Bestiale #76 - Zerocalcare, l’armadillo e altri animali
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la settantaseiesima puntata di Bestiale, che parla dell’armadillo e degli altri animali di Zerocalcare.
Ho finito di vedere Questo mondo non mi renderà cattivo, la seconda serie Netflix di Zerocalcare: mi è piaciuta un botto, così come la prima, e visto che dentro ci sono parecchi animali ho pensato di cogliere la palla al balzo per parlarne, partendo proprio dalla bestiola a lui più cara.
L’armadillo fa la sua comparsa nel mondo dei fumetti di Zerocalcare nel 2010, e di volta in volta è stato riproposto, uscita dopo uscita. Il suo ruolo è sempre lo stesso: è la coscienza di Zerocalcare, ma non stile Grillo Parlante, è più la voce interna che lo porta a far emergere il suo lato disagiato.
Lo stesso Zerocalcare, a proposito della scelta dell’Armadillo, ha detto:
L’ho scelto per due motivi: il primo è perché è l’animale sociopatico per eccellenza, quello che si racchiude su se stesso, e questa è la parte più introversa della mia coscienza; il secondo è perché l’armadillo è l’unico animale che puoi vedere gratis allo zoo di Roma, visto che la sua gabbia sta prima della biglietteria, quindi pure se non paghi lo puoi vedere.
Aggiungo: l’armadillo è un animale notturno, che scava buche profonde, che ha una corazza che lo protegge. Il prototipo perfetto per rappresentare la difficoltà di relazionarsi col mondo e quella voglia che abbiamo di nasconderci, in alcune circostanze della nostra vita.
Nota: io mi sono definitivamente innamorato di questo animale quando ho scoperto come raccoglie le foglie.
L’utilizzo degli animali nei fumetti di Zerocalcare (e non solo)
Zerocalcare non è stato il primo ad utilizzare animali antropomorfi e di certo non sarà l’ultimo: più o meno da quando la narrazione ha avuto inizio, abbiamo utilizzato escamotage vari per raccontare meglio le nostre storie. Gli animali, in questo senso, tornano molto utili: le loro caratteristiche - o meglio, il modo in cui noi li percepiamo, serve per dare una forma netta e già decisa ad un personaggio.
Già nei miti dell’Antico Egitto, le divinità venivano rappresentate con sembianze animali, come ad esempio Bastet, la dea-gatto; altri esempi si possono trovare nelle fiabe di Esopo e anche nella Bibbia, dove il Diavolo si presenta ad Adamo ed Eva sotto forma di un serpente, animale che in quel caso rappresenta il male perché inganna, tenta, allontana dalla retta via.
Facendo un salto in avanti di qualche migliaio di anni, si può citare un’altra serie Netflix, Bojack Horseman (che per me è un po’ come la Bibbia, tra l’altro): lo stesso Bojack infatti è “matto come un cavallo”, mentre il labrador Mr Peanutbutter è dolce, amichevole e innocente. Ad ogni animale la sua caratteristica, ad ogni personaggio il suo carattere bestiale.
Zerocalcare fa un po’ la stessa cosa, in primis con l’armadillo, come abbiamo visto, ma anche con sua mamma che di fatto è Lady Cocca di Robin Hood: la gallina è l’animale che cova, che protegge i figli. Zerocalcare dà una forma bestiale alle persone che ha intorno per farci vedere come le percepisce, per permetterci di immergerci ancora di più nella realtà che ha (letteralmente) disegnato, dandoci dei riferimenti che possiamo capire in maniera immediata.
Ornitorinchi, iene, dinosauri: tutta la fauna di Zerocalcare
Nella puntata numero quattro, Zerocalcare fa una carrellata esplicativa degli animali che compongono il Consiglio Comunale:
«I conservatori oggi li rappresentiamo come sti grossi mammiferi piantati sul terreno con legami molto forti con gli umori della gente»: sono rappresentati come trichechi, hanno i baffi da persone anziane e sagge, che pensano di doverti spiegare la vita.
«I progressisti ti guardano dall’alto in basso perché negli anni gli è venuto ‘sto collo lunghissimo perché dovevano raggiungere i frutti dei rami più alti della foresta pluviale di Capalbio»: l’animale di riferimento è la giraffa, alta, regale ma allo stesso tempo altezzosa, che non riesce a nascondere il senso di superiorità che prova nei confronti degli altri.
Nell'’ultima categoria ci sono gli ornitorinchi: «Non si capisce che ca**o sono, un miscuglio insensato di animali assemblati male, sono sbucati dal nulla da qualche anno, emersi dal fallimento delle ideologie del Novecento, con delle parole d’ordine tipo “Bisogna essere onesti!”». Anche in questo caso, come negli altri due, il riferimento al partito politico è abbastanza palese.
E poi ci sono i giornalisti, che nella serie sono sempre pronti ad approfittare delle disgrazie altrui per dare in pasto alla gente quelli che vuole, in maniera morbosa: Zerocalcare li rappresenta come iene e sciacalli, animali approfittatori, che si nutrono di carcasse e che nella cultura di massa vengono usati come insulti, se accostati a una persona.
Hanno forma di dinosauri, invece, quegli amici e quelle amiche che ancora credono in certi ideali, che ancora lottano per difenderli: sono ormai in via d’estinzione, ma allo stesso tempo sono fichissimə.
Un (breve) giudizio personale sulla serie
Vabbè, ma insomma: ‘sta serie è bella oppure no? Direi proprio di sì: Zerocalcare ha una capacità unica nell’essere al tempo stesso riflessivo, ironico e audace. Non racconta mai storie banali, e neanche questa lo è. Rispetto a Strappare lungo i bordi, il racconto si fa meno intimo e più sociale: Zerocalcare si è sporcato le mani di più rispetto a prima, ha azzardato, ha parlato di temi caldi come i migranti e il degrado delle periferie, lo ha fatto a modo suo.
Poi, oh: Questo mondo non mi renderà cattivo è piena di animali antropomorfi, come poteva non piacermi? Una bestiola sta addirittura nel nome di chi canta la colonna sonora: Giancane.
Momento qualche link a corredo e poi saluti corazzati:
Un approfondimento di Kodami sugli animali di Zerocalcare, dove si parla anche dell’amico cinghiale 🐗
A proposito di ornitorinchi: un articolo del Post sulla storia della loro complicata classificazione 📚
Una riflessione sul ruolo dell’armadillo nelle opere di Zerocalcare: coscienza morale, presenza animale o daimon? 🤔
Zerocalcare e l’uso degli animali antropomorfi nei fumetti: l’analisi di Marco D’Angelo 🖊️
Sette minuti di video con il meglio dell’armadillo in Questo mondo non mi renderà cattivo 🎞️
Vi saluto con una bellissima teoria nella quale mi sono imbattuto questa settimana. Può essere un caso?
Ci sentiamo la prossima settimana, ciao!
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