Recensioni - “Animale a chi?” di Eunice Lelli
Ciao, questa è una nuova puntata di recensioni! Se anche tu hai scritto un libro sugli animali e vuoi che ne parli su Bestiale, scrivimi pure all’indirizzo leonardomazzeo1@gmail.com.
Ci sono alcune storie che ti rimettono in pace col mondo. Qui su Bestiale ne abbiamo raccontate tante, alcune ci hanno strappato una lacrima, altre invece un sorriso, oppure una riflessione. Ecco: i piccoli racconti di Animale a chi? (Infinito Edizioni, 2023) hanno lo stesso effetto, nonché lo stesso scopo. Riscoprire cose che possono sembrarci insignificanti, non dare per scontata nessuna vita, cercare sempre di essere migliori. Perché il modo in cui ci interfacciamo con gli animali dice molto su di noi.
Storie inventate, storie vere
Per la maggior parte si tratta di racconti inventanti di sana pianta dalla sensibile e creativa penna di Eunice, in alcuni casi però ci si riferisce a storie di vita vera, ispirate da fatti accaduti realmente. Tra queste troviamo ad esempio il triste e malinconico racconto “Animale a chi?”, che dà il titolo all’intera raccolta. Parla di elefanti, o meglio, del modo in cui l’uomo riesce a ridicolizzare anche animali così maestosi e potenti, tanto da non avere predatori naturali. E vederli dipingere per il divertimento e l’arricchimento dell’uomo fa semplicemente rivoltare lo stomaco: un’ingiustizia in piena regola, che nel racconto emerge in tutta la sua cruda e inesorabile realtà.
Tra i racconti ispirati a storie vere, però, ci sono anche esempi positivi e virtuosi del rapporto uomo-animale, come quella su una pet-terapy ante litteram con protagonisti Aldo e l’asina Peppinella. Cito la parte finale:
“Diversi dottori in tutto il mondo avevano considerato la possibilità di usare gli animali come approccio terapeutico per curare disabili, pazienti con ritardo mentale, soldati che avevano riportato gravi problemi fisici e mentali durante la guerra. Nel 1953, per la prima volta, il dottor Boris Levinson, un neuropsichiatra infantile, enunciò il concetto di pet-therapy. In Italia la terapia con gli animali sarebbe arrivata solo nel 1987, con una svolta operativa nel 2009. Se Aldo fosse stato ancora in vita, avrebbe potuto fornire fascicoli e fascicoli di documentazione per dimostrare che gli animali ci curano e ci salvano”.
Andando ancora oltre, nel libro ci imbattiamo anche in animali piccolissimi e ai quali a volte facciamo poco caso come il meraviglioso bombo, oppure quelli che guardiamo con fastidio come il ragno in casa. Ogni storia è intrisa di una sensibilità unica e spiazzante, che fa riflettere su quanto a volte ci sentiamo onnipotenti e al centro del mondo. Invece siamo piccoli anche noi, ma allo stesso tempo parte di qualcosa più grande.
@ GuyOzenne/123rf.com
Un fratino e l’alba che arriva
Mi sbilancio sul mio racconto preferito: si intitola “Vista mare” e parla della storia di un fratino, fragile volatile a rischio estinzione che di tanto in tanto nidifica sulle spiagge italiane. La specie e i suoi nidi sono protetti dalla legge, ma nonostante questo spesso vengono distrutti dalle attività dell’essere umano. Forse ricorderete la discussione circa l’opportunità di svolgere il Jova Beach Party sulla spiaggia dove nidificavano i fratini.
Nel racconto di Eunice viene esplorata bene la delicatezza della questione, che viene calata all’interno di una storia di finzione (ma ispirata a fatti realmente accaduti) che serve per veicolare meglio il messaggio di protezione. La dedica finale all’Associazione Guide del Borsacchio, che si occupa della tutela del fratino in Abruzzo, non fa che confermare tutte le buone intenzioni con cui Eunice ha scritto questo libro.
Consiglio Animale a chi? ai grandi, certo, ma anche ai più piccini: è una lettura educativa, leggera ma non banale; un’ottima occasione per imparare a conoscere rispettare il mondo che ci circonda e le creature che lo popolano. Non sempre c’è il lieto fine, certo, ma anche quando le cose non vanno come sperato, possiamo portare con quell’insegnamento importante che è nascosto dietro ogni piccola, grande storia.
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