Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centoventinovesima puntata di Bestiale, che parla di avvistamenti di pantere nere e del mio nuovo romanzo.
È uscito il mio secondo romanzo, si intitola “L’estate della pantera”, ma ci arriviamo alla fine. Prima, un po’ di contesto bestiale, come è giusto che sia.
Partiamo da un fatto: la pantera nera, tecnicamente, non esiste. Non è proprio un animale, o meglio: è un altro tipo di animale, ma la specie “pantera nera” non c’è. Anzi: col termine “Panthera” si indica un genere di felidi particolare, di cui fanno parte il leone, la tigre, il leopardo, il leopardo delle nevi e il giaguaro.
Proprio tra questi animali “si nasconde” anche la pantera nera, che alcune volte sembra celarsi pure altrove, ad esempio in città, oppure in campagna, o nei boschi. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta solo di storie inventate o mal interpretate, nate da una nostra fascinazione per il felino in questione. E allora in questa puntata, che contiene una sezione speciale e molto importante per me, parliamo proprio di questo tema.
Cos’è una pantera nera
La pantera nera esiste, sì, ma è un animale che conosciamo già: si tratta di giaguari oppure di leopardi melanici, che hanno quindi una mutazione genetica che cambia il loro colore naturale, rendendoli parzialmente o totalmente neri. Il colore scuro non è un problema per creature che vivono nel fitto della vegetazione e cacciano di notte. Il gene, a seconda della specie, è dominante (giaguaro) o recessivo (leopardo): da questo dipende la probabilità che un esemplare nero metta al mondo un cucciolo dello stesso colore.
Insomma, le pantere nere esistono e si trovano in natura: è possibile (ma sconsigliabile) imbattersi in leopardi di questo colore in Africa o nel Sud-Est Asiatico, i giaguari invece sono tipici delle foreste tropicali del Sud America.
Non ci sono invece riscontri sul puma nero, nonostante se ne parli nel Nord America. Esiste invece un caso documentato di lince nera, recentemente individuata in Canada: per lei che si muove sulla neve, questa pigmentazione può rappresentare un problema.
Gli avvistamenti delle pantere nere in Italia
La pantera nera è un animale che, a livello simbolico, fa parte della nostra cultura e che, per via delle sue caratteristiche, viene percepito come misterioso e affascinante, ma anche pericoloso. Chi non avrebbe paura di una pantera nera? Di notte sparisce completamente alla vista, a parte quel paio di occhi brillanti, ed è capace di saltare addosso alla preda in un batter d’occhio…
Il fatto che sia così sfuggente e temuta ha portato le persone a vederla anche dove non c’è: gli avvistamenti di pantere in giro per l’Italia, ad esempio, sono stati molti, nel corso degli anni. Lo dico subito: mai nessuno si è rivelato concreto, a parte un caso particolare di cui vi parlerò a breve. Autorità allertate, video e foto sgranate, una buona dose di suggestione collettiva. Ingredienti perfetti per casi di cronaca locale che tengono banco per giorni e giorni sui quotidiani.
La “caccia alla pantera” più famosa è stata sicuramente quella scattata in Puglia: più persone hanno sostenuto di essersi imbattute nel grosso felino nero, negli ultimi anni. Nel 2020, ad esempio, ci sono state diverse segnalazioni e i sospetti alla fine sono ricaduti su un cane corso di grandi dimensioni; nel 2021, invece, gli avvistamenti sono stati più numerosi. Alla fine la faccenda si è conclusa con la presunta individuazione (effettuata con l’aiuto dei droni) di un serval africano, un felino che sarebbe stato importato in maniera illegale in Italia e poi scappato o liberato. Animale stupendo, tra l’altro. Che però effettivamente non è stato mai catturato in Puglia, né altrove in Italia. Semplicemente non se ne è parlato più.
Altri avvistamenti random in giro per l’Italia: a Palermo nel 2010, in Sardegna con la pantera di Bultei, una sulle colline di Rimini, un’altra vicino Orte, un’altra ancora in Molise, con tanto di immancabile foto col cerchietto rosso attorno ad una figura nera non ben definita. L’elenco potrebbe essere ancora lungo, lascio qui un articolo che cita e commenta diversi casi famosi. Per me, appassionato di storie misteriose e di animali, ogni volta il clic è assicurato.
Nessuna evidenza sicura, comunque, solo dubbi e stranezze. Non è detto che non ci sia mai stato un fondo di verità in nessun racconto, semplicemente non possiamo escluderlo. Quel che è certo è che ogni volta si parla dello stesso animale, anzi, dello stesso felino. Non di un leone (tra l’altro unico grosso gattone davvero scappato, qualche tempo fa, per le strade di Ladispoli), non di un ghepardo, non di un leopardo o di un giaguaro. Quasi sempre è una misteriosa, sfuggente, terrificante pantera nera.
La pantera nell’immaginario comune
La pantera, come accennato, è ormai a pieno titolo parte integrante del nostro immaginario comune, tanto da aver dato vita ad alcuni personaggi iconici: tra i più famosi c’è sicuramente Bagheera del libro della giungla, amico di Mowgli che accompagna e protegge il bambino sia nel libro che nell’adattamento cinematografico della Dinsey.
E va citato sicuramente anche Black Panther, supereroe della Marvel che è letteralmente una pantera nera anche nel nome. La pantera è presente anche in tante altre pellicole, mentre fuori dal cinema le Pantere Nere sono state un’organizzazione politica afroamericana che ha lottato per i diritti delle persone di colore e non solo. E poi c’è lo sport: la pantera è ad esempio il simbolo della squadra di Football americano Carolina Panthers.
Tornando in Italia, la pantera ha dato il nome alle prime auto della squadra mobile della polizia, proprio perché il nome evoca la potenza e la velocità. Infine, qualcuno di voi, sicuramente, di recente avrà intravisto la pantera nera sullo sfondo di una famosa trasmissione… “Lei che belva si sente?”
La pantera piace, c’è poco da fare: evocativa, simbolica, iconica, la cerchiamo dappertutto, in Italia e in tutto il resto del mondo; la chiamiamo in causa quando ci serve per trasmettere un messaggio, per dipingere un personaggio, per dare una caratteristica immediata a qualcuno o a qualcosa. Piace talmente tanto che c’è chi la vorrebbe in casa, stando a quanto mi suggerirsce la compilazione automatica…
E poi va a finire che viene abbandonata, oppure che trova da sola il modo di uscire di casa. Come è successo oltralpe.
L’unico vera pantera in libertà: è successo in Francia
Spesso si è trattato di gatti, di cani, addirittura di serval, ma non c’è mai stato caso vero di pantera nera in libertà, in Italia. In Francia, invece, sì. Cito:
«Chiamati per un animale pericoloso, i vigili del fuoco si sono dovuti confrontare con un grande felino che vagava sulle grondaie in una zona residenziale», identificato rapidamente come "una pantera", scrivono i vigili del fuoco in una dichiarazione pubblicata su Facebook e Twitter. Nelle foto si vede l'imponente animale vagare tranquillamente sul bordo di un tetto, al terzo e ultimo piano di un edificio in mattoni ad Armentieres.
La pantera è stata poi catturata e messa in salvo, l’articolo (all’interno del quale trovate altre info e foto pazzesche, scattate ad esempio da dentro casa) si chiude così: “La presenza della pantera nera nel centro di Armentières rimane, per il momento, inspiegabile”.
“L’estate della pantera”: il romanzo parla anche di strani avvistamenti
Qualcuno di voi lo sa già, oltre alla newsletter scrivo anche altro. Il 21 giugno è uscito il mio secondo romanzo giallo, intitolato “L’estate della pantera”, edito da Infinito Edizioni. Di seguito lascio la trama:
L’estate di Montebasso, piccolo paese di montagna, viene sconvolta da un grave incidente e da un mistero: l’unico che può risolvere l’intricata matassa degli avvenimenti è Federico, detto Chicco, un bambino che, suo malgrado, si è ritrovato al centro delle vicende. Interrogato, ripercorre in maniera dettagliata gli ultimi giorni, dal suo arrivo a Montebasso fino alla notte che ha cambiato tutto. L’ispettore Caldara, chiamato a indagare sul caso, ascolta i racconti del bambino e, col supporto del fidato Cerulli, prova a capire che cosa sia successo. Sullo sfondo, il bosco e i suoi segreti: si susseguono, infatti, gli avvistamenti di una pantera, ma nessuno ha le prove per dimostrare che esista davvero…
Il prezzo di copertina è di 15 euro, acquistarlo è un buon modo per supportare il mio lavoro e per dimostrarmi la tua fiducia: se apprezzi Bestiale e se ti piace quello che scrivo ogni settimana, puoi farmi felice e regalarti (o regalare) “L’estate della pantera”. Lascio di seguito il bottone col link al sito dell’editore:
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Per oggi è tutto, chiudo la puntata con un meme a tema felini e romanzi:
Bestiale torna tra una settimana con l’edizione classica. A presto, ciao!
Se avete domande o se volete fare segnalazioni, potete scrivermi all’indirizzo leonardomazzeo1@gmail.com, oppure sui social: @leon_mazz su Twitter e @leonardomazzeo su Instagram, dove trovate anche @bestiaaale. Se volete pubblicizzare il vostro prodotto o servizio su Bestiale potete scoprire di più cliccando qui.
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Grazie per questa digressione panteresca che ha chiarito parecchie cose. E complimenti per l'uscita del romanzo, Leonardo!
Quando si scrivono degli articoli bisognerebbe prima documentarsi in modo accurato. Per quanto riguarda gli avvistamenti di una pantera nera, prima in Campania e poi in Puglia fra il 2020 ed il 2021, a parte il serval individuato alla periferia di Bari(che è tutt'altro animale), la presenza della pantera venne effettivamente riscontrata sia in alcune zone dell'Irpinia(Avellino)e del Sannio(Benevento), sia in provincia di Foggia e di Lecce, grazie a testimoni oculari attendibili(in un'azienda agricola di San Severo un giovane agricoltore se la vide saltare sul cofano dell'auto e scappare via nella campagna), ad immagini chiare, al ritrovamento di cinghiali e di animali domestici sbranati ed al ritrovamento di impronte verificate ed analizzate da esperti, che risultarano appartenere ad un felino di grossa taglia. Secondo un etologo intervistato, appunto oltre al serval di Bari, fra Campania e Puglia ha vagato una pantera, probabilmente lasciata scappare dalla proprietà di qualche criminale che la possedeva abusivamente, che poi sarà morta a causa del freddo e degli stenti, non essendo più in grado di procurarsi il cibo. In quel periodo anche in provincia di Avellino, di Benevento e di Foggia ci fu molta apprensione e non credo proprio che fossero tutti dei pazzi visionari. È tutto rinvenibile su internet. Questo solo per dovere di verità e senza voler fare nessuna critica all'autore dell'articolo. Saluti.