Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la novantaseiesima puntata di Bestiale, che comincia con una verità sconvolgente.
Il quokka. Quel meraviglioso esserino diventato famoso per la sua faccia sorridente, il più puccioso tra i marsupiali, l’animale da compagnia che tutti vorrebbero avere, il genitore modello. No, aspetta: forse quest’ultima parte va eliminata. Qualche anno fa girava un meme che è ancora possibile trovare online, di tanto in tanto:
“Ti senti un cattivo genitore? Pensa ai quokka, che lanciano i loro piccoli contro i predatori per scappare”
Fact-checking: ma veramente sono capaci di una simile atrocità? Risposta breve: no, ma quasi.
Come viene spiegato qui, infatti, i quokka non “tirano” i propri piccoli contro i predatori, ma comunque di fronte ad un pericolo tendono a “rilassare” i muscoli del marsupio in modo tale da far uscire fuori il cucciolo, che strillando e dimendandosi a terra attira le attenzioni del predatore, permettendo alla mamma di mettersi in salvo. Di fatto, dunque, i quokka sacrificano i cuccioli per scappare.
In generale, tutti gli appartenenti alla famiglia dei macropodidi (della quale fanno parte anche i canguri) adottano una simile tecnica di sopravvivenza. Secondo Mattew Hayward, professore dell’Università di Newcastle, “questo ha senso dal punto di vista evolutivo: la madre è sicuramente fertile, mentre il piccolo può essere sterile”.
Adesso quel sorriso sembra un po’ più inquietante rispetto a prima.
I cani fanno la cacca orientandosi sull’asse terrestre 🌍
La puntata di oggi va così: mi sono imbattuto in questa storia dei cani che per defecare assumono esattamente una posizione precisa, piazzandosi sull’asse nord-sud della Terra. Non è una credenza, ma una roba scientificamente provata. Se ne parla in un vecchio articolo del Guardian. Cito:
I cani si aggiungono ai bovini, ai caprioli, ai cervi, alle volpi, ai coyote e ai lupi grigi tra i mammiferi dotati di un meccanismo di "magnetorecezione".
Sebbene il loro comportamento fosse evidente solo in condizioni di calma, si tratta comunque di una scoperta che dimostra cambiamenti misurabili e prevedibili nel comportamento dei cani in risposta al campo magnetico terrestre.
Nello studio è presente anche questa immagine pazzesca.
A Gibilterra le orche stanno continuando ad affondare le barche
Il 31 ottobre un’altra imbarcazione, la quarta dal 2020, è stata presa di mira dal solito gruppo di orche che sta causando problemi alle barche a vela da parecchio tempo. Pare che tutto sia partito da una singola orca, chiamata Gladis, che ha influenzato il comportamento delle altre. E c’è chi sostiene che lo facciano… per gioco. Se ne parla su Kodami:
Quando le orche circondano le imbarcazioni, infatti, non sembrano mostrare apertamente aggressività. I cetacei potrebbero aver iniziato ad avvicinarsi e a interagire per semplice curiosità, dando il via a una sorta di moda passeggera che secondo alcuni esperti potrebbe svanire improvvisamente così com'è apparsa.
Le orche (Orcinus orca) sono predatori altamente sociali che possono sviluppare, imitare e tramandare culturalmente ai giovani comportamenti e tecniche di caccia.
I problemi del Giappone con gli orsi
Dall’altra parte del mondo, in Giappone, nel 2023 è stato superato il record di attacchi da parte degli orsi: da aprile a ottobre ce ne sono stati 180, con cinque morti. I numeri sono in aumento: dai 15 casi di agosto si è passati ai 38 di settembre fino ai 71 di ottobre. Il motivo dell’aumento esponenziale delle interazioni, secondo gli esperti, andrebbe ricercato nella mancanza di cibo che spingerebbe gli animali fino agli insediamenti umani. Questo dipende anche dall’abbandono delle zone rurali del paese: la mancata rimozione dei frutti dagli alberi avrebbe attratto gli orsi.
A proposito di orsi e Giappone, lascio qui questo video del divulgatore Lorenzo Rossi che parla proprio del rapporto tra la popolazione nipponica e i plantigradi, focalizzandosi poi sul più letale attacco di un orso bruno della storia.
La volpe artica che cambia pelo
Foto della settimana: sembra una persona nel bel mezzo di una seduta dal parrucchiere, invece si tratta di una volpe artica alle prese con la muta. Particolarità: d’inverno il pelo è bianco come la neve, mentre quando le temperature salgono la volpe artica assume un colore grigio-bruno.
Il ritorno della lince nel Parco Nazionale Gran Paradiso
Non se ne vedeva una da più di cento anni ed è una notizia sensazionale: fino ad oggi c’erano stati solo avvistamenti segnalati ma mai documentati, nei giorni scorsi invece una fototrappola è riuscita a filmarne una. Dice Bruno Bassano, direttore del Parco:
“Da molto tempo inseguiamo questo fantasma di boschi e rocce, senza mai aver avuto certezza del suo passaggio. Si tratta di una specie iconica spesso dimenticata ma che, in base ai dati storici, era l’unico grande carnivoro presente sul massiccio del Gran Paradiso, come descritto dagli zoologici della Commissione reale del Parco. Questa segnalazione apre la possibilità che si possa, nel tempo, insediare nel Parco almeno una coppia riproduttiva di questa specie. Sarebbe un prezioso ritorno che riempirebbe un vuoto che dura da oltre un secolo“.
Momento qualche link e poi occhio a Natale che è dietro l’angolo:
Le mucche in Svizzera non stanno simpatiche a tutti: una piccola e curiosa polemica raccontata dal Post 🐄
Senza l’applicazione di sagome anticollisione, le vetrate si confermano una trappola mortale per gli uccelli: l’ultima strage si è verificata ad Ancona 🗞️
In settimana c’è stato l’anniversario del lancio del satellite Sputnik 2 con a bordo la cagnolina Laika 🗓️
- , autore della newsletter , mi segnala la storia della “pecora più sola su questo pianeta”, come canterebbero I Cani 🐑
Sì, nel mondo esistono anche i serpenti bicefali: non si vedono spesso ma ci sono, eccone uno (cioè, due!) 🐍
Non sentite anche voi, lontanta lontana (ma neanche troppo), la melodia di Jingle Bell Rock?
A Natale manca ancora un mese e mezzo, noi invece ci sentiamo giovedì prossimo, ciao!
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Ah bè, questa dei cani è mitica. Dopo controllo la mia canetta :-) :-) :-)