Bestiale #108 - Di cosa parliamo quando parliamo di kiwi 🥝
Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centottesima puntata di Bestiale, dedicata al kiwi.
Francesca mi ha scritto chiedendomi di parlare di questa bellezza della natura, e chi sono io per ignorare le vostre necessità? Allora, che kiwi sia!
🎶 Colonna sonora da ascoltare durante la lettura 🎶
Notturno, incapace di volare, endemico della Nuova Zelanda di cui è simbolo: inchiniamoci tutti davanti al piccolo volatile che non usa mai le ali. Vive nel sottobosco, ha un verso stridulo, caccia piccoli insetti, soprattutto lombrichi, ogni tanto spizzica qualche frutto caduto dagli alberi.
A proposito, se ve lo state chiedendo, è il frutto ad aver “rubato” il nome all’uccello: è successo nel 1959 e ovviamente è tutta opera dei neozelandesi, che stanno particolarmente in fissa con l’animale in questione.
E così, se oggi cerchi “kiwi” su Google, esce prima il frutto, mentre il nostro animaletto resta più in basso, sotto il nome scientifico di Apteryx.
Qualche dettaglio: ci sono due sottospecie, maculato e australe, il più grande è il secondo che può pesare massimo 5 kg, la lunghezza arriva fino a 65 cm. Le ali sono piccoline, misurano al massimo 5 cm e se ne stanno nascoste. La forza del kiwi sta invece nelle zampe, muscolose e possenti, fondamentali per la sua vita nel sottobosco. I piedi hanno quattro dita (ce n’è uno piccolo dietro). Nota: il kiwi è anche un grande nuotatore.
E poi c’è il becco, incurvato verso il basso, lungo e flessibile, utile per acchiappare i lombrichi, che vengono individuati dalle narici poste proprio sulla punta (ha un grande senso dell’olfatto, oltre che dell’udito). Alcune volte il kiwi lo usa anche come terza zampa, per appoggiarsi.
L’amore e l’uovo che ne scaturisce
Le coppie di kiwi sono bellissime e struggenti, restano insieme anche per 20 anni, di sera al tramonto le si può osservare mentre passeggiano sul lungomare mano nella mano, mangiando un gelato. Se vedete un kiwi da solo, senza un compagno o una compagna, probabilmente è perché è troppo giovane, oppure è ancora single. Chissà se esiste un Tinder per kiwi.
E dall’amore nascono i pulcini, che prima però sono uova… gigantesche. Il volatile che ha dato il nome ad un frutto, infatti, ha anche un’altra particolarità: è l’uccello che, in base alle proporzioni, produce l’uovo più grande (raggiunge fino al 25% del peso di chi lo ospita). Talmente grande che, negli ultimi tre giorni di gestazione, mamma kiwi non può mangiare perché quasi tutto lo spazio al suo interno è occupato dall’uovo. Ah: la cova la fa il papà.
Il kiwi come bandiera
E allora questo pucciosissimo uccellino fruttato non poteva che essere il simbolo della Nuova Zelanda, tanto che i suoi abitanti vengono chiamati proprio così: kiwi.
Curiosità: nel 2016 la Nuova Zelanda ha indetto un referendum chiedendo ai cittadini se volessero cambiare la bandiera nazionale. Non solo: era stato lanciato un concorso pubblico al quale potevano partecipare tutti, inviando la propria proposta. La migliore sarebbe “scesa in campo” per competere contro la bandiera in vigore (la quale, spoiler, alla fine ha vinto ed è rimasta al suo posto: qui tutta la storia).
Tra le varie proposte arrivate, ce ne furono alcune pazzesche. Anche se non ha raggiunto la finale, la mia preferita è senza dubbio la seguente:
Realizzata da Lucy Grant con Paint (letteralmente), venne descritta così dalla stessa creatrice:
"Il raggio laser proietta un'immagine potente della Nuova Zelanda. Credo che il mio progetto sia così potente da non aver bisogno di essere discusso"
Io, ancora oggi, sto dalla sua parte. E allora chiudiamo questa mega sezione kiwi con un sondaggio: voi cosa avreste scelto, se la decisione fosse stata tra la bandiera di Lucy Grant e quella attuale della Nuova Zelanda?
A Wellington i kiwi, a Matera i cinghiali
Se l’Italia dovesse scegliere un animale simbolo, di sicuro il cinghiale sarebbe in competizione per il titolo. Ecco un piccolo branco che si aggira tra le abitazioni a Matera, mentre dalla finestra occhi indiscreti (e forse preoccupati) osservano i movimenti del piccolo gruppo grufolante. Foto molto poetica, va detto (io l’ho trovata qui).
Ma com’è davvero la situazione-cinghiali a Matera? Me lo sono chiesto e ho trovato risposta:
Non benissimo, ecco. Qui trovate l’articolo completo, che risale a metà gennaio.
Momento qualche link e poi kiwi dolci:
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Poteva scegliere di volare e invece ha scelto di farci commuovere:
Alla prossima, ciao!
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