere una balena.
La notizia è questa, triste e definitiva: centocinquantasette pseudorche sono morte e noi non abbiamo potuto aiutarle, se non alleviando il loro dolore. E le domande spuntano: perché si sono spiaggiate? Ecco, indagare in questo caso è particolarmente difficile. I cetacei arrivano sulle spiagge per i motivi più disparati, e bisogna fare una distinzione tra spiaggiamenti singoli e di massa: se si tratta di un solo esemplare, ad esempio, può darsi che sia malato, anziano o in fuga da un predatore; se si tratta di gruppi, può dipendere dalla forte coesione sociale degli animali: uno perde l’orientamento e può trascinare tutti gli altri verso un destino fatale.
Spesso puntiamo il dito contro l’uomo, in alcuni casi potrebbe c’entrarci (ad esempio, i sonar utilizzati dagli eserciti possono essere causa di danni all’udito e disorientamento nei cetacei), in altri no. La verità è che spesso non lo sappiamo. Ci sono tante cose di cui non siamo a conoscenza, che raccontiamo tramite congetture. La natura è un mistero, nella sua bellezza e anche nella sua drammaticità.
Uno straordinario studio sui topi che rianimano altri topi
Ok, proviamo a tirarci su con una notizia veramente fuori di testa, partendo da una foto vera - vi giuro, l’AI non c’entra nulla.
Ecco: questo topo sta tirando fuori la lingua di un suo compagno per aiutarlo. Non so se avete capito bene.
Un topo.
Sta praticando.
Una manovra di primo soccorso.
Ad un altro topo.
Per salvargli la vita.
Come fosse un haiku scientifico, la storia (verissima e scientificamente provata) arriva da uno studio pubblicato su Science: in sostanza, un gruppo di ricercatori ha anestetizzato dei topi e li ha messi insieme ad altri compagni della stessa specie, per vedere come questi ultimi avrebbero reagito di fronte ad una simile situazione. Risultato: i topi “sani” si sono avvicinati a quelli apparentemente in difficoltà cercando di rianimarli in diversi modi, addirittura estraendo la lingua dalla bocca.
Vedremo se gli scienziati torneranno sul tema, per ora si tratta solo di un primo studio che necessita approfondimenti. Ma intanto: wow.
La danza dei lupi e dell’istrice
Nella mia passione per gli animali esistono delle sottopassioni: tra queste ci sono ad esempio gli animali misteriosi o estinti, che siano dinosauri o il mostro di Loch Ness; mi piacciono molto i felini, senza dubbio, e sento un legame speciale con gli orsi. Ma tra le cose che in assoluto preferisco ci sono le fototrappole.
Scatti rubati alla natura, per entrare direttamente in contatto con le bestiole nel loro habitat, ma senza disturbarle. Ecco: mi appassionano i video come quello che segue. Che è decisamente inusuale: ha immortalato un branco di lupi che va a spasso insieme ad un’istrice.
Il porcospino è in mezzo, come fosse il boss del bosco scortato da bodyguard lupeschi (come ha scritto su IG l’associazione Io non ho paura del lupo, dalla quale ho preso in prestito il video), attenti e pronti a tutto per difenderla. Un avvistamento stranissimo, che ci porta di nuovo all’inizio: quante cose non sappiamo e forse non sapremo mai. E quanto è bella la natura.
Contesto minimo: il lupo in alcuni casi preda l’istrice o almeno ci prova, come si può vedere in questo ulteriore furto boschivo tratto da un’altra fototrappola. Dove, tra l’altro, la preda riesce a mettere in fuga il predatore sfruttando aculei e spavalderia.
Guardiamo, contempliamo, ammiriamo la bellezza di un animale che si difende mostrando aculei - aculei, ci rendiamo conto? Lui ha addosso delle armi, delle lance pronte all’uso, non gli serve costruirle. Le ha già incorporate, le usa contro i predatori (anche se non le “spara”, quello è un falso mito), in una lotta millenaria e lontana, nascosta in piena vista: non la vediamo perché non la capiremmo mai. Possiamo solo ingegnarci, inventare fototrappole e rubare scatti di vita bestiale. E non è poco.
Ricordiamocelo sempre: di notte, mentre noi dormiamo, là fuori le istrici devono lottare contro i lupi mostrando gli aculei, i lupi devono evitare gli aculei e acchiappare l’istrice se vogliono sopravvivere. Questo di norma. Altre volte, le due specie passeggiano assieme, non sappiamo perché.
Che figata, gli animali.
Se ti è piaciuta la storia dell’istrice e del lupo, ti piacerà anche questa:
Momento quiz
Ho citato i dinosauri, in questo periodo sono entrato di nuovo in fissa con Jurassic Park e allora momento quiz a tema:
Sulle note di Substack ogni tanto posto cose extra, questa ho pensato di inserirla anche qui: è una notizia che mi ha scaldato il cuore.
Momento qualche link
Andiamo con i linketti extended version e poi chiudiamo con un meme giurassico:
🐺 Un paio di cose lupesche: un lupo è stato recuperato nel Naviglio a pochi chilometri da Milano e potrebbe succedere ancora; facendo ottomila passi indietro, forse l’origine dei cani non è tutta merito nostro: secondo una teoria basata su modelli matematici, alcuni lupi tanto tempo fa hanno deciso di… addomesticarsi da soli (via NatGeo).
🤳 Dopo Pokémon GO arriva Seagull GO? Ma sì, in fondo perché no: ecco il progetto di ricerca stile Pokédex sui gabbiani, lanciato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Nel frattempo, migliaia di gabbiani tengono sotto scacco una cittadina nel Lancaster.
🐠 Cose abissali: dopo il melanoceto, adesso è il turno del re delle aringhe, di cui avevo già parlato qui. Fa notizia perché si dice sia presagio di terremoti e tsunami, ma ovviamente si tratta di un momento bufalina bello e buono. Altra news dalle profondità: scoperto una nuove specie di pesce, ha delle striscette sulle guance e per questo è stato dedicato a San, la principessa Mononoke (notizia che farà piacere all’amico
di ).🐬 Domanda delle domande: perché i delfini di fiume, i cetacei di acqua dolce che vivono in Amazzonia, fanno la pipì in aria? Pare sia un comportamento comune, osservato più volte. Si pensa possa essere una forma di comunicazione, per dire “ehi, sono in salute!” oppure “ehi, guardami, sono proprio io!”.
🐋 Può succedere anche questo, a noi primati che ci avventuriamo per mare: una megattera ha “inghiottito” e poi sputato via un ragazzo che andava in kayak. Il video è effettivamente impressionante, il ragazzo sta bene, solo un grande spavento per lui. E una storia da raccontare per tutta la vita alle cene con amici e parenti.
(Va sottolineato comunque come una balena, oltre a non avere alcun interesse nel farlo, non potrebbe mai inghiottire un uomo, per via delle dimensioni della gola. Probabilmente la megattera si stava cibando di krill e il kayak era in traiettoria).
Dunque:

Ci sentiamo giovedì prossimo, ciao!
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Va be', ma quanto è sorprendente la vita su questo pianeta: topi che praticano le manovre di primo soccorso! Allora, forse Torben Kuhlmann non li ha scelti a caso come animale non umano d'elezione per raccontare le sue storie illustrate (a me viene sempre da andare agli albi illustrati, e forse al topo più famoso di tutti: Federico di Leo Lionni).
Bellissimo il pesciolino Studio Ghibli, ma anche quei topini fanno tanto Miyazaki ❤️