Bestiale #110 - Il kodkod, squali che disegnano e altri animali
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centodecima puntata di Bestiale, che comincia con il kodkod.
Dopo il dik dik, ecco un altro animale dal nome onomatopeico! Conosciuto anche come guiña, il kodkod è il più piccolo felino del Sud America, addirittura meno grande di un gatto domestico. Manto maculato, coda anellata, comportamento elusivo, spietato con le piccole prede che rincorre: il kodkod si trova in Cile e nell’Ovest dell’Argentina, ma incontrarne uno è molto difficile. Nonostante si avvicini anche alle aree urbane in cerca di cibo, non si fa vedere dagli esseri umani: spesso servono le fototrappole per provarne la presenza.
Appartiene al genere Leopardus, del quale però non fa parte il leopardo (che rientra nel genere Panthera - come si divertono, questi classificatori!). Purtroppo, a livello locale, il kodkod è vittima di superstizioni: alcuni credono porti sfortuna, altri dicono che sia addirittura immune ai proiettili, che abbia poteri magici, che un suo attacco al pollaio significhi morte nella famiglia. E pensare che esistono dei kodkod melanici completamente neri: non devono passarsela bene, poveri piccoli.
Avere questa nomea non aiuta a livello di conservazione, inoltre alcuni allevatori li eliminano per difendere il pollame (nonostante sia illegale uccidere un kodkod). In natura si stima ne siano rimasti meno di 10.000 esemplari e il numero è in discesa a causa di attività umane come la deforestazione: il kodkod è inserito tra le specie “vulnerabili” dalla IUCN. L’elusività, in questo senso, torna utile: meno si fa vedere da alcune persone e meglio è per lui. Per sua fortuna, comunque, è anche super carino e molti lo adorano. Io compreso.
Nota: ha un verso stranissimo, quasi simile a quello di un uccello.
Lo squalo che ha disegnato se stesso
Per conoscere meglio il comportamento degli animali, non è insolito che alcuni esemplari vengano muniti di tracce GPS innocue per loro ma fondamentali per i ricercatori. Questo succede anche con gli squali bianchi: OCEARCH, nel tentativo di conoscere le loro rotte migratorie per conservare meglio il loro habitat, ha “taggato”, tra gli altri, anche un esemplare di nome Breton nel 2020.
Un paio di anni più tardi, gli studiosi hanno osservato il suo tragitto e scoperto che di fatto lo squalo aveva disegnato… se stesso. Un caso, direte voi: sicuramente sì. Ma io ci voglio credere.
I geni anticancro dei lupi di Chernobyl
Cito Kodami, che parla dello studio condotto da un pool di ricercatori del quale fa parte anche Cara Love, biologa evoluzionista ed ecotossicologa dell’Università di Princeton.
Secondo la scienziata, le radiazioni alterano la struttura del DNA, provocando nel breve periodo l'insorgenza di alcune mutazioni genetiche che possono portare un individuo a sviluppare malattie e tumori. Nel caso in cui però queste radiazioni colpiscano le cellule germinali (spermi e ovuli), le mutazioni colpirebbero la generazione successiva e fra queste ce ne sarà sempre qualcuna che presenta dei vantaggi in grado per esempio di limitare lo sviluppo delle forme tumorali in età adulta o di far sopravvivere comunque una cellula colpita da mutazione.
In declino il numero delle specie migratrici
Gli animali che di solito migrano sono più a rischio rispetto agli altri: uno studio rivela che metà delle specie migranti hanno numeri in declino. Il motivo? Ce lo spiega Nicola Bressi:
Perché proprio le specie migratrici? Perché se per sopravvivere hai bisogno di 2 o 3 ecosistemi diversi, hai 2 o 3 volte più probabilità di incappare in un ecosistema alterato dall’uomo.
Le mamme di orca preferiscono concentrarsi sul primogenito maschio
Abbiamo già parlato su Bestiale di come le mamme orca si prendano cura dei propri cuccioli maschi pure quando diventano adulti, continuando a mantenerli (nel senso di “sfamarli”). Una nuova ricerca condotta su Science va oltre: a quanto pare, le orche preferiscono badare al primo figlio maschio, piuttosto che farne altri. Cito:
Le madri di figli maschi hanno meno della metà delle probabilità di avere un altro cucciolo rispetto alle femmine senza figli o alle madri di figlie femmine. È sorprendente che il risultato sia indipendente dall'età del figlio, come riporta il team di ricercatori su Current Biology. In altre parole, sia un figlio di 3 anni sia uno di 18 anni riducono le possibilità delle madri di avere altri cuccioli.
Il cigno pendolare
La storia dietro questa strana foto: lo scorso 8 febbario un convoglio che effettuava la tratta Arona-Milano Porta Garibaldi è stato costretto a fermarsi a Sesto Calende per soccorrere un cigno che probabilmente si era appollaiato lì per riposare dopo un lungo volo. Tutto risolto, il volatile è stato salvato dai vigili del fuoco e riportato nelle acque del Ticino.
Momento qualche link e poi gatti battaglieri:
Sempre bello vedere come festeggiano le ricorrenze nei parchi faunistici: ad esempio, ecco il Carnevale bestiale nel Parco Natura Viva 🎭
Se leggete questa newsletter vuol dire che ormai siete espertə, quindi dite la vostra: secondo voi questo è un gatto domestico o un gatto selvatico?
Storie di zoo, per conoscerli meglio e capirne la complessità: quello di Norimberga è “costretto” a uccidere dei Babbuini 😞
Trovata una nuova specie di cozza: è piccola “come un chicco di riso” e vive nel legno 🪵
Vincenzo mi segnala questo video dove si prova a rispondere alla domande delle domande: le giraffe sono gialle? 🦒
Eccoci qui:
A giovedì prossimo, ciao!
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