Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centocinquantatreesima puntata di Bestiale, che parla di una tartaruga diversa dal solito.
Immagina: sei sul lago di Garda, una brezza leggera ti accarezza il viso, mentre sul pelo dell’acqua ferma, ammiri il passaggio di mamma di germano reale con tanto di piccoli al seguito. Una scena che fotografa la straordinaria bellezza della natura, che nella sua semplicità sa sempre come… GLUP!
All’improvviso, uno dei pulcini sparisce. Va giù in un colpo d’acqua, di quelli che si sentono quando qualcuno tira un sasso. Pensi: ok, va tutto bene, adesso riemerge. E invece non solo non torna su, ma con tua grande sorpresa senti un altro GLUP! Sparisce un secondo pulcino, anche lui risucchiato dal lago.
Questa volta hai intravisto qualcosa che affiorava in superficie, ti è sembrato di scorgere una specie di proboscide. Ma è mai possibile? Ti calmi, ti siedi e chiami gli esperti. Quelli arrivano e dal lago tirano fuori lei:
Proprio con questa faccia qui ti guarda un esemplare di Pelodiscus sinensis, meglio conosciuta come tartaruga dal guscio molle cinese. Stupefatta almeno tanto quanto te del fatto di trovarsi in Lombardia, nel lago di Garda. Finita lì chissà come.
Tutto questo è successo nel luglio del 2018. L’esemplare venne catturato, messo al sicuro e affidato alle cure del Parco Natura Viva. Proprio il direttore scientifico del parco, Cesare Avesani Zaborra, si espresse così, all’epoca:
Quella tartaruga è finita nel Lago di Garda perché qualcuno l’ha acquistata e poi l’ha abbandonata illegalmente senza curarsi del fatto che inserire una specie estranea nel nostro ecosistema, significa alterarlo con conseguenze molto pericolose. Non solo un pericolo per i germani che in questo periodo stazionano sul lago, ma anche per tutta la fauna acquatica di questo territorio, che già si trova in un equilibrio fragile toccato da una forte presenza dell’uomo.
Il modo in cui sembra “fissare” le persone, con i suoi occhi all’infuori, allucinati e indagatori, è quello che mi sorprende di più. Ma in realtà di caratteristiche uniche la Pelodiscus sinensis ne ha parecchie: ha appunto il carapace meno duro di quello delle sue cugine che siamo abituati a vedere, da qui il nome di tartaruga dal guscio molle cinese.
“Non acquistate animali esotici. Ma se lo fate, sappiate che abbandonarli equivale ad uno dei peggiori crimini che possono essere commessi a danno della natura” cit. Cesare Avesani Zaborra
La tartaruga dal guscio molle cinese fa parte della famiglia dei Trionichidi, distinta da una caratteristica in particolare: al posto delle classiche squame cornee, c’è uno strato di pelle coriacea. Su Wiki c’è scritto che “tale guscio è piatto e quasi circolare, ed è per questo che a volte sono chiamate anche «tartarughe frittelle»”. Altre caratteristiche flash: è di colore oliva, grande fino a circa 30 cm (femmine poco più grandi, maschi poco più piccoli), ha le zampe palmate per nuotare meglio.
Dal nome si intuisce anche che vive in Cina (ma anche in Vietnam e in altre zone dell’Asia). Ennesimo tratto distintivo: quelle due narici tubolari che si estendono oltre il muso e che le permettono di vivere immersa in acque dolci e basse, sotto la sabbia o il fango, respirando tramite questo super naso pazzo. E tendendo agguati alle sue prede, che di base sono pesci, anfibi, insetti, molluschi, crostacei. Ma se viene messa nel lago di Garda, può succedere che predi anche i pulcini del germano reale. Si tratta infatti di una specie vorace e invasiva, che va di moda nei terrari e che per questo alcune volte viene liberata in natura.
Piccolo specchietto: cosa si intende per specie aliena invasiva? 👽
Qui ho trovato una spiegazione chiara ed esaustiva:
Sono conosciute anche come specie alloctone o esotiche invasive.
Le specie aliene invasive sono quindi specie di animali e di vegetali trasferite dall’uomo al di fuori del loro areale naturale (area geografica entro la quale è distribuita una specie), in maniera deliberata o accidentale.
Queste specie assumono un comportamento invasivo, cioè si riproducono ed espandono rapidamente a scapito delle specie autoctone e causano seri danni alla biodiversità, alla salute umana, alle colture agricole o ai manufatti.
Soprattutto, però, la tartaruga dal guscio molle cinese è molto commerciata per la sua carne e viene allevata per scopi alimentari: si tratta addirittura della “tartaruga economicamente più importante al mondo”. Solo in Cina meridionale esistono più di mille allevamenti. Eppure, paradosso dei paradossi, è inserita nella lista del CITES come “vulnerabile”, proprio per via della sua spendibilità a livello commerciale, oltre che per la perdita dell’habitat.
Sul sito della FAO è presente un programma informativo su questa specie, dove viene detto che “l'allevamento di tartarughe dal guscio molle fornisce un mezzo per alleviare la povertà nei paesi asiatici in via di sviluppo”. E ancora: “Questa specie è ideale per la produzione commerciale a causa del suo elevato potenziale riproduttivo, dell'ampia accettazione da parte dei consumatori e della valida esperienza nell'allevamento”. Nota: il report parla di Trionyx sinensis, ma è solo un sinonimo per la Pelodiscus sinensis. Insomma: sono la stessa specie.
L'importanza economica di questa specie ha fatto sì che P. sinensis sia stata introdotta, volontariamente o accidentalmente, in molti paesi al di fuori dell'areale originario. (via)
Di paradossi e di conseguenze
Dall’allevamento all’abbandono, con tanto di inserimento nella lista degli animali vulnerabili. In sostanza, la tartaruga dal guscio molle cinese è uno stranissimo paradosso vivente che, come succede per tanti altri animali, dice molto di noi esseri umani, del nostro modo di prendere tutto quello che troviamo e di sfruttarlo a nostro piacimento. Per poi lamentarci delle conseguenze.
E le conseguenze sono, ad esempio, che togliamo spazio ad una tartaruga per costruire case, e in quelle case abitano persone che devono essere sfamate, e mentre le tartarughe selvatiche muoiono per mancanza di habitat alleviamo quelle domestiche per sfamare le persone che le hanno sfrattate. Ho semplificato molto, ma ecco, avete capito il discorso.
E poi ci sono le conseguenze di quelle persone che vogliono avere in casa un animale esotico che all’inizio ci piace tanto, poi non ci piace più. Ma noi veniamo prima di tutto, quindi - come bambini mai cresciuti - dopo aver giocato con la bestia venuta dall’altra parte del mondo, la liberiamo nel Garda. Con buona pace dei poveri germani reali, che si trovano ad avere a che fare con qualcosa di imprevisto e surreale, che in vita loro non avrebbero mai incontrato.
Comunque sia, il discorso non vale solo per le tartarughe che arrivano da posti lontani, ma anche per i semplici pesci rossi, che se abbandonati in un lago possono determinare l’annientamento di ogni altra specie. Al punto da arrivare ad essere padroni di tutto il bacino d’acqua. E di praticare il cannibalismo per sopravvivere. Tutto perché qualcuno si era stancato di avere un pesce rosso in casa. O una tartaruga. O qualsiasi altro animale preso tanto per soddisfare il nostro ego.
Lo spiega bene Nicola Bressi in questo TED X.
Insomma, cosa ci insegna la storia di questa tartaruga? Nulla. Niente. Assolutamente zero. Però fotografa bene la realtà dell’essere umano che mette i suoi bisogni al di sopra di ogni altro aspetto naturale, senza badare alle conseguenze delle sue azioni. Anzi: che ci fa caso solo quando è troppo tardi. Momento: qualcuno ha detto cambiamento climatico e disastri naturali? Ecco. Mi fermo qui.
Vabbè, via, passiamo al momento qualche link e poi chiudiamo con una vignetta dal guscio molle cinese:
Bonus per gli animali domestici confermato anche per il 2025: qui qualche info utile 🐕
“Tra gli scimpanzé la pipì è contagiosa, soprattutto se a farla è un individuo influente e più in alto nelle gerarchie sociali” (Via) 🐒
Col ritorno del “pet-free” Trump, niente più animaletti domestici alla Casa Bianca per i prossimi quattro anni 😔 A proposito: su Trump e cambiamento climatico rimando all’ottima newsletter di
🌎In California, una donna ritorna nella sua casa dopo gli incendi e ritrova le sue pecore, miracolosamente sopravvissute: una storia bella e commovente 🐑
Altra storia di sopravvivenza assurda: stavolta tocca a un bassotto tornato vivo dopo 13 giorni nella foresta pluviale australiana 🦸♂️
Ordunque:
Viva le tartarughe dal guscio molle cinesi, viva gli altri animali. Per oggi è tutto, noi ci sentiamo giovedì prossimo, ciao!
PS: dopo alcuni ragionamenti, ho deciso di interrompere il voiceover. Substack da qualche tempo ha introdotto sulla sua app il voiceover automatico, quindi chi vuole ascoltare la newsletter può farlo da lì. Io concentrerò gli sforzi altrove: ho una mezza idea di riprendere Dolittle, o comunque di tornare a fare podcast extra newsletter.
Insomma: stay tuned, stay Bestiale.
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