Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centotrentaquattresima puntata di Bestiale, dove vi parlo della fauna pazzesca di Nosy Be e di altre isole del Madagascar.
Dopo due anni e mezzo di newsletter (!) e dopo centinaia di puntate, credo si sia capito che gli animali mi piacciano assai. Immaginate ora uno come me nel posto dove il 98% dei mammiferi, il 91% dei rettili e l’80% delle piante sono endemici, ossia originari ed esclusivi di quel luogo lì. Un paradiso della biodiversità, dove poter trovare creature incredibili e diversissime da quelle alle quali siamo abituati anche a due passi da casa, proprio in giardino. Sì: se noi abbiamo i piccioni, Nosy Be (l’isola dove ho soggiornato) offre un’avifauna completamente diversa, a partire dal drongo crestato, un simpatico passerotto tutto nero con un ciuffo in testa.
Foto: Wikimedia Commons
Dal nostro alloggio ci siamo mossi parecchio, prendendo parte ad escursioni nella natura per godere di tutte le bellezze delle isole a nord del Madagascar. Ho avuto modo di emozionarmi di fronte a tanti animali pazzeschi e piante particolari, con l’aiuto delle guide sono riuscito a orientarmi nel bellissimo puzzle della biodiversità malgascia. In questa puntata speciale cercherò di rendere omaggio alle bestiole che ho incontrato lungo il mio cammino, a partire ovviamente dal lemure, vero re del Madagascar. Come veniva spiegato anche nel film…
Lemuri, i re del Madagascar
Esistono circa cento specie nell’infraordine dei lemuri e si trovano tutti in Madagascar. Questo antico primate è endemico dell’isola, dove ha potuto prosperare vista l’assenza di competizione con le scimmie e con gli altri primati. I lemuri hanno dita lunghe e sottili, si muovono con abilità sui rami degli alberi, nutrendosi di frutta e di insetti, e vivono in società matriarcali: in quasi tutte le specie sono le femmine a comandare. I predatori da cui devono stare lontani sono i fossa (mammifero che vive nella Grande Terra, simile ad un piccolo puma - in futuro gli dedicherò una puntata a parte perché merita), alcuni rapaci malgasci e il boa di cui parleremo più avanti.
Nel corso del mio viaggio ho avuto modo di incontrare le seguenti specie e di fotografarle:
I lemuri ti guardano con occhi espressivi, che comunicano molto; sono animali sociali e curiosi, capaci di saltare in un lampo da un albero all’altro e di andare fin su in cima, in cerca di riparo o di frutta. Osservarli in natura è stata un’opportunità unica. Sono diversi tra loro, colorati e agili, sempre pronti ad afferrare il prossimo ramo. Hanno decisamente fatto breccia nel mio cuore grazie al loro muso simpatico e alla loro unicità.
Nota n.1: i lemuri sono generalmente di piccole-media dimensioni, ma un tempo esisteva in Madagascar il genere dei Megaladapis, lemuri giganti grossi un metro e mezzo e dal peso di 80 kg.
Nota n.2: se ve lo state chiedendo, Re Julien è un Lemur catta, anche conosciuto come lemure dalla coda ad anelli.
Camaleonti, serpenti e altri animaletti
Potrei dedicare un anno di newsletter a tutti gli animali del Madagascar e forse lo spazio non basterebbe neanche. Provo dunque a proseguire la carrellata andando con ordine passando ai rettili. E cominciamo con uno dei più piccoli camaleonti al mondo: ecco Brookesia minima!
Durante la visita alla riserva di Lokobe, alla quale si accede solamente tramite piroghe, abbiamo seguito una guida locale alla scoperta di una fauna ricca e speciale. Oggettivamente non so come abbia fatto la nostra guida a scovare Brookesia minima sotto una pianta, tra la terra. Eppure l’ha trovato. Considerate che la lunghezza massima che raggiungono le femmine è di 3,4 cm, i maschi si fermano a 2,8 cm. Brookesia minima era il più piccolo camaleonte del mondo, fino alla scoperta di Brookesia micra nel 2021.
Dai camaleonti ai gechi: se è difficile non vedere quello verde (Phelsuma madagascariensis), dalla colorazione sgargiante, sicuramente è più complicato scovare Uroplatus henkeli, il geco dalla coda a foglia maestro del mimetismo criptico: questa specie riesce ad appiattirsi in maniera incredibile, “scomparendo” sul tronco dell’albero. Eccolo qui, per modo di dire:
Bonus track: ci hanno raccontato che qualcuno ha avuto la brillante idea di riportare in Italia due esemplari di calameonte dentro i marsupi. Ovviamente sono stati beccati all’aeroporto. Di recente, a Catania, è successa una cosa simile.
Tornando agli animali della riserva di Lokobe, abbiamo avuto la fortuna di incontrare anche un boa terricolo del Madagascar (Acrantophis madagascariensis), “appollaiato” su un ramo, in attesa del passaggio di qualche lemure sovrappensiero. La guida ci ha spiegato che il boa muove la coda per incuriosire il lemure e farlo avvicinare, per poi saltargli addosso. Ingegnoso.
Chiudiamo con due simpatici aracnidi: il maestoso ragno toro e il colorato e gigantesco Nephila madagascariensis.
Sotto al mare: la regina tartaruga e altre meraviglie
In Madagascar ho avuto anche la possibilità di fare snorkeling e non me la sono lasciata scappare, consapevole del fatto che la biodiversità si trova anche sotto la superficie del mare, soprattutto nel reef, ossia nei pressi della barriera corallina. Lì sotto, infatti, abbiamo trovato una festa: dal pesce pappagallo col suo becco frantuma-tutto al pesce scatola dalla forma squadrata. E poi tante altre specie, compresi il pesce chirurgo, il pesce pagliaccio e l’idolo moresco, tutti celebri per i loro ruoli ne Alla ricerca di Nemo dove hanno “interepretato” rispettivamente Dory, Nemo/Marlin (anche se non era esattamente quella specie, ossia Amphiprion_ocellaris, che si trova ad esempio in Australia) e Branchia.
E poi ancora il pesce sergente, il pesce banana, il pesce farfalla, il cetriolo di mare, stelle marine giganti e un bel banco di giovani barracuda di passaggio (“da piccoli” si muovono in gruppo e possono essere avvistati in acque più basse e sicure, come quelle intorno al reef).
La regina, però, resta la tartaruga. Intorno a Nosy Be è possibile imbattersi in due specie, durante le immersioni: Chelonia mydas, la tartaruga verde, ed Eretmochelys imbricata, la tartaruga embricata, che si differenzia dalla prima per un “becco” più allungato e da uno scudo composto da piastre cornee sovrapposte, che ricordano gli embrici di un tetto (da cui prende il nome).
Dopo aver intravisto di sfuggita una tartaruga affiorare sulla superficie, senza riuscire a individuarne la specie, durante una sessione di snorkeling siamo riusciti finalmente a imbatterci in un bellissimo esemplare di tartaruga embricata. Senza dubbio si è trattato di uno dei momenti più emozionanti, per me.
Anche sulla via del ritorno, sempre dalla barca, ho intravisto un’altra grande tartaruga sotto la superficie del mare, di nuovo senza però riuscire a identificarla bene. Poter osservare da vicino (ma sempre col dovuto rispetto) animali così maestosi e simbolici è stato un privilegio unico.
Dal più piccolo geco fino alla tartaruga, passando per i fantastici lemuri e ritornando al drongo crestato, il giro a Nosy Be per me ha significato tantissimo. Lo porto nel cuore e spero con questa puntata speciale di aver regalato a voi, iscritti e iscritte a Bestiale, anche solo una piccola parte della gioia che mi ha dato.
Per questo mese è tutto, ci risentiamo giovedì 5 settembre. Se sentite la nostalgia di Bestiale potete recuperare gli episodi precedenti nell’archivio e continuarmi a seguire su Instagram: la pagina resterà attiva, anche se in modalità leggera.
Vi saluto con la tartaruga gigante Carolina, che pare abbia più di 150 anni. Portati benissimo, tra l’altro. A presto, buona estate, ciao!
Se avete domande o se volete fare segnalazioni, potete scrivermi all’indirizzo leonardomazzeo1@gmail.com, oppure sui social: @leon_mazz su Twitter e @leonardomazzeo su Instagram, dove trovate anche @bestiaaale.
Se vi è piaciuta la puntata potete lasciare un ❤️ qui sotto, mi fate felice.
Se poi volete condividerla:
Infine, se non vi siete ancora iscrittə e volete farlo ora:
E grazie, come sempre.
Sempre meraviglioso
Lila, 5 anni, ringrazia moltissimo per questa puntata (e pure io)!