Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centocinquantanovesima puntata di Bestiale, che comincia con dei pipistrelli particolarmente acculturati.

Sarà una puntata molto “ma che veramente?”, ve lo dico - e io la amo già. E si inizia con una storia che ho trovato su Facebook, propinatami dall’algoritmo di Zuckerberg (che devo dire ci prende parecchio). Insomma, dal nulla mi trovo davanti l’immagine AI generated di un pipistrello su un libro antico: la didascalia spiegava che in una biblioteca portoghese i pipistrelli difendono i libri, come fossero dei guardiani.
Mia onesta reazione: ahahah, ma dai, ti pare. Invece era tutto vero e ho avuto di nuovo la dimostrazione che, quando si parla di animali, vale la pena mettere in discussione più o meno ogni cosa che penso di sapere.
Succede non in una, ma in più biblioteche del Portogallo, come ad esempio a Coimbra, dove c’è una colonia di pipistrelli che da anni si è stabilita tra gli scaffali della biblioteca Joanina. Escono solo di notte, si nutrono di insetti che altrimenti rovinerebbero i libri, poi fanno un giro all’esterno e infine tornano nella biblioteca. Offrono un servizio alla comunità, che per ripagarli li lascia lì, senza sfrattarli da quella che ormai è casa loro.
I pipistrelli, delle quali sono state individuate almeno due specie Tadarida teniotis e Pipistrellus pygmaeus, potrebbero essere lì addirittura dalla fine del 1700. Non si sa bene quanti siano, nessuno li ha mai contati. Di sicuro, la loro storicità è testimoniata dalle antiche coperte di pelle (come quella che vedete qua sopra) importate dalla Russia imperiale nel XIX secolo e usate per proteggere i tavoli antichi dagli escrementi degli animaletti volanti. Le coperte sono posizionate ogni sera e rimosse al mattino, quando vengono effettuate le operazioni di pulizia. I libri sono invece protetti da reti di metallo.
Nota di colore, presa da qui:
I bibliotecari affermano di sentire spesso i pipistrelli "cantare", ovvero emettere vocalizzazioni sociali, nel tardo pomeriggio nelle giornate piovose.
La simbiosi tra libri e pipistrelli si ripete anche nella la biblioteca del Palazzo Nazionale di Mafra. Insomma: non è solo un caso, ai pipistrelli piacciono proprio i libri. Che dire? Pazzesco.
Come arrivano i pesci nei laghi?
Ok, lo ammetto: questa era una cosa a cui non avevo mai pensato. In effetti, però, la domanda ha una sua dignità. Anche in questo caso, ho trovato un post sui social e inizialmente non mi sono fidato.
Insomma, mi dico: ma ti pare che adesso i pesci arrivino nei laghi tramite la cacca di un’anatra? Ebbene sì, può succedere. Se vi va potete vedere il video di MinuteEarth (dal quale è preso lo screen qui sopra) che spiega bene il tutto. Versione breve che lascio qui: si parla di come un lago isolatissimo in una montagna alta possa ospitare dei pesci. Tre possibilità:
Sono arrivati dopo un’inondazione, quindi da un altro bacino d’acqua;
Sono stati gettati da elicotteri per popolare un lago, oppure deliberatamente immessi in acqua da qualcuno;
Sono stati, scusate il francesismo, cacati da un’anatra.
Succede, sì. Per quanto assurdo e senza senso possa sembrare, non è uno scherzo: uno studio ha dimostrato che un piccolissimo numero di uova, lo 0.2%, può sopravvivere al tratto intestinale di un uccello che le ha ingerite. Considerando che i pesci depongono una quantità spropositata di uova (centinaia di migliaia, o addirittura milioni, in una volta sola), quel numerino può rivelarsi piuttosto rilevante. E se le uova sopravvissute venissero poi espulse proprio sopra un lago isolato, potrebbero effettivamente schiudersi e dar vita a una nuova colonia di pesci.
Rieccoci qui: paz-zes-co.
Le api giapponesi prendono a sberle le formiche
E mentre noi stiamo qui a guardare le anatre che espellono pesci nei laghi, le api si difendono come possono dalle formiche che provano a entrare nel loro alveare. I piccoli intrusi possono rivelarsi parecchio dannosi: mangiano il miele, attaccano le uova, uccidono le operaie. Insomma, un bel disastro per un alveare. E così le api asiatiche giapponesi (Apis cerana japonica) hanno trovato un sistema per allontanarle - anzi, proprio per spararle via.
Semplicemente, le api guardiane battono le ali, ruotano su loro stesse e colpiscono le formiche. Un super schiaffo all’invasore, che viene respinto con decisione. Wow.
Koala che si fanno le coccole di notte, ossia: Kokkoala 🐨
Per quello che ne sapevamo, i koala erano animali solitari, scorbutici, degli Scrooge australiani che preferivano stare da soli e odiavano tutti. Perché parlo al passato? Perché uno studio ha ribaltato tutto! O almeno così pare. Ne parla Focus:
Un nuovo studio pubblicato su Australian Mammalogy, e raccontato anche in un pezzo su The Conversation, sembra però smentire quest'idea: di notte, quando nessuno li guarda, i koala delle foreste intorno a Melbourne si riuniscono per abbracciarsi e farsi le coccole.
Pensavamo che i maschi di koala si incontrassero solo per fare a botte, e invece no: questi due qua sopra si scambiano effusioni gentili. Ma per quale motivo lo fanno? Ancora Focus:
Secondo l'autrice [Darcy Watchorn], è una questione di concentrazione: in media, in Australia, ci sono due koala per ogni ettaro; a Cape Otway, invece, ce ne sono 15 per ettaro. Questa densità insolita porta a un aumento delle interazioni, e della competizione tra individui: i gesti di affetto potrebbero essere un modo per allentare la tensione e promuovere la pace e la cooperazione tra vicini.
Memesplaning 👨🏫
Allora, non so voi, ma a me è capitato più volte di imbattermi in questo meme-gif-breve video, ve lo lascio nella sua versione YouTube.
L’avrò visto non so quante volte, illuminato dalla mia passione per le fototrappole di cui parlavo nella puntata precedente, chiedendomi in ogni occasione: ma che diamine succede? Perché quella rana vola? Dove stanno andando quei tre? Cosa stanno cucinando?
Ecco, per puro, purissimo caso, mi sono imbattuto nel video originale, cioè tutto intero. Quello che mostra la lore e ti fa esclamare: AAAAH, ORA HO CAPITO. Quando l’ho trovato, mi sono davvero emozionato - e questo la dice lunga col mio rapporto con gli animali, le fototrappole, la newsletter.
Per farvela breve: si tratta di un video sui pipistrelli (ancora loro!) ematofagi, ossia quelli che si nutrono di sangue. Dunque, quella saltellante creaturina non è una rana, ma un pipistrello che sta seguendo i cinghiali per bere il loro sangue. Che dire, tutto è bene quel che finisce bene!
Momento qualche link e poi gatto predetto:
😢 Purtroppo abbiamo detto addio a Fulco Pratesi: il fondatore del WWF Italia si è spento all’età di 90 anni. Scrive lo stesso WWF: “Esempio vivente di ecologismo attivo, Fulco Pratesi è stato la guida per un’intera generazione di naturalisti”.
🐁 Nel frattempo, mentre cercano di capire quando e come riportare in vita il mammut lanoso, gli scienziati della Colossal Biosciences hanno creato IL TOPO LANOSO: ditemi voi se non si sta letteralmente verificando Jurassic Park (loro hanno già detto “Ma no, non vi preoccupate!”).
🦣 Urca, a proposito di mammut! Un interessantissimo articolo del Post rigurardo un’isola sulla quale i giganteschi mammiferi sono sopravvissuti ancora per quhalche migliaio di anni.
🤨 Intanto lo U.S. Fish and Wildlife Service ha proposto una soluzione per risolvere il problema dell’invasione delle nutrie: con un post ha invitato la gente a mangiarle (sul serio, tutto vero - addirittura tra i commenti del post vengono consigliate delle ricette).
🐅 Della serie cose pazze del mondo animale: Una tigre e un cinghiale cadono in un pozzo, i due rimangono insieme ore prima di essere salvati.
Dunque, dicevamo:
A giovedì prossimo, ciaone!
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Topi (volanti) da bibilioteca