Ehi! Qui sopra c’è il voiceover della puntata ☝️ Se non hai tempo di leggerla ora, perché stai facendo altro, puoi sempre ascoltarla, se ti va.
Per adesso è solo un esperimento, capiamo se vale la pena continuare: sondaggio!
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centoundicesima puntata di Bestiale, che comincia con lo sciacallo dorato.
Sì, tra i predatori presenti nei nostri boschi adesso c’è anche lui: si tratta del Canis aureus ed è (quasi) una novità per noi. Bisogna cominciare a farci i conti, visto che la i suoi numeri sono in crescita: in Italia si stima una popolazione di circa 400 esemplari, che si è diffusa praticamente su mezza Penisola. Si è spinto fino al Circeo, nel Lazio, “saltando” da zona a zona come fa di solito, evitando gli esseri umani (probabilmente ha approfittato della calma del lockdown anti-Covid per spostarsi).
Canide di medie dimensioni, a metà tra il lupo e la volpe: si posiziona esattamente lì nel mezzo e infatti compete con loro, in parte, per quanto riguarda territori e prede. Ma lui è più opportunista perché, appunto, è uno sciacallo: si nutre anche di sacchetti dell’immondizia con tanto di busta, oltre che di carogne e cose varie che trova in giro (come orzo e mais).
Di origine asiatica, arriva dai Balcani e la sua prima apparizione in Italia risale al 1984. Oggi, però, si comincia a parlare di lui più seriamente, visti i numeri non indifferenti della sua popolazione. Perché è tornato e si è diffuso? Tra le varie cause, c’è anche la sparizione dei lupi: di solito, quando ci sono loro nei paraggi, gli sciacalli girano alla larga.
Le zone d’Italia dov’è più presente sono il Carso goriziano e triestino. Non è pericoloso per l’uomo (basta evitare comportamenti inappropriati, come provare ad avvicinarsi) e neanche per il bestiame, se protetto a dovere (certo, se trova un pollaio aperto, non ci pensa due volte). Nota: non si tratta di una specie aliena, perché è arrivata da noi spontaneamente, senza l’intervento dell’uomo. Di sicuro, però, sterminando i lupi e producendo molti rifiuti abbiamo favorito il suo ritorno in Italia.
Al momento non rappresenta un pericolo per gli ecosistemi, di più: nutrendosi di esemplari deboli o malati, favorisce la selezione naturale. Cacciarlo non serve a nulla, anzi: quando sente uno sparo si fionda a cercare possibili carcasse, quindi i colpi di fucile sortiscono l’effetto opposto. Cosa fare, dunque? Semplicemente… nulla, per adesso. Monitoriamo, stiamo a guardare, magari evitiamo di lasciare rifiuti in giro; capiamo questa “nuova” specie, osserviamola dalla giusta distanza (si fanno vedere quasi solo dalle fototrappole), senza interferire con la sua vita. E dunque bentornato, sciacallo dorato: non ti aspettavamo, questo è certo, ma possiamo provare a convivere. Meglio: dobbiamo riuscirci.
(Tutte le informazioni precedenti sono state prese da questa intervista a Nicola Bressi e da questo libro di Filippo Zibordi) (entrambi sono liberissimi di prendersela con me se ho mal interpretato le loro parole)
Il lupo inseguito dallo sciatore
E di certo i lupi non si affretteranno a tornare da noi, se poi appena incrociano un essere umano vengono derisi, umiliati e stancati. In Trentino, uno sciatore ha incontrato un esemplare su una pista e ha pensato bene di inseguirlo, impaurendolo, facendogli perdere energie preziose per un predatore e finendo per farlo schiantare contro la rete di protezione. Lo sciatore è stato denunciato, l’episodio resta grave e inconcepibile.
Poco tempo fa, un altro lupo era stato inseguito da un’auto a colpi di clacson e abbaglianti. Una sola domanda: perché?
Come abbiamo salvato il kakapo 🦜
Abbiamo già parlato di lui in precedenza su Bestiale, su Lifegate è uscito un bell’approfondimento sulla sua quasi estinzione e sul modo in cui lo abbiamo salvato. Della serie: “abbiamo fatto anche cose buone”.
Oggi ce ne sono 247 esemplari in Nuova Zelanda, le cose adesso vanno meglio, tanto che si parla addirittura di “sovraffollamento” e alcuni sono stati trasferiti. In generale, comunque, salvare la specie non è stato semplice. Cito:
A detta di Andrew Digby, consulente scientifico del programma di recupero del kakapo, la scelta di proteggere così pochi individui è “una terapia intensiva”. “La protezione del kakapo necessita di un lavoro costante, 24 ore se 24”, spiega. Ripopolare questa specie è stato un duro lavoro. Principalmente per la sua biologia: i maschi raggiungono la maturità sessuale a cinque anni mentre le femmine tra i nove e gli undici. A complicare la situazione, le femmine depongono le uova solo ogni due o cinque anni, in concomitanza con la produzione di frutti del rimu, una conifera endemica della Nuova Zelanda con cui possono nutrire la prole. Inoltre, meno del 50 per cento delle uova deposte sono fertili a causa dell’alta consanguineità (pochi individui, pochi geni diversi, uova non fertili). Ad esempio, nel 2016, su 122 uova deposte solo 34 pulcini sono sopravvissuti.
Con l’aiuto della tecnologia, con le nuove conoscenze scientifiche e con il favore di altri fattori (come l’ottima annata 2019 per il rimu, albero decisivo per la riproduzione dell’animale) adesso il kakapo non è più in pericolo. Urrà!
Ibridazione tra balenottere 🐋
Balenottere azzurre e comuni, invece, hanno deciso di salvarsi da sole. Come? Semplice: ibridandosi. Le due specie si sono divise 8 milioni di anni fa, adesso si stanno riavvicinando. E gli ibridi sono fertili. Se ne parla su Focus:
Ancora più interessante, però, è la scoperta che gli ibridi che nascono dall'accoppiamento di balenottere di specie diverse non sono sterili, come capita spesso con gli ibridi, ma fertili, e possono quindi produrre prole a loro volta. Un altro dettaglio inaspettato: il flusso di materiale genetico è unidirezionale, e va solo dalle comuni alle azzurre; questo significa che le seconde portano nel loro genoma tracce del DNA delle prime, mentre il viceversa non vale. Non sappiamo esattamente perché, ma l'ipotesi più plausibile è che sia una questione di numeri: nell'area del nord Atlantico ci sono molte più balenottere comuni che azzurre. La notizia ha anche un lato oscuro: un eccesso di ibridazione potrebbe paradossalmente portare alla perdita di variabilità genetica nella specie meno numerosa, "schiacciata" dalle influenze esterne. Ma qui entra in gioco la conservazione di una specie in pericolo: se i numeri delle balenottere azzurre tornassero a crescere, il problema si risolverebbe da solo.
Squalo a Mondello? No, un pescespada (o forse altro)
Negli ultimi giorni è stato pubblicato un video che sembra ritrarre uno squalo a pochi passi dalla riva a Mondello (Palermo), ma in reltà dovrebbe trattarsi o di un pesce spada (come viene spiegato nel video che lascio qui sotto) - oppure, secondo altri esperti, di un aguglia imperiale, che è questo animale qui.
La possibile presenza di uno squalo in spiaggia aveva destato scalpore e spavento, anche se giova ricordare che 1) effettivamente alcune specie di squali sono presenti anche nel Mediterraneo, non ci sarebbe nulla di stranno in un avvistamento 2) gli squali non attaccano di frequente gli esseri umani e quando lo fanno di solito è per errore (confusione con una potenziale preda); in sostanza, non sono così pericolosi come vengono spesso descritti, specialmente quelli che vivono nel Mediterraneo.
Momento qualche link e poi gatti da videogioco (stile Stray):
Secondo uno studio, anche le scimmie si prendono in giro tra di loro, proprio come fanno gli esseri umani 🙊
Animali domestici e scene del crimine: un articolo del Post interessante, ma solo per stomaci forti 🗞️
Un vecchio debunking di una notizia che ancora gira sotto forma di meme: no, questa panda non aveva finto la gravidanza per avere più cibo 🐼
Chi di sicuro non ha finto la gravidanza ma è rimasta incinta per davvero è la razza di un acquario in Carolina del Nord. Problema: non incontra un maschio da 8 anni 😦
La mia vita non è più la stessa, da quando ho scoperto il campionato di richiamo di uccelli 🐦
Press play:
Alla prossima, ciao!
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La newsletter da ascoltare è stata una piacevolissima sorpresa. Penso sia ovviamente più impegnativo redarla ed io ho apprezzato tantissimo lo sforzo fatto. Grazie ☺️