Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la settantatreesima puntata di Bestiale e sarà un po’ diversa dalle altre.
Avrei voluto parlarvi del panda albino avvistato in Cina, oppure di polpi che fanno gli incubi, ma poi ho visto questa vignetta e ho pensato che meritasse tutto lo spazio possibile:
La traduzione, prima di tutto:
Domani, quando i ragazzi della fattoria troveranno questo scherzo della natura, avvolgeranno il suo corpo in un giornale e lo porteranno in un museo.
Ma questa notte lui è vivo nei terreni a nord, insieme a sua mamma. È una perfetta notte d’estate: la luna si alza oltre il frutteto, il vento soffia tra i fili d’erba.
E mentre fissa il cielo, si accorge che ci sono il doppio delle stelle rispetto al solito.
Update: La vignetta è la trasposizione grafica della poesia Two-Headed Calf, realizzata da Laura Gilpin (1950-2007). Grazie a Ivan Cenzi per la segnalazione!
Impatto ☄️
Non so neanche come definirla: “vignetta” è corretto, credo e spero; magari è più indicato il termine “fumetto”, oppure “striscia”. Non sono un esperto, solo di recente mi sono avvicinato al genere (soprattutto grazie agli amici Lorenzo Coltellacci e
) e forse è per questo che Facebook ha deciso di sottoporre alla mia attenzione la vignetta dell’artista Adam Ellis, realizzata sulla poesia di Laura Gilpin.Poi c’è un animale raffigurato, quindi il mio occhio è stato catturato in automatico. Mi sono fermato, ho letto, ho osservato. Quando ho posato lo sguardo sull’ultima riga e ho finito di cogliere il senso complessivo della storia, sono rimasto di stucco: la vignetta mi aveva dato un pugno nello stomaco.
Il piccolo vitello bifronte (“scherzo della natura”) e il suo destino infame mi hanno scosso, certo, ma è stata soprattutto la bellezza perfetta dell’ultima riga di testo ad avermi colpito. Il doppio delle stelle: solo lui può vederle. Speciale, unico, anche solo per una notte.
Non conosco altro di Adam Ellis, ho provato a guardare al volo altre sue vignette, ma non mi hanno colpito come la prima. Sono tornato indietro e ho riletto la piccola storia del vitellino con due teste. Mi sono commosso di nuovo.
Innocenza e ingiustizia
L’innocenza mi colpisce e mi fa male: quel vitello non sa minimamente cosa lo aspetta. Avrà una vita brevissima, probabilmente non riuscirà a vedere un’altra notte, ma non lo sa. Non ne è consapevole e dunque, appunto, è innocente.
Vorrei aiutarlo, stringerlo a me, dirgli che andrà tutto bene; vorrei sedermi accanto a lui, guardare il suo stesso cielo e confessare: io non lo vedo bello come lo vedi tu; vorrei dargli forza, anche se non sa di averne bisogno. Accanto a lui c’è sua mamma: questo mi consola. Il vitello è al sicuro, in quell’istante fotografato dalla vignetta va tutto bene: è amato, la luna è alta nel cielo, soffia un vento leggero, il cielo non è mai stato così pieno di stelle.
Niente può andare per il verso sbagliato, solo il tempo che passa può rovinare tutto. Lo stesso tempo che a tuttə, nessunə escluso, porta via l’innocenza e consegna brutalità: “Arriveranno i ragazzi della fattoria e lo avvolgeranno nella carta di giornale”. Un’immagine tremenda, uno schiaffo in faccia. Perché deve essere portato via? Non può stare con sua mamma? Non può avere una vita come tutti gli altri? Avverto un senso di ingiustizia. Vorrei scrivere a Laura Gilpin: potevi lasciarlo vivere, oppure potevi non dirmi nulla. La vignetta avrebbe funzionato lo stesso, no?
No.
Sofferenza e bellezza
La sofferenza, in quella storia, ma anche in tutte le belle storie che leggiamo, vediamo, ascoltiamo, purtroppo è necessaria. Mi dico questo, mi calmo, faccio virtualmente pace con Adam Ellis: se non avessi letto la prima frase, non avrei apprezzato l’ultima. Se non sapessi che tutto ha una fine, non saprei apprezzare quello che succede adesso. Un discorso che si applica a questa vignetta, ma anche alla vita in generale: c’è bellezza perché prima c’è stata sofferenza, e anche perché ce ne sarà in futuro.
La realtà è cruda, spietata, evidente: un vitello con due teste non può sopravvivere a lungo. Morirà per cause naturali, probabilmente finirà in un museo, al massimo sarà materiale buono per una notizia di giornale, magari lo stesso che avvolge il suo corpo mentre viene portato via da sua mamma, dal terreno al nord, dal frutteto. Niente può cambiare il suo destino: così deve andare.
Nel frattempo, però, c’è la vita, che è tutto quello che succede tra la nascita e la morte, che questa arrivi presto o tardi. E lì, nascosta tra le pieghe della notte, c’è la bellezza: alcune volte, per trovarla, basta guardare il cielo.
Anche se solo alcuni possono vedere il doppio delle stelle.
Uff, che fatica, eh? Momento qualche link per non lasciarci così:
Piccolo incidente diplomatico tra USA e Nuova Zelanda nato per colpa di… un kiwi (l’uccello, non il frutto) 🥝
“Stanotte / un threesome si potrebbe fareee”, cantano questi fenicotteri in Sardegna 🦩
Video creepy della settimana: un crostaceo ha scelto come casa la testa di una bambola 🦀
Scoperto un nuovo geco in Australia: ha gli occhi psichedelici 🦎
Notizie che fanno piacere agli “otter lover” come me: le lontre in Italia sono sempre di più 🦦
E aggiungiamo anche una vignetta più leggera:
Dulcis in fundo: lascio qui l’ultima puntata della consigliatissima newsletter
di , dove trovate anche un’intervista al sottoscritto.Per oggi è tutto, dalla prossima settimana riprendiamo con la newsletter classica. Spero che l’episodio speciale vi sia piaciuto: se volete, condividete la storia del vitellino con chi pensate possa apprezzarla.
Ciao!
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E grazie, come sempre.
Che storia triste...ma grazie.
Non riflettiamo mai abbastanza sul fatto che siamo tutti connessi.
Grazie per la condivisione, mi sono salvato la vignetta di Adam Ellis: una perla rara (come la poesia a cui è ispirata). Ma pure quella finale 😄.