Ciao, io sono Leonardo Mazzeo e questa è la centunesima puntata di Bestiale, che comincia con l’axolotl.
Se il nome vi sembra troppo complesso, potete chiamarlo col nome di “assolotto”, che sembra una particolare mano di poker. Questa rara e curiosissima salamandra vive nei laghi d’alta quota del Messico centrale. Sembra un piccolo draghetto per via delle branchie esterne che spuntano dalla testa, inoltre è privo di denti, quindi non mastica, ma si nutre per suzione.
Il colore varia dal verde al rosa al marrone screziato; quello che vedete in foto probabilmente è un esemplare nato in cattività, per questo è albino. Altra particolarità: non esce mai dallo stato larvale, ma cresce e basta. Anche per questo è conosciuto come “il Peter Pan degli anfibi”: non diventa mai grande. E resta sempre super puccioso.
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Purtroppo è a forte rischio estinzione: la popolazione è crollata del 99,5% negli ultimi 20 anni. Per salvarlo è stata lanciata la raccolta fondi “Adoptaxolotl”. Trovate un approfondimento su Kodami dove si parla proprio di questa campagna e dello stato di conservazione dell’assolotto del nostro cuore 💖
Storia di due corvi innamorati
Un racconto da lacrimoni, che parte da una foto:
Mi sono imbattuto in questa immagine online, la didascalia diceva: un corvo aiuta il suo compagno dal becco mutilato a nutrirsi, o una roba del genere. Come spesso accade, ogni volta che leggo cose simili cerco di informarmi, chiedendomi: sarà davvero così?
Facendo qualche piccola ricerca ho trovato la fonte della storia e della foto: è tutto preso da questo blog. La storia risale a qualche anno fa. In effetti, la didascalia non era andata molto lontana dalla verità.
Cito:
Si dice che i corvi restino insieme al partner per tutta la vita: George e Mabel sono sicuramente rimasti uniti nei momenti belli e in quelli brutti.
Non si è mai capito cosa abbia esattamente causato la rottura del becco di George. Tra le varie teorie: un atterraggio di fortuna, un attacco da parte di altri uccelli, un incidente con una trappola per topi. Non penso che George me lo dirà mai. In ogni caso, credo che non si accorga quasi più del suo becco a metà. Ha sviluppato un proprio metodo per raccogliere il cibo, piegando la testa.
Si potrebbe pensare che gli altri corvi approfittino della disabilità di George, ma lui e Mabel, insieme, sono una forza della natura. Mentre George scende a prendere la colazione, Mabel sta di guardia su un tetto più alto e lo avverte se ci sono intrusi in arrivo.
In sintesi: trovate una persona che vi ami come Mabel amava George.
Forse gli elefanti si chiamano per nome 🐘
Ok, non tipo “Ehi Gino, come va?”, ma più o meno siamo lì. Se ne parla su Focus:
Le osservazioni da cui parte lo studio (ma forse sarebbe meglio dire "ascolti") si basano sulla registrazione e analisi di 527 diversi richiami di elefanti catturati nel nord del Kenya, e di altri 98 registrati invece nel sud del Kenya, nel parco nazionale di Amboseli. Dopodiché hanno cercato di capire a quali esemplari fossero rivolti questi richiami, osservando quali fossero distanti dal "chiamante" e quali si avvicinassero in risposta: in totale hanno identificato 119 diverse vocalizzazioni, ciascuna specifica di un singolo esemplare.
Decisivo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che ha dato un contributo fondamentale nella distinzione delle micro-variazioni di rombi e brontolii dei pachidermi.
Il mistero (svelato) di un abbraccio fossile
Cosa ci facevano nella stessa tana un lucertolone e un mammifero, 250 milioni di anni fa? Risposta numero uno: saranno pure affaracci loro. Risposta numero due: non si sa bene.
Succede che, nel 1975, James Kitching scopre in Sudafrica un fossile piuttosto particolare: contiene un trinassodonte (antenato dei mammiferi) e una broomistega (una sorta di salamandra). In base alle analisi, viene fuori che questi animali sono morti nello stesso momento: sono stati sorpresi da un’alluvione nella stessa tana.
Sullo strano fossile circolano varie teorie (qui un bel video esplicativo), di sicuro la tana era del trinassodonte. Ma che ci faceva lì la broomistega? L’ipotesi più probabile è che l’anfibio, ferito (aveva qualche osso rotto), si sia trascinato nella tana in cerca di rifugio; in quel momento il mammifero stava dormendo un sonno profondo (probabilmente era in estivazione) e quindi non si sarebbe accorto del nuovo inquilino.
E poi la morte, sotto forma di un’ondata improvvisa di acqua e fango, li ha sorpresi e conservati per sempre in un abbraccio struggente.
Lo strano fossile ha fatto parecchio scalpore ed è diventato famoso, alcuni hanno deciso addirittura di tatuarsi la scena. Sul webbe potete trovare varie art dedicate, la mia preferita è questa qui:
Momento qualche link e poi saluti minuscoli:
Organizzata una fiaccolata per Leone: il gatto scuoiato vivo ad Angri è morto dopo quattro giorni di agonia, ora si chiede giustizia ⚖️
Trovato senza vita su una spiaggia un esemplare femmina (e incinta) di squalo megamouth, specie avvistata meno di 300 volte nella storia 🦈
Un tweet virale, pieno di informazioni false sui lupi, debunkato dallo zoologo Fabio Chinellato 🐺
Credo che tutti abbiamo bisogno di un video velocizzato di pinguini che camminano 🐧
“Toh, guarda come è venuto bene l’albero! Quest’anno ci siamo superati, le lucine, l’opossum… l’opossum?!” 🎄
Non so, mi piaceva chiudere con una mini lucertola con l’elmetto-guscio.
Ciao, alla prossima!
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Se non esiste, bisogna fare un videogioco coi pinguini in stile Space Invaders 😅.
io boh <3