Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la settantasettesima puntata di Bestiale, che parla delle scimmie di mare.
Togliamo subito di mezzo il primo dubbio: no, nonostante il nome, non si tratta di scimmie. Il fatto di chiamarle “sea-monkeys” è stata una trovata commerciale (ci arriviamo). E allora, cosa sono questi esserini messi in vendita negli Anni Settanta come animali da compagnia?
Si tratta di esemplari di Artemia salina, piccoli e resistentissimi crostacei, capaci di sopravvivere in condizioni estreme, ad esempio nelle pozze delle saline, dove alcune volte l’acqua è completamente assente. Ma neanche temperature di ebollizione o vicine allo zero assoluto riescono a scalfire queste creature. Di più: nemmeno l’acido, né la fortissima pressione del fondo dell’oceano, sono in grado di ucciderle.
Insomma: se togliamo tutta la componente cringe dalla parola che sto per utilizzare, si tratta di un animale particolarmente resiliente. E proprio per questa sua straordinaria qualità, è stato messo in commercio. Ma andiamo con ordine.
Come fanno le scimmie di mare a sopravvivere in condizioni estreme 🧂
Resilienza, dicevamo: sì, ma come fanno a non scomparire, quando l’acqua evapora? Ce lo spiega Il Post, dove trovate un approfondimento completo sul loro meccanismo di sopravvivenza. Un paio di estratti:
In condizioni normali, le femmine depongono uova che si schiudono quasi subito. Ma quando il cibo comincia a scarseggiare o quando percepiscono che il livello di salinità aumenta – un potenziale segnale di una diminuzione del livello delle acque – invece delle normali uova producono delle “cisti”, involucri rigidi che al loro interno contengono una larva già quasi completamente sviluppata. La caratteristica interessante di queste cisti è che possono sopravvivere a una perdita del 97 per cento dell’acqua al loro interno. In questa situazione, la ciste blocca tutti i processi vitali ed entra in uno stato di sospensione asciutta che si trova in un punto intermedio tra la vita e la morte.
Ok, ma quanto possono sopravvivere in queste condizioni? Ehm, tantissimo:
Quanto può durare questo stadio di ibernazione? Non lo sappiamo esattamente, ma sappiamo che nel 1990 una compagnia petrolifera recuperò da un pozzo di trivellazione molto profondo alcune cisti ibernate. La compagnia le mise in acqua e un certo numero di loro, nel giro di 24 ore, si sviluppò in scimmie di mare perfettamente formate. Quando furono datate con la prova del carbonio-14 si scoprì che erano vecchie di diecimila anni.
10.000 anni. Ripeto: 10.000 anni. E allora, ha pensato Harold von Braunhut, perché non mettere le uova in dei sacchetti e provare a venderle?
“Entra nel magico mondo delle scimmie di mare” 🧜♂️
Così recita lo slogan della pubblicità che si pone come obiettivo quello di vendere questi “instant-pet”, ossia “animali istantanei”. Nel copy viene spiegato anche il semplicissimo (anche se sarebbe meglio dire semplicistico) funzionamento delle scimmie di mare:
Aggiungi dell’acqua e il gioco è fatto! In un secondo le tue incredibili scimmie di mare prenderanno vita.
Harold von Braunhut aveva fatto bingo: per anni ha cercato un modo per riprodurre il successo dei formicai spediti come giochi negli Anni Cinquanta, alla fine è riuscito a replicare il modello con le sea-monkeys. Aggiungendo una componente di storytelling non indifferente.
Quella di von Braunhut può essere vista in due modi: o come un’incredibile trovata di markeing, o come una truffa. Forse è stata entrambe le cose. A me ha ricordato in parte la storia della Pietra Domestica, ma con una componente aggiuntiva: in effetti, quelli che arrivavano a casa dei bambini erano essere viventi, fatti, finiti, istantanei. Il tutto in una sola bustina di polvere da versare nell’acqua.
“Puoi anche addestrarle!”🧜♀️
Il fatto di presentarli nel design come delle sirene e dei tritoni ha contribuito ancora di più a renderli un oggetto di culto; poco importava, poi, se l’acquirente si trovava di fronte dei gamberetti con undici zampe, che nuotano a testa in giù e che hanno tra i loro compiti principali quello di filtrare l’acqua.
L’importante era piazzare sul mercato il prodotto, renderlo appetibile, addirittura scrivendo che era possibile “addestrare” le scimmie di mare, crostacei lunghi una quindicina di millimetri. Ovviamente non era vero, così come si poteva dubitare sulla rapidità di “generazione” degli animali, visto che in genere sono necessarie circa 24 ore per il loro completo sviluppo
Però erano vendute come piccole sirene semplici da “creare”, addomesticabili, veloci, a basso prezzo (i primi pacchetti costavano 0.49 centesimi di dollaro). Come resistere all’acquisto?
Pubblicità, successo, polemiche
Non avendo a disposizione grandi quantità di denaro, von Braunhut decise di lasciare stare le televisioni e le radio per concentrarsi sul mondo dei fumetti, stringendo accordi per far inserire all’interno di prodotti molto letti dai bambini delle pubblicità come questa:
Mettetevi nei panni di un influenzabile bambino degli Anni Settanta: avreste davvero potuto resistere dal chiedere ogni 5 minuti ai vostri genitori di comprare un pacchetto di scimmie di mare?
Il prodotto ebbe un successo immediato e clamoroso, ancora oggi chi ha vissuto in quel periodo ricorda le sea-monkeys. Alle quali poi sono stati posti dei freni. Da Esquire:
… secondo il Codice di Consumo è considerato ingannevole propinare informazioni non corrispondenti al vero. Il prodotto delle scimmie di mare viene venduto con un visual decisamente poco attinente al vero aspetto degli animali ma soprattutto con dei claim bugiardi: sia in America che in Italia, per esempio, viene garantita la possibilità di ammaestrare le piccole creature; una cosa assolutamente non possibile.
A questo si aggiunge che nel nostro paese, dove le Sea Monkeys sono arrivate negli anni ’70, il Ministero della Salute ordina l’interruzione del loro commercio nel 2011 e il ritiro di tutte le confezioni: questo non si deve a un pericolo per l’essere umano, quanto più alla poco chiara modalità di immissione sul mercato. Trattandosi di animali vivi, di fatto, per il loro commercio è necessario essere in possesso dell’apposita Certificazione CE dell’Istituto Italiano Sicurezza dei Giocattoli: la principale azienda dietro la vendita delle scimmie di mare sosteneva di esserne in dotazione, mentre l’Istituto negava ogni contatto con la suddetta.
Cosa resta oggi delle scimmie di mare
Nonostante bandi e divieti vari, le scimmie di mare sono ancora in commercio (si possono acquistare anche su Amazon, ad esempio, in confezioni sempre più elaborate), tra l’altro in svariate forme: c’è ad esempio il gioco per la PlayStation, la maglietta con il claim pubblicitario, ma anche l’orologio con la grafica o quello che può proprio contenere gli animaletti per portarli con sé tutto il giorno.
Le scimmie di mare vivono nei ricordi della redazione del Guardian, nelle immancabili guide di WikiHow che spiegano come allevarle. Per un momento si è anche pensato che potessero essere utili per combattere l’invecchiamento. Loro, nel frattempo, hanno anche viaggiato nella spazio: la popolarità delle sea-monkeys, è evidente, non conosce confini.
Prima dei saluti, qualche linkino random:
Scoiattolo volante finge la propria morte e mette su una scena del crimine 🎬
Un senzatetto in Perù ha salvato 25 cani da un edificio in fiamme 🥺
Orde di granchi blu hanno invaso il delta del Po e non è una bella notizia 🦀
Uno squalo bianco a Livorno? Forse sì, forse no, forse boh 🦈
Poi succede che sei in giro a Roma, parcheggi lo scooter e ritrovi il bauletto ricoperto di api 🐝
Anche se non addomesticabile, va detto che di sicuro una scimmia di mare non farebbe mai una roba simile:
Ciao, a giovedì prossimo!
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Che roba pazzesca le scimmie di mare: praticamente delle super-viaggiatrici nel tempo! Ogni volta mi sorprendo a scoprire cose così sulle creature viventi non umane, grazie per il racconto.
Ieri in un documentario ad esempio ho avuto la conferma della straordinarietà dei funghi, in particolare del fungo cannone: per riprodursi spara le sue spore con un'accelerazione da 0 a 20 km/h in un milionesimo di secondo, cosa che le sottopone a una forza gravitazionale di 20.000 G!