Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centocinquantasettesima puntata di Bestiale, che parla di castori, di dighe e non solo.
E insomma, è successo. Mentre nella fitta rete di intrecci della burocrazia umana si cercava di trovare una quadra per realizzare una diga, là fuori un gruppo di castori (Castor fiber) aveva già iniziato a lavorarci. Sembra una barzelletta, una storia raccontata per scherzo, una vignetta della Settimana Enigmistica. Invece no, è tutto vero. La questione, in breve (qui la versione lunga): il Governo della Repubblica Ceca aveva deciso di costruire una diga in una zona paesaggistica per evitare che l’acqua di un fossato di scolo finisse in un lago, impattando negativamente sul pH e di conseguenza sulla popolazione di una specie protetta, il gambero di torrente (Austropotamobius torrentium).
Solo che le cose stavano andando per le lunghe, il progetto era bloccato da 7 anni a causa di continue discussioni tra gli enti preposti. Intanto, in gran segreto, una task force di 8 castori aveva avviato i lavori per conto suo. I roditori giganti hanno messo in piedi quattro sbarramenti, costruendo la tanto agognata diga e facendo risparmiare 1.2 milioni di euro al governo ceco. Fine delle discussioni: ci hanno pensato i castori.
Che hanno fatto di più: il progetto prevedeva la creazione di una zona umida, i castori ne hanno generata fuori una quattro volte più grande rispetto a quella prevista. Favorendo un’esplosione di biodiversità incredibile. Perché questo fanno i castori: aiutano l’ambiente. E la cosa bella è che non lo fanno tramite post sui social, con iniziative di greenwashing o con attività spot tanto per farsi belli. No: lo fanno e basta, perché è la loro natura. Sono definiti, non a caso, ingegneri ecosistemici: la loro presenza si nota perché modificano e adattano le zone circostanti in base alle loro esigenze, ma lo fanno con criterio, con intelligenza. Perché sanno che il loro bene va di pari passo con quello dell’ambiente.
Proprio come gli esseri umani, insomma, i castori cambiano l’aspetto dei posti dove vivono. Con una differenza sostanziale: quando interveniamo noi, la biodiversità muore; quando intervengono loro, la biodiversità aumenta, fiorisce, ringrazia.
Di castori, di dighe e di benefici
Ma perché il castoro costruisce le dighe? Semplice: perché gli servono. Crea una comfort zone per vivere, una palude di un metro/un metro e mezzo massimo di altezza. Quella è casa sua: un piccolo spazio di mondo dove potersi rifugiare e far crescere la famiglia. Nelle pozze generate dagli sbarramenti si sente a suo agio: abile nuotatore, si tuffa nella palude per scappare dai predatori, e sempre attraverso l’acqua raggiunge la sua tana.
Erbivoro, rosicchia gli alberi con i suoi denti portentosi (crescono per tutta la vita) e vale la pena partire proprio dalle piante abbattute per parlare dei tanti - ma proprio tanti tanti - benefici che il castoro porta all’ambiente circostante. Perché il castoro non solo è un ingegnere ecosistemico: è proprio considerato una specie chiave. La sua presenza influenza in positivo tanti altri organismi (di nuovo, paragonatelo al nostro impatto e vi verrà voglia di rosicchiare gli alberi e di costruire dighe).
Togliendo di mezzo alcuni alberi adulti con criterio, il castoro permette alla luce del sole di arrivare meglio al terreno, favorendo la proliferazione di nuove specie vegetali, compresi giovani alberi che rimpiazzano gli adulti. Poi c’è l’intervento sull’acqua: rallentando il flusso, riducono il rischio di inondazioni. La diga crea la palude, la palude porta nuova vita: attorno alla casa del castoro proliferano nuove specie, che trovano riparo, cibo e sostentamento dalle acque basse e pure dai tronchi abbattuti. Questi ultimi si trasformano in tane per insetti e piccoli animali che ne attirano a loro volta di più grandi, e così via. Il miracolo della vita messo in moto da una sola, decisiva specie. Qui per altri dettagli, benefici e approfondimenti castorosi.
E quindi tuttapposto, no? Ecco: no. A tanti questa roba qui non sta bene.
Polemiche, rapporti conflittuali e soluzioni
Scomparso in Italia da circa 500 anni (cacciato per la sua pelle e per il castoreo - ma anche la perdita di habitat ha impattato), di recente è tornato a fare capolino nel nostro Paese, dove sono stati individuati una manciata di esemplari sparsi un po’ lungo tutta la penisola. Se la provenienza dei castori “nordici” è dovuta allo sconfinamento dall’Austria, quella dei castori del Centro-Sud Italia è sconosciuta: chi li ha messi lì? Sono stati introdotti illegalmente e noncielodicono? Cosa fare ora? Discussioni in corso, perché non tutti sono contenti del ritorno del più grande roditore europeo.
Le accuse: le sue dighe possono causare inondazioni nei campi coltivati, lui stesso si ciba dei prodotti dell’agricoltura; gli alberi da frutto non sono al sicuro, e in generale l’abbattimento di alberi può causare problemi su strade, tubi e condotti vari; le tane e i tunnel scavati sugli argini possono comprometterne la stabilità.
Tutti appunti reali, che raccontano di problematiche vere e cruciali. Non bisogna nascondersi dietro a un dito - o dietro a un albero rosicchiato. Le cose stanno così: convivere con la fauna non è una passeggiata, comporta sfide e criticità. Che però vanno affrontate con cognizione di causa. Questo vale per i castori, per i lupi, per gli orsi, per tutti gli animali.
Ad esempio: per evitare danni, si potrebbe rispettare il limite di attività antropiche a 20 metri dal corso dei fiumi. Una figata, una carezza alla vita. Ok, mi verrà risposto: ma come facciamo a fermare tutte le attività, soprattutto quelle già in atto? Mica possiamo smantellare ogni edificio/strada vicino ai fiumi dall’oggi al domani. Vero anche questo. Perciò diversi Paesi hanno risolto prevedendo, ad esempio, monitoraggi delle popolazioni di castori ed eventuali piani di rimozione/spostamento delle dighe, oltre che soluzioni più immediate come recinzioni metalliche, o ancora vernice repellente sugli alberi. Ma anche, banalmente, un sistema di indennizzi concreto ed immediatamente efficace per chi subisce danni.
Insomma, a fronte dei benefici portati da questa specie, i problemi sembrano risolvibili, almeno sulla carta. Ciò detto: ce la faremo? Sinceramente non lo so, sarebbe bello che i castori tornassero a vivere stabilmente in Italia, portando in dote tutti i benefici delle dighe naturali, delle paludi, dei rosicchiamenti vari. Sì, sarebbe bello, ma chissà. Intanto mi consolo pensando che, pure se non ce la faremo noi, alla fine magari ce la faranno i castori, come successo in Repubblica Ceca.
Ancora una volta, la natura ci ha insegnato che, se la lasciamo stare, trova da sola un equilibrio. Noi, specie squilibrata per definizione, dovremmo prendere esempio. E ogni tanto lasciare che faccia il suo corso, invece di combatterla a colpi di burocrazia.
I link bestiali della settimana
Il momento qualche link prende corpo e sostanza, andiamo con le notizie più interessanti:
🐀 L’ottimo
di mi ha segnalato una ricerca secondo la quale più le città sono calde, più aumenta il numero dei ratti presenti. Questo perché, cito lo studio, “l’allungamento della stagione calda può avere effetti notevoli sul numero di ratti, dando loro più tempo per raccogliere cibo e consentendo alle femmine di portare a termine più gestazioni”.🐒 Notizia tragicomica che ha dell’incredibile: una scimmia ha causato un blackout generale in Sri Lanka. Lo ha dichiarato proprio il ministro dell'Energia, Kumara Jayakody: “Una scimmia è entrata in contatto con il nostro trasformatore di rete causando uno squilibrio nel sistema”.
🦫 Altre cosette sul castoro (animale, tra l’altro, portatore sano di curiosità e bizzarrie) che avevo messo su Instagram: qui un esemplare che ascolta il rumore di un albero per evitare che gli cada addosso, mentre qui uno che costruisce una diga… con quello che trova in casa.
🦌 Per ricordarci della bellezza e della stranezza del mondo, cosa c’è di meglio di un cervo albino? È stato osservato in North Carolina, sembra uscito fuori da un film fantasy e invece è tutto vero, frutto della natura (grazie a Flavia per la segnalazione).
🎸 Endorsement a Lucio Corsi, artista raro e sensibile, nonché grande amante degli animali: già autore del Bestiario musicale, in questi giorni nelle varie interviste ha parlato tanto del suo rapporto con la natura, dei cani Era ed Enea e anche del suo animale preferito, il cerambice della quercia (altro ingegnere ecosistemico, nonché specie ombrello).
Oggi ci salutiamo così:
A giovedì prossimo, ciao!
Bestiale è un progetto indipendente sugli animali, che si regge sul lavoro di una sola persona. La newsletter resterà sempre gratuita: chi la scrive vuole garantire che la divulgazione sia sempre accessibile per tutti e tutte. Il lavoro di ricerca e scrittura, però, costa tempo e fatica. Per questo, se apprezzi Bestiale e vuoi supportarmi con una piccola donazione, puoi farlo qui:
Ad ogni caffè offerto mi ricorderò che ne vale sempre la pena.
Se hai domande o se vuoi fare segnalazioni, puoi scrivermi all’indirizzo leonardomazzeo1@gmail.com, oppure sui social: @leon_mazz su Twitter e @leonardomazzeo su Instagram, dove trovi anche @bestiaaale.
Se ti è piaciuta la puntata puoi lasciare un ❤️ qui sotto, mi fai felice.
Se poi vuoi condividerla:
Infine, se non ti sei ancora iscrittə e vuoi farlo ora:
E grazie, come sempre.
Una storia che fa sorridere, ma ci vedo anche una sorta di avvertimento a prendere molto sul serio il rapporto con l'ambiente. Se continuiamo a ridurre animali e natura in termini di terapie/balsami, ecc, vuol dire che non abbiamo capito niente, e stiamo sbagliando tutto... 🧐
Questa cosa dei castori ci ha attratti entrambi, vedo (sarà forse il castoreo?). Visto che era l'oggetto della domanda del mio quiz di settimana scorsa, rimanderò a questa puntata di Bestiale per la soluzione ;)